Nuvole

di Giuseppe Rissone

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Nuvole si aggirano sull’associazionismo ambientalista italiano, il tema energie rinnovabili divide…

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Il tema ambientale e il rispetto per la natura è da sempre un argomento a me caro. Nel lontano 1974, con un mio compagno delle medie fondai un gruppo che voleva con attività pratiche e semplici, diffondere il rispetto del proprio quartiere, passando dalla tutela dei parchi di zona, al decoro delle vie e piazze.

Fui, inoltre, affascinato dall’impegno politico a difesa dell’ambiente e non solo di Alexander Langertra i fondatori dei Verdi – e allo stesso tempo partecipai con convinzione al movimento contro il nucleare, scelta energetica, che mi vede tutt’oggi contrario nonostante tutte le rassicurazioni.

Di acqua sotto i ponti, in questi cinquant’anni ne è passata molta, e purtroppo molte delle previsioni annunciate in quegli anni, si sono avverate. È davanti agli occhi di tutti, che il nostro pianeta non gode di buona salute, e non sembra, salvo le buone intenzioni, che si vogliano seriamente prendere decisioni drastiche per evitare la catastrofe.

Oggi sono apparsi alla ribalta nuovi movimenti e personaggi – su tutti Greta Thumberg e Ultima Generazione – che con nuove modalità ci ricordano che l’orologio che segna l’ultima ora non è poi così lontana. Dell’attivista svedese avevamo già parlato su queste pagine in un articolo a firma di Carlotta Monge, lo scorso 7 maggio 2020.

Come detto le tematiche ambientali sono state per me da sempre motivo d’interesse, partecipazione; dalla contrarietà al nucleare, all’uso smodato dell’automobile, al no alla caccia (purtroppo classificato come sport), e potrei continuare. Guardando la mia carta d’identità potrei anche fregarmene dello stato di salute del nostro pianeta. Ma non posso, sarebbe un atteggiamento contro i miei principi, contro i miei ideali, di conseguenza non intendo rinunciare e provo a dare il mio piccolo contributo per far si che il nostro pianeta abbia un futuro.

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Credo che solo un’unità d’intenti – pur nel rispetto delle diversità e specifità – debba guidare tutti quelli che hanno a cuore l’ambiente e la natura. Un soggetto politico ambientalista in Italia non ha mai avuto grande successo – e come sosteneva qualcuno: non sarà più necessario quando qualsiasi soggetto politico metta in primo piano le istanze “verdi”… Cosa lontana ancora da realizzarsi. – nel nostro paese esistono e agiscono moltissime realtà ambientaliste, forse troppe, e leggere che si è creata una spaccatura sul tema delle energie rinnovabili, sinceramente mi risulta incomprensibile.

La divisione riguarda in particolare le installazioni di pale eoliche e pannelli solari, sicuramente non sempre inserite con dovizia nei nostri territori, ma se queste contribuiscano a produrre energia pulita, ben vengano, ragionando di volta il volta su come realizzare un’impatto il meno pesante possibile.

Pale e pannelli fanno da più parti gridare allo scandalo, dicendo che così si violenta il paesaggio, vorrei la stessa alzata di scudi per le miriadi di antenne installate sui tetti delle nostre case, nei parchi, dell’incontrollata presenza delle automobili, di costruzioni che sanno solo di voglia di potere e visibilità di chi le ha volute – vedi alcuni grattacieli torinesi – del continuo proliferare di centri commerciali che si verniciano di verde – il famoso greenwashing, ops spero di non incorrere in una sanzione amministrativa per aver usato questo termine anglosassone – la deturpazione paesaggistica non può essere suddivisa in scempi di serie a e di serie b, o per prese ideologiche preconcette.

Alle associazioni ambientaliste del nostro paese suggerisco di non dividersi quando si parla di energie rinnovabili – seppur vigliando e segnalando tutte le anomalie – ma di unirsi seriamente su quelli che sono i problemi reali, e dialogando con chi con una diversa modalità ci ricorda l’urgenza di occuparsi del pianeta, e di conseguenza di tutti noi. Non vorrei che per difendere il proprio orticello conquistato – vizio abbastanza diffuso anche su altre tematiche, purtroppo… – ci si dividesse, senza cogliere quello che dovrebbe unire chi si dichiara ambientalista.

Ad avvalorare questa divisione tra associazioni ambientalistiche è un’articolo – che v’invito a leggere – pubblicato da L’Internazionale a firma di Francesco Erbani, che ha stimolato questa breve riflessione.

E voi cari lettori come la pensate?

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Foto: Giuseppe Rissone

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Bradipo Reporter ritorna giovedì 13 aprile

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