Spazio In-Finito

di Rino Sciaraffa

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Orizzonti fatti di terra e polvere sui quali, i passi dell’uomo, scrivono la propria storia.

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La Rift Valley etiopica è un confine naturale affascinante, segnata da una lunga frattura di origine vulcanica. Valli ed increspature del terreno si susseguono disegnando aree di biodiversità uniche. Queste sono le aree geografiche nelle quali l’umanità ha sconfinato allargando il proprio spazio naturale nel più vasto spazio della nostra Storia. Siamo nel delta del fiume Omo, dove inizia il lago Tukana che continua ad estendersi, per gran parte, nel territorio keniota. Un vecchio cartello arrugginito segnala il nome coloniale di “Lago Rodolfo” in memoria del principe austro-ungarico Rodolfo d’Asburgo-Lorena a ricordare come queste aree siano state occupate e ribattezzate per sovrapporre la storia europea a quella locale. Qui abitano, ancora oggi, popolazioni antichissime che parlano un dialetto unico affine a tutte le etnie che si sono affacciate ed hanno scelto di vivere lungo le sponde degli affluenti del Nilo, dell’Omo e del lago Tukana.

Nelle fenditure del terreno della Rift Valley si possono scorgere, anche ad occhi meno esperti come i miei, le sedimentazioni e gli strati di terreno che per milioni di anni ha dato origine al nostro presente visibile. Sotto i nostri piedi c’è una storia, che calchiamo con suole di gomma di pochi millimetri, di cui sappiamo poco e che rimane registrata in qualche decina di chilometri ma che contiene miliardi di anni. La Storia umana funziona più o meno nello stesso modo: stratificata in epoche, consolidata in convivenze etniche diverse, fratturandosi al suo interno e lacerandosi per l’avvicendarsi di conflitti. Avvenimenti e storie recenti che rimangono in superficie, ma con un passato ed un vissuto di uomini e donne che sono sepolte in modo indefinito.

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Lo spazio è una parola che può avere innumerevoli significati: lo spazio infinito celeste, di cui abbiamo già parlato e lo spazio finito nel quale viviamo la nostra quotidianità, ma c’è lo spazio nel quale ogni generazione umana ha percepito la propria identità. Lo spazio è quello che due Nazioni differenti si dividono un indivisibile ed immenso specchio d’acqua come quello del lato Tukana. Lo spazio del nostro visibile che percepisce un terreno semi arido, con piante ed arbusti, ma che al suolo ha un brulicare di vita che sarà sempre invisibile. Uno spazio nel quale ci sentiamo sovrastati dalla natura e nel quale i primi uomini hanno mosso tenacemente i propri passi verso altri spazi a loro sconosciuti. Lo spazio visibile che è naturalmente percepito alla vista come immenso, ma nel cuore dell’uomo è insufficiente, limitato per la propria sopravvivenza o limitante per le proprie ambizioni.

La vastità e l’ampiezza delle vallate e gli imponenti corsi d’acqua sono uno spazio che il nostro istinto di viaggiatori ritiene troppo piccolo, troppo finito. Questa è la natura umana, lo è stata per millenni, lo è stato per la Storia (con la S maiuscola) che ha visto in quei luoghi l’andatura incerta ed impronte minute dell’australopiteco Lucy e il passo pesante della colonizzazione europea del Continente, che ha segnato, con il proprio passaggio, un’impronta pesante e profonda. Tutti, nei millenni, hanno ritenuto il proprio habitat in-finito, immenso alla percezione visiva, piccolo, forse troppo piccolo, per la percezione del cuore.

Nello spazio si colloca ciò che percepiamo e nel tempo abita la sensazione che ne abbiamo. Il tempo altro non è che la forma del senso interno, cioè la forma con cui noi intuiamo noi stessi e il nostro spazio in-finito

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Foto: blogosfera.varesenews.it

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Il Mondo In Parole Povere ritorna martedì 2 maggio

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18 Comments

  1. Luca O. Reply

    Grazie Rino, i tuoi articoli sono sempre interessanti, ma allo stesso tempo molto profondi.
    Un prezioso arricchimento.

  2. Filippo Privitera Reply

    Bellissimo calzare – quale opportunità per la quale essere profondamente grati – quelle scarpe che con la morbidezza ed elasticità della loro suola in gomma quasi accarezzano sacralmente luoghi che, attraverso i tuoi racconti, caro Rino, ci inducono a riflettere su temi così in-finiti come la dimensione spazio temporale che hai definito con un cuore immenso, il tuo.

    1. Rino Sciaraffa Reply

      Caro Filippo, grazie del tuo commento…che mi sa utilizzerò per un mio prossimo racconto. Ti sono grato.
      Un caro abbraccio Filippo.

  3. Marco Porta Reply

    Emozionante viaggiare con i tuoi scritti tra nuovi orizzonti che suscitano nuove vedute sulla vita.

  4. Anila Sinaj Reply

    Grazie Rino, bella e profonda ma anche vera questa riflessione che porta a una consapevolezza della nostra natura umana nella percezione immensa visiva di spazi e tempi ma come hai descritto ” per il cuore dell’ uomo insufficiente e limitante sia per la sopravvivenza o sia per le proprie ambizioni”
    Grazie!

  5. Rino Sciaraffa Reply

    Grazie del tuo commento… bello il tuo commento. Si, mi piace ragionare sul concetto di tempo e di spazio che sono le nostre coordinate di vita.

  6. Enea Solinas Reply

    Viaggio fisico e meta-fisico, con una riflessione direi persino romantica dello spazio come concetto.

    Si percepisce che ami questi luoghi e che ti sono rimasti nel cuore.
    Bell’articolo!

    1. Rino Sciaraffa Reply

      Si, viaggiare per me è attingere il più possibile da un luogo. L’Etiopia non è terra turistica per eccellenza, ma ha molto da dare in tal senso. Se avrete pazienza con me, vi tratterrò in Etiopia ancora per un paio di articoli e poi parleremo della sua capitale Addis Abeba. Grazie Enea, ed anche io leggo sempre con molto piacere i tuoi articoli

  7. Franca Reply

    Terra d’Africa, ricchezza di storia e di umanità che grazie ai tuoi scritti in qualche modo posso conoscere o riconoscere. Grazie Rino per la ricchezza di particolari e significati.

    1. Rino Sciaraffa Reply

      Grazie Franca, si hai ragione, il continente africano ha una ricchezza incredibile. Culture e luoghi cosi differenti l’uno dall’altro. Infinità di lingue e costumi. Grazie a te per il tuo commento.

  8. Marta Borsellino Reply

    Grazie Rino per portarci con te in questi viaggi, fatti di vivide immagini e profonde riflessioni.

    1. Rino Sciaraffa Reply

      Grazie Marta per il tuo commento. Abbiamo viaggiato insieme in Kenya.. abbiamo qualcosa da condividere

  9. Mario Reply

    Scrivere di spazio e di tempo nella dimensione percettiva è uno dei terreni privilegiati del pensare dell’uomo fin dalla notte dei tempi. Con le tue parole sei riuscito a connetterli, hai generato un’emozione; li hai trasferiti dal piano speculativo a quello dell’esperienza. Bello!

    1. Rino Sciaraffa Reply

      Grazie caro Mario per il tuo commento che, come i precedenti, sono straordinari e molto precisi. Grazie per leggere i miei racconti ogni mese e per commentarli.
      Un caro saluto

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