La Nuova Forza

di Gianfranco Gonella

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Lo scorso mese ci siamo lasciati con l’articolo dal titolo “Vedo un altro mondo” e purtroppo continuo a vederlo, ma sempre in peggio.

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Ben ritrovati amici bradipolettori. Lo scorso mese ci siamo lasciati con l’articolo dal titolo “Vedo un altro mondo” e purtroppo continuo a vederlo, ma sempre in peggio.

In questo mese è scoppiata una nuova e cruenta guerra in medio Oriente, proprio mentre una parte del mondo arabo iniziava un colloquio con lo stato di Israele.

E se in Israele la componente di estrema destra non vedeva di buon occhio questa apertura e contestava apertamente il suo governo, di destra non dimentichiamolo, ecco che a mettere una pietra tombale a tutto questo arrivano gli estremisti di Hamas, che tanto per cambiare sono di estrema destra tanto da essere considerati dai palestinesi stessi “Lo sviluppo” più dannoso per il loro popolo dalla creazione dello Stato di Israele nel 1948”.

Infatti si scaglieranno non contro strutture militari, ma contro cittadini inermi o ragazzi spensierati che assistevano ad uno spettacolo musicale.

La risposta israeliana non si è fatta attendere e, per non sbagliare, hanno iniziato a sparare nel mucchio, naturalmente sulla povera gente passando in un batter d’ali di farfalla dalla ragione, se di ragione si potesse parlare, al torto marcio, comportandosi peggio degli aguzzini che da centinaia di anni vogliono sterminare il popolo ebraico.

E le manifestazioni pro palestinesi vengono sminuite grazie a quelle teste di c…o di estrema destra che in tutta Europa si dilettano a rivangare un passato non molto remoto fatto di intolleranza che sfocia nella apologia di sterminio per la razza ebrea.

Chiudo qui questa disquisizione perché non era questo l’argomento di cui volevo scrivere.

L’argomento che avevo scelto per questo mese era la “I.A.” l’Intelligenza Artificiale.

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Si perché è proprio di questi giorni il summit londinese che tratta appunto di Intelligenza Artificiale al quale partecipa la nostra prima ministro. Partecipa lei e non il presidente del comitato sull’I.A. ed editoria Giuliano Amato.

Forse l’ex primo ministro, quello che con indubbia intelligenza, non artificiale, era entrato nei nostri conti correnti e con provvedimento retroattivo ne prelevava il 6%, era troppo occupato a discutere che lui in fondo mica deve costruire un computer, gli basta saperlo accendere….

Così è andata lei, reduce da una bellissima telefonata con un “politico di alto rango” africano della quale tutti i giornali ne hanno parlato.

Già, perché l’intelligenza non artificiale, di destra, degli uffici di Palazzo Chigi che ha filtrato la telefonata in arrivo l’ha ritenuta importante e, dopo le verifiche del caso, ha richiamato passando la comunicazione al nostro primo ministro.

Sembra un film di Totò se non fosse tutto vero, ma del resto nel nostro recente passato un altro primo ministro, anche lui di destra, aveva telefonato in questura di Milano per fa rilasciare la “nipote di Mubarak”.

E il nostro parlamento approvò questa ingerenza nei confronti delle forze di polizia grazie anche alle parole di Elisabetta Casellati, ministro per le riforme istituzionali del nostro governo, nome che la destra aveva proposto per la Presidenza della Repubblica.

Per chi ha studiato la storia auspico un futuro a maggioranza di Muzio Scevola.

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Venendo alla parte musicale il brano che dà il titolo è eseguito dal gruppo “Blocco Mentale”, proprio quello che sta accadendo da più parti nel mondo. Nascono tra il Lazio e la Toscana nel 1972 e i cinque musicisti che ne fanno parte non hanno grandi esperienze alle spalle. Solo uno di loro, Aldo Angeletti, voce e basso, ha già inciso un singolo con la denominazione “Aldo e i Falisci”. Gli altri componenti sono Bernardo Finocchi al flauto, Michele Arena batteria, Gigi Bianchi chitarra e Filippo Lazzari tastiere e voce.

Anche se solo in ambito locale è decisamente ricca la loro attività concertistica grazie alla quale riescono a firmare un contratto con l’etichetta Titania e registrano così il loro album d’esordio dal titolo “IIOA” edito nel 1973.

