Vizi E Virtù Del Collezionista

Collezione: oggetti che hanno avuto un’utilità, ma l’hanno abbandonata per entrare nella nuova comunità, la collezione.

di Umberto Scopa Piccolo Inventario Sentimentale Degli Oggetti

Viviamo oggi tempi nei quali gli oggetti non sono fatti per durare nel tempo. Lo dobbiamo all’avvento del sistema ”usa e getta”, espressione ingannevolmente monca del suo seguito naturale che sarebbe “ricompra”. Un po’ li capisco gli oggetti, e mi sento dalla loro parte. E capisco i collezionisti che li difendono dalla dissoluzione, sulle barricate di una resistenza senza speranza di lunga durata. Un po’ li capisco, capisco tante cose, perché anche io nel mio piccolo sono un collezionista. Personalmente colleziono tappi di birra. In genere la cosa suscita ilarità e io ci sto. Possiedo 220 tappi tutti diversi e se entrerò nell’anonima alcolisti avrò un ottimo argomento per spiegare come ci sono finito. I tappi della birra sono l’esempio perfetto di quanto sia indifferente per il collezionista l’utilità pratica della collezione.

Una collezione di bottoni o di tappi o francobolli, raccoglie oggetti che nella loro vita hanno avuto un’utilità, ma l’hanno abbandonata per entrare nella nuova comunità, cioè la collezione. Questa offre a ognuno di loro la dignità di esistere semplicemente facendo mostra di sé, rivestiti di un valore che si accresce con l’anzianità. Privilegio raro. Gli oggetti entrati nella collezione sono al “servizio di una causa più grande”, eterna menzogna che si usa quando non è chiara la causa. Menzogna che si usa anche per reclutare i soldati, e in effetti ogni collezione è un po’ come un piccolo esercito. Nel romanzo Autodafè di Elias Canetti il bibliotecario Kien si convince che i venticinquemila volumi della sua collezione siano un vero e proprio esercito di soldati, con una missione precisa; c’è un passo dove nel suo delirio galoppante Kien si rivolge arringando la sua truppa di libri ad alta voce, come si conviene ad un generale. Personalmente non sono arrivato ancora a questo punto, e non solo per avversione al comando.

Ma non mi sono aliene tante piccole manie del collezionista. Conosco, come ogni collezionista grande o piccolo, il piacere di ogni nuova acquisizione. A volte scelgo un tipo di birra solo perché mi manca quel tappo, ma escludo in partenza quelle analcoliche, perché servono delle regole limitanti nella collezione, requisiti di ingresso, sempre. La collezione diventa per opera del suo autore un piccolo universo dotato di sue regole quanto a diritto di cittadinanza, ordinamento interno e così via.

Naturalmente dal punto di vista del mercato il collezionismo è anche un business. Nei periodi delle festività natalizia gli spazi pubblicitari in tv sono invasi da questi queste figure di padri di famiglia dall’aria rimbambita nei loro eleganti salotti mentre contemplano l’oggetto da collezione con un sorriso estatico. È però una tristissima parodia del collezionista: è chiaro che il protagonista non proverà neppure il brivido della ricerca dei pezzi che gli arrivano puntualmente nell’edicola sotto casa tutte le settimane a prezzo fisso. Non c’è in lui l’istinto del primitivo cacciatore. È solo un animale snaturato, cresciuto in cattività, in attesa della sua razione quotidiana.

Ma lasciando questo esemplare al suo triste destino e tornando al collezionista ruspante e genuino, sarebbe limitante vedere in questa figura solo l’atavico istinto della caccia. Non c’è in lui solo avida cattura. C’è anche un’aspirazione un po’ commovente, come in tutte le imprese impossibili: cioè contrastare la legge di natura del disordine crescente, ricomponendo i pezzi raccolti in un insieme organico e protetto, e anche restituire una dimensione familiare ai membri di una vasta famiglia dispersi appunto dal disordine inesorabile della vita.

⇒ Foto: Umberto Scopa ≈ Prossimo Appuntamento: Venerdì 12 febbraio

 

2 Comments

  1. Gian Reply

    Caro Umberto, anch’io come te sono un collezionista, e lo sono principalmente si sottobicchieri e tappi della birra, quindi se ci troveremo nell’anonima alcolisti potremo fare qualche scambio.
    Il piacere della raccolta l’ho sempre avuto e quando a Torino, nel 1982 si svolge il primo salone festival della birra ho avuto modo di conoscere altre persone come me che collezionavano materiale birraceo, ed erano affiliate ad un club con sede proprio Torino.
    Da quell’anno mi iscrivo e comincio a frequentarlo, riuscendo in questo modo ad ampliare la mia collezione.
    Ma non voglio farti la storia del Club Amici della Birra, ma piuttosto condividere con te, e con i nostri amici bradipolettori, alcune considerazioni.
    Frequentando questo Club mi sono reso conto che per tutto quello che l’uomo ha prodotto c’è qualcuno che lo colleziona: mi viene alla mente un anziano signore dal nome direi desueto, Luitpoldo, che si definiva collezionista di cose povere e raccoglieva in giro le mezzelune, quegli attrezzi da cucina che ormai non si usano più perchè sostituiti nel tempo da vari robot e/o grattugie tuttofare.
    Nel tempo però i soci del Club sono sempre più diminuiti, per cause naturali, ma anche per la mancanza di interesse al collezionismo da parte della società usa e getta che il progresso ha portato avanti.
    Delle centinaia di soci negli anni ’80 ora siamo rimasti si e no una decina e ci ritroviamo non tanto per scambi, ma direi quasi per inerzia, ben sapendo che andremo sempre più a scemare.
    La reclusione forzata dovuta alla pandemia ha dato il colpo di grazia, ora esistiamo solo in una chat telefonica e non so quando e come ci ritroveremo nuovamente, anche solo per una bevuta insieme in un pub.
    Io intanto continuo a raccogliere in giro quello che trovo, sempre meno comunque, e se me lo ricorderai, la prima volta che avremo nuovamente la possibilità di incontrarci, vedrò di portarti qualche nuovo pezzo per la tua collezione che in questi anni, viaggiando, ho raccolto in giro.
    Buona collezione.

    1. Umberto Scopa Reply

      grazie della testimonianza e dell’offerta… sì, quello del collezionismo è un universo vario e anche stravagante, ricco di quella spensierata leggerezza che pure ci serve nella vita, speriamo di avere presto occasione di ritrovarci e potremo condividere anche aneddoti divertenti.

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