Pianeta Nutrizione

di Giovanni Bresciani

»»

Un pianeta assai ampio dove qualità e quantità non sempre sono in sintonia

»»

In diverse occasioni abbiamo affrontato in questa rubrica il tema “alimentazione”. Ci torniamo volentieri riportando l’intervento del dottor Valter Canevaro grazie come sempre alla relazione di Ernesto Bonini – giornalista, che da oltre sei lustri svolge attività nei settori medico-scientifico, socio-sanitario e socio-assistenziale – e tratta dalle Conferenze organizzate dall’Associazione Più Vita In Salute. Buona salute a tutti.

»»

Non ci sono certo confini quando si tratta di alimentarsi, specie se nel modo più idoneo tale da facilitare la prevenzione di questo o quel malanno. Un “imput” che ci viene anche dalla dotta relazione “Pianeta Nutrizione” del dottor Valter Canavero, esperto di Scienze Biologiche ad indirizzo fisiopatologico. Quindi, l’alimentazione, è un pianeta assai ampio ma va tenuto presente che qualità e quantità non sempre sono in sintonia: alcuni dati riferiscono che da quando si nasce e sino agli oltre 80 anni si ingurgitano 30 tonnellate di cibo, e 5 sono gli anni dedicati ad alimentarsi. Uno stress non da poco per l’organismo… Mentre l’alimentazione è ovviamente un atto volontario, la nutrizione è invece un insieme di processi involontari che avvengono nell’organismo. «Dall’alimentazione – ha spiegato il relatore – estraiamo sostanze (macroelementi) quali proteine, zuccheri, carboidrati e grassi; e micronutrienti quali vitamine, sali minerali, acqua e fibre. Quindi l’alimentazione è un “medicina” per l’organismo umano (e animale), le cui sostanze servono per il ricambio cellulare: siamo ciò che mangiamo e, per questo, bisogna fare attenzione a ciò che si mangia rifuggendo dalle mode, pubblicità, etc., considerando nel contempo che l’alimentazione varia e segue il corso di crescita in modo soggettivo». Da sempre il cibo influenza ogni area geografica e la filosofia di vita, e questo perché ogni civiltà ha la propria cultura culinaria. Ma nel tempo l’alimentazione è cambiata e oggi non mancano gli eccessi e le carenze: si fa troppo uso di zuccheri, grassi non idonei, cibi inquinati e eccessivamente trattati; ma soprattutto cibi cucinati in modo non adeguato, per non parlare della scarsa prevenzione.

»»

Albert Einstein diceva: «Chi non ha tempo per la nutrizione e l’attività fisica, farebbe meglio a riservare il proprio tempo futuro per le malattie». Anche se si dà molto spazio alla prevenzione non si hanno ancora sensibili riscontri, tant’è che sono in aumento le persone affette da diabete, malattie cardiovascolari, oncologiche, etc. Quindi, su questo aspetto c’è ancora molto da fare e iniziative come questi incontri pubblici sono molto utili. «Va anche sottolineato – ha aggiunto l’esperto nutrizionista – che il comportamento alimentare è spesso influenzato dagli aspetti educativo e pubblicitario, come pure da quelle patologie che necessitano un più idoneo tipo di alimentazione. E se noi siamo ciò che mangiamo dobbiamo avere l’accortezza di ciò che si acquista per la nostra tavola e quello che si mette nel piatto, ne consegue un’emozione e un comportamento sino a coinvolgere tutto il nostro sistema, compreso il DNA ossia il centro delle nostre cellule». Il relatore ha fatto riferimento alla nutrigenomica, la scienza che studia il modo in cui il cibo influenza l’espressione genica (ormai di attualità), individuando quale impatto hanno le diete, ad esempio, sull’organismo, quindi sulla salute del soggetto e come reagirà a seconda dei nutrienti che assorbe. Per estensione del concetto il nostro cibo sarà la nostra medicina, concetto che deriva dall’acquisto consapevole degli alimenti, con l’accortezza di leggere (e interpretare) le etichette valutando di ogni prodotto gli ingredienti e la composizione degli stessi. L’OMS suggerisce che per gli zuccheri il consumo ideale giornaliero di zuccheri semplici raffinati è del 5%, ma tale percentuale è in realtà superata sino al 21%; inoltre che gli alimenti debbono essere adeguatamente conservati in contenitori di vetro e/o acciaio, e in frigorifero tenuti ad una temperatura costante e consumarli entro tempi brevi. È dato a sapere che ogni anno si sprecano 146 Kg. di cibo per cattiva conservazione.

»»

Il dottor Canavero ha poi citato cosa essere il microbioma intestinale, ossia l’insieme del patrimonio genetico e delle interazioni ambientali come, ad esempio, l’intero organismo umano. Miliardi di batteri che pesano sulla nostra salute, funzionando da barriera contro agenti patogeni (che causano malattie) regolando l’assorbimento dei nutrienti, la produzione di vitamine ed energia e le difese immunitarie. «Il rapporto cibo e infiammazione – ha precisato – esiste e pertanto dobbiamo prediligere i cibi “antinfiammatori”, ed è quindi utile sapere come i cibi debbano essere trattati, cotti e mangiati. Questo sapere è un modo di acculturarsi per una sana alimentazione quotidiana, ed è altrettanto importante mantenere un equilibrio ormonale perché le sostanze ingerite svolgono un ruolo determinante in tutto l’organismo, proprio perché hanno il compito di regolare la maggior parte delle funzioni degli apparati e dei sistemi del corpo umano. Si tratta di trasmettitori chimici secreti dalle ghiandole endocrine la cui attività stimola lo sviluppo delle cellule e di alcuni processi cognitivi». Sul tema delle diete il dott. Canavero ha suggerito più cautela nell’adozione, essendo le stesse una sorta di circolo vizioso poiché il benessere non è solo assenza di malattia, ma è anche un complesso mentale e sociale che deve essere più… generale. «Un obiettivo-dovere, dunque –, ha concluso – è la buona alimentazione e per una più consapevole nutrizione vuol dire osservare, riflettere, assaporare ed emozionarsi proprio perché le emozioni hanno una corrispondenza sugli organi ed apparati, e un saggio approccio con un cibo sano può determinare lo stato di salute».

Foto: pixabay.com

Piú Vita In Salute ritorna giovedì 30 maggio

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *