Porta Via È Gratis

di Giuseppe Rissone

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Dare nuova vita a tutto quello che abbiamo in casa e non usiamo più

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V‘invito in questo appuntamento a fare un giro nelle vostre abitazioni, in particolare negli armadi, negli sgabuzzini, in cantina e/o in soffitta, nei garage. Vi chiederete il perché di questa richiesta, presto detto: sono quasi sicuro che troverete diversi oggetti che non usate più, che allo stesso tempo potrebbero servire ad altre persone. Come disfarsi di doppioni di servizi di bicchieri, piatti, pentole, di ciotole per i pasti di bambini che hanno ormai compiuto la maggiore età, cianfrusaglie, capi di abbigliamento stipati in armadi che scoppiano e che non vengono indossati da anni? Le scelte sono almeno tre:

1 – buttarli nelle discariche aumentando così la mole di rifiuti;

2 – venderli attraverso diverse piattaforme online o mercatini dell’usato;

3 – regalarli ad associazioni, gruppi o semplicemente a chi ne ha bisogno.

La prima opzione direi che è da scartare, la seconda può andar bene se necessitate di fare qualche soldino, la terza da vari punti di vista è la preferibile, ma come fare per regalare? Cosa non semplice, personalmente ho dovuta svuotare la casa di una mia zia, l’obiettivo è stato raggiunto dopo diversi tentativi.

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Proviamo a indagare come il dono di oggetti non più utilizzabili può essere fatto. Come primo passo andiamo in Svizzera: nella Confederazione Elvetica è un’abitudine diffusa regalare gli oggetti che non servono più. Attraverso piattaforme dedicate, ma soprattutto esponendole davanti al portone di casa. Nelle città di lingua tedesca, l’omaggio si riconosce da un cartello scritto a mano: “gratis zu mitnehmen”, ovvero: è gratuito, basta che te lo porti via. Pezzi di arredamento, robot da cucina, pattini e tricicli per bambini, oltre a una miriade di oggetti di ogni genere, che trovano alla velocità della luce chi le desidera o ne ha bisogno. Laddove le merci gratuite non trovino presto chi se le porta a casa, c’è però il rischio di essere multati. In molte città, l’angolo del gratuito viene infatti assimilato alle discariche illegali, severamente punite dai regolamenti della spazzatura in quello che nel continente Europa è forse il Paese più ossessionato dall’ordine e dalla pulizia. Anche in rete, fioriscono gli annunci di regalie di ogni sorta, purché ci si impegni a ritirarle di persona. Le piattaforme svizzere più frequentate per la compravendita fra privati hanno una categoria gratuita dove si trova letteralmente qualunque cosa. Caschi per bambini, divani e letti, libri di cucina, ma anche interi guardaroba per donne in gravidanza. L’arte di donare è talmente diffusa in Svizzera, che una piattaforma dedicata, disponibile in inglese e in tedesco, ospita solo annunci di oggetti da regalare. Si chiama nimms, dal tedesco “prendilo”.

In Italia chiese di varie denominazioni raccolgono in particolare abiti usati, a questo si aggiungono cassonetti gestiti da associazioni e cooperative dove conferire abbigliamento e accessori vari come scarpe, pentolame. 

Esiste una rete capillare in tutte le più importanti città italiane, con gruppi molto attivi su Facebook e migliaia di iscritti. Un esempio su tutti, quello della fiorentina Silvia Guagni, che con le sue amiche Simona Veronica ha già stabilito un record nazionale nell’universo della lotta agli sprechi. La sua pagina Facebook intitolata «Te lo regalo se lo vieni a prendere» è la più affollata in Italia: risultano iscritte 100mila persone (in larga maggioranza donne). Pensate che a Roma sono solo 36mila, a Milano 25mila, in Veneto 30mila. 

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Questo è solo un esempio, il mio invito è quello di fare una verifica nelle vostre zone di residenza e scoprirete di sicuro realtà di varia natura che vi permetteranno di donare. È visto che si avvicinano le festività, donare quello che non si usa più potrebbe essere una buona idea “regalo” al di fuori della frenesia dell’acquisto ad ogni costo.

L‘idea del dono, del riciclo andrebbe anche combinata con la possibilità del poter riparare gli oggetti di uso comune, è evidente che oggi è quasi impossibile riparare un televisore, un telefono, un computer, se provi a fare questo tipo di richiesta sei visto come un marziano, e la risposta è quasi sempre la stessa: lo butti e ne compri uno nuovo. Un sistema che si scontra con le tante belle parole sul riciclare, riutilizzare, un argomento questo sui cui tornerò in uno dei prossimi appuntamenti di Tempo Lento.

E se conoscete altre realtà dedicate al dono segnalatele qui con un vostro commento.

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Foto: pixabay.com

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Tempo Lento ritorna martedì 5 dicembre

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