Il disco è leggero, ma gradevole pur con una certa banalità nelle parti cantate (specialmente nei testi) che stride invece con la parte strumentale.

In quegli anni è forte la proposta musicale nel panorama nostrano, ma la proposta del Blocco Mentale merita comunque una certa attenzione specie per gli inserimenti del sassofono in contraltare all’immancabile flauto.

Gli inserimenti vocali sono sullo stile New Trolls.

All’album seguirà un nuovo singolo inserito poi in una ristampa su CD nel 1993.

Cambieranno nome per chiamarsi “Limousine”, scelta per una svolta più commerciale che li porterà a risultati più lusinghieri, ma si scioglieranno nel giro di pochi mesi sia per le scarse vendite dell’Lp, ma anche e soprattutto per gli impegni di leva dei vari musicisti.

Qui trovate il link per ascoltarli

A rileggerci tra quattro settimane.

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P.S.: per motivi personali non sarò in grado di rispondere nel breve ad eventuali commenti. Se questi arriveranno provvederò privatamente.

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Foto: avvenire.it

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Il Mito Ostinato ritorna lunedì 4 dicembre

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3 Comments

  1. Claudio Savergnini Reply

    l’onorevole Elisabetta Casellati, per tener fede al mandato del suo dicastero si è prontamente attivata a redigere un disegno di legge per la riforma costituzionale che ha recentemente ottenuto l’approvazione del Consiglio dei Ministri.
    Giorgia Meloni ha definito questo tentativo di modifica della Costituzione: “La madre di tutte le riforme…” e, a parte l’utilizzo di una locuzione che ha ben poco di originale, fa stupire che per attribuire importanza alla riforma, proprio lei che vuole difendere la nostra cultura, Iddio e la Patria, che paventa addirittura la sotituzione etnica, mi vada a utilizzare poi metafore che sono appartenute originariamente, proprio alla cultura araba! Nella forma “la madre di tutte le battaglie”, Saddam Hussein utilizzò quell’espressione proprio all’inizio della guerra del Golfo: guerra scoppiata per causa sua e che portò infine al crollo del suo regime e all’impiccagione dello stesso rais. Io non sono superstizioso, ma agli occhi di molti potrebbe sembrare una frase che non porta bene. Inoltre, visto che l’ltalia è patria di grandi artisti, bravissimi stilisti e di molte persone di provato ingegno, la Presidente (che, ricordiamolo, dovrebbe rappresentarci) poteva almeno sforzarsi di coniare una frase un po’ più personale ed evitare di pescare tra le frasi “pret a porter”.
    Ho cercato di informarmi un poco su questa riforma costituzionale e alcune cose le ho apprese. Devo ammettere che non ci sarei mai arrivato da solo, ma leggendo diversi commenti autorevoli tra giuristi e costituzionalisti, ho scoperto questo paradosso: “se verrà attuata la riforma, questa limiterà a due i possibili premier di ogni legislatura; però la carica del secondo in ordine di arrivo diventerebbe la più ambita, avendo egli più potere di quello eletto dal popolo.” Con la fame di potere che contraddistingue tutti politici (e dico tutti: destra, sinistra e direzioni intermedie) “si creerebbe facilmente una situazione di conflittualità tra chi è eletto a premier e il secondo della sua stessa lista, cui verrà subito il desiderio di mandare a casa il vincitore delle elezioni. In questo caso non ci sarebbe più il popolo sovrano, ma il Parlamento a decidere se incoronare un parlamentare come nuovo premier…” (nota: nei virgolettati precedenti le parole non sono mie, ma sono quelle del Presidente emerito della Consulta e giurista Giovanni Maria Flick, tratte da La Stampa del 3 novembre)
    Se queste sono le parole di uno che se ne intende, mi viene il sospetto che la nostra Presidente del Consiglio non sia in grado di esprimere una grande intelligenza.
    Da una che in carica ci è già e che vuole garanzie di stabilità per il Governo, non mi aspettavo tanta premura nel promuovere una legge che darebbe in mano al primo che passa proprio gli strumenti per mandarla a casa in quattro e quattr’otto.
    Questa situazione potrebbe forse spiegare il motivo per cui Meloni, vista l’opportunità del summit sull’Intelligenza Artificiale, si sia prontamente sostituita ad Amato: magari presentandosi alle persone giuste, in quell’ambiente può sperare di farsi regalare la copia di un algoritmo di I. A. per gestire con più intelligenza un governo o, mal che vada, ottenere almeno un centralino telefonico con riconoscimento vocale per le chiamate in ingresso. Staremo a vedere!
    Io non ho studiato molto la Storia, ma voglio esporre quella che è stata la mia interpretazione dell’ultima frase di Gianfranco su Muzio Scevola. In origine egli si chiamava Gaio Muzio Cordo ed è solo a seguito del suo fallito tentativo di uccidere il re nemico che il suo “cognome” divenne Scevola (che significava “il mancino”); questo perchè di fronte al re Porsenna, con grande coraggio e stoicismo, Muzio ebbe la forza di punire l’arto che aveva pugnalato la persona sbagliata e tenne la sua mano nel fuoco di un braciere fino a completa consunzione. Fino a quel momento Muzio non era mancino: divenne “Scevola” dopo essersi bruciato completamente la mano destra.
    Ora i nostri “fratelli” del governo, la fiamma nel simbolo già ce l’hanno: mancherebbe solo un loro gesto di coraggio…

