Passato Presente

di Rino Sciaraffa

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Siamo sussurri dentro il tempo, siamo tempo nei nostri sussurri alla vita.

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Il tempo è la dimensione fondamentale della nostra vita oltre ad essere quella più singolare. Il Tempo: troppo lento per coloro che aspettano, troppo veloce per chi guarda dietro di sé al tempo passato, troppo anonimo per l’ordinarietà del quotidiano, meraviglioso per chi vive gioie intense, tempo innocente per il bambino che l’età adulta aliena ed annulla. Tempo sofferente per chi invece vive situazioni personali dure.

Il tempo, motore instabile dell’esistenza, coerente nella sua linearità, incostante negli ambiti in cui lo viviamo. Il tempo non si arresta e non si può arrestare. Anche il racconto biblico di Giosuè che chiede a Dio/YHWH di fermare il Sole, per prolungare una battaglia, coglie la contraddizione di non fermare il tempo nel quale la battaglia si svolge. Con il Sole che si staglia nel cielo non si ferma il tempo seppur questa era la condizione voluta da Giosuè [1].

Il Tempo raccoglie ogni cosa in se: la materia, lo spazio dipende da lui, la velocità e la lentezza sono determinate da esso. Questi sono spazi di ricerca della Fisica contemporanea, dalla scoperta della relatività in poi. Il tempo è comunque compagno di un viaggio chiamato vita.

Per chi percepisce il trascendente, il tempo può essere annullato solo in Dio. Solo un Dio può contenere e vincere il tempo. L’eternità è vittoria sul tempo e su ogni cosa che lo determina. L’Africa è’ continente senza tempo, dagli albori della vita umana, cuore della Pangea dal quale ogni continente ha avuto futura forma e origine. In Africa, con sufficiente certezza da parte degli antropologi, sono nate le prime religioni animiste dove il divino non era creatore, ma creaturalità, natura, presenza dentro il tempo e spazio umano. Tempo che era legato alle stagioni, al mutare di esse, alla percezione della circolarità del tempo che è sempre un passato-presente.

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Anche la religiosità ha una sua circolarità curiosa in Etiopia. Intorno al terzo decennio del secolo scorso nasce il Rastafarianesimo che si sovrappone ai grandi monoteismi approdati in quest’area orientale dell’Africa a partire da oltre due millenni fa: dall’ebraismo, al cristianesimo ortodosso o copto e seppur marginalmente in quest’area, all’Islam.

Questa forma di ultima religione tende a restituire all’Africa una sorta di nuova identità, coincidente con il progetto dell’Unione africana, che proprio in Adiss Abeba ha la sua sede. Essa cerca di superare le divisioni che il colonialismo ha creato. Unione di un continente multiforme, multiculturale e multireligioso, unione che cerca di superare le fratture e le sofferenze delle guerre, ma ancora prima dello schiavismo. Da questo continente i Romani, gli Arabi, i Berberi, gli Imperi europei hanno stappato uomini, donne e bambini per portarli al di fuori del loro contesto, estraniandoli, atomizzandoli con nomi e cognomi occidentali, chiamandoli Mr Brown, cognome che identifica un “colore” ed una radice etnica, ma non una identità. Questi sono antesignani dei numeri che in altri genocidi venivano stampati sulle braccia, in un ciclo di passato-presente che è segno delle umane follie e dei propri deliri.

Ritorneremo in Addis Abeba per conoscere qualche particolarità del suo presente per poi orientarci in altri Paesi dell’Africa in un viaggio dentro il passato, ma soprattutto dentro il senso che noi diamo al viaggiare, non alla ricerca di luoghi ma di significati.

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[1] Libro di Giosuè 10,12-13

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Il primo articolo di questa rubrica è stato pubblicato sul magazine della Chiesa Apostolica in Italia che potete leggere/scaricare qui.

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Foto: reportage.travelquotidiano.com

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Il Mondo In Parole Povere ritorna martedì 27 giugno

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14 Comments

  1. Rossana Zanetti Reply

    Un racconto coinvolgente, come sempre. Il tempo è un bene prezioso, bisogna assaporarne ogni frazione di secondo, non rincorrerlo. Grazie per queste riflessioni.

  2. Daniele Arconti Reply

    Proprio in questi giorni riflettevo su questi argomenti.
    Il tempo scorre nonostante i nostri sforzi di fermarlo o ingannarlo ma tutto dipende da come scorre.
    Per tanti bambini in Africa il tempo scorre diversamente, purtroppo.
    Per molti di loro troppo velocemente.
    Per altri scorre male… Tra sofferenze ed abbandono non potendo sapere cosa gli accadrà domani.
    Non hanno agende o calendari dove poter scrivere i loro appuntamenti perché il loro scopo principale è quello di arrivare a sera con qualcosa da mangiare nello stomaco.

    Mi ha toccato molto la tua frase “non alla ricerca di luoghi ma di significati”.
    Andare nel profondo delle cose è dote sempre più rara.

    Grazie Rino perché ci hai fatto viaggiare anche oggi attraverso il continente africano e le sue contraddizioni

    1. Rino Sciaraffa Reply

      Grazie Daniele per il tuo commento. In effetti dovremmo sempre essere alla ricerca di significati, in ogni ambito della nostra esistenza. Grazie della tua riflessione e commento.

    1. Rino Sciaraffa Reply

      Grazie Franca per il tuo commento. Che bello potersi porre domande ed aprire la mente alla riflessione profonda. Grazie.

  3. Rossella Bruni Reply

    Sempre entusiasmanti i tuoi testi. Il tempo non si può fermare ma si può organizzare nei migliori dei modi. Grazie Rino

    1. Rino Sciaraffa Reply

      Grazie Rossella del tuo commento. Il tempo è la risorsa migliore che abbiamo in dotazione dalla vita

  4. Marta Borsellino Reply

    Il tempo….compagno di vita al quale ci leggiamo dal concepimento fino al nostro ultimo respiro. Per poi abbandonarlo nella dimensione dell’eternità.
    Grazie Rino, per aver condiviso una nuova tappa del tuo viaggio .

    1. Rino Sciaraffa Reply

      Grazie Marta per le tue belle e profonde riflessioni. Diciamo che viaggiamo tutti insieme nella lettura

  5. Enea Solinas Reply

    Sul concetto di tempo che viaggia (e viaggi nel tempo) avrei molte cose da dire, e l’esperienza stessa del viaggio, inteso anche come sogno, come trip autogeno, è una metafora interessante per rivelare il nostro rapporto con il tempo e l’esistenza.
    C’è un passato vissuto che è diverso dal tempo della memoria, per certi versi sempre attingibile e ricreativo, generativo di emozioni e prospettive possibili. C’è un tempo di adesione all’esistente nella sua essenza, il tempo e la coscienza-conoscenza della contemplazione. Il qui e ora che è un dato sensibile del continuum che non è assodato che sia lineare. Il percorso o viaggio dello scorrere del tempo non ha solo velocità diverse ma anche forme. Lineare, sinusoidale, spiraliforme, asteriscale… Caotico… Tempo in greco antico poteva essere chiamato Aion (eterna immanenza), Cronos (flusso strutturato, suddiviso e a sua volta unità di misura che conferisce limite) e Kairos (letteralmente associabile ad Occasione, ma può essere inteso anche come congiuntura simbolica dell’attimo e della prospettiva nell’orizzonte… Accadimento che ri-unisce in una compresenza Cronos e Aion.
    E sfugge via, la volatilità è una sua caratteristica ontologica.
    C’è anche il tempo di una relazione che può tessersi di ordito e trama