    P.S.: ho volutamente evitato di esprimere qualsiasi parere sull’atroce conflitto che sta insanguinando il medio oriente. Seguo l’esempio di quelli che, secondo un’usanza molto italiana, aspettano a schierarsi, sperando di poter poi salire sul carro dei vincitori. Ci provo, anche se mi sa che stavolta rischio di rimanere a piedi…

  2. Gabriele Monacis Reply

    La guerra nella striscia di Gaza ha messo a nudo i processi di arroccamento di posizioni radicali, che rifiutano qualsiasi integrazione per la convivenza di persone di differenti fedi religiose. L’ebraismo integralista, l’islam delle bande armate e una parte del cristianesimo conservatore, non intendono trovare un modello di convivenza pacifica rispettandosi a vicenda. I metodi sono diversi, ma il fine è identico: prevaricare sulle altre religioni con metodi violenti, come ha fatto Hamas, ovvero pacifici, come sta operando l’Arabia Saudita, comprando squadre di calcio, allenatori, progettando colossali città nel deserto, per organizzare campionati mondiali sportivi. Altro metodo è quello invasivo, come fanno i trafficanti, attraverso i flussi migratori verso l’Occidente. Per tutti questi individui non esiste alcuna volontà di integrarsi. Le parole di Oriana Fallaci, moderna Cassandra, erroneamente e stupidamente invisa alla sinistra radical scic, sono profetiche. Abbiamo in Europa da decenni, un cavallo di Troia che si insinua dentro le nostre città, creando insicurezza, allarme sociale, sensazione di impotenza verso una marea di immigrati, soprattutto islamici, fuori controllo. Che sia chiaro una volta per tutte: l’islamico NON VUOLE INTEGRARSI. Vuole imporre la sua religione ed il suo modo di vivere all’Occidente. Povero illuso.

  3. Gian Reply

    Cari amici non posso che non darvi ragione. Volevo chiudere il discorso sulla IA citando le parole, virgolettato, che il senatore messo a capo della commissione RAI e che ha sempre “brillato” ogni volta che ha espresso un parere. Il senatore Gasparri ci ha detto che non era vero che avremmo risparmiato con la diminuzione del canone RAI in bolletta perché quei soldi li avrebbero comunque recuperati con i vari aumenti delle altre gabelle inserite in finanziaria. La sua IA anche questa volta non è riuscita a fargli capire che la diminuzione era solo una boutade elettorale per giunta della sua compagine governativa. Infine cari amici pensando a tutto quello che sta accadendo, vi rimando alla ninna nanna di Trilussa che certamente ricorderete, messa anche in musica da Claudio Baglioni nel suo album “E tu”, mentre io non posso esimermi da una metafora musicale citando Sergio Endrigo che in una sua canzone ci faceva notare quanto fosse difficile la convivenza di varie culture tanto da non trovarsi d’accordo nemmeno per dichiarare un giorno di festa comune. Nella sua canzone “La festa” ci diceva che “fanno festa i mussulmani il venerdì mentre il sabato gli ebrei; la domenica i cristiani e i barbieri il lunedì”.
    Un abbraccio.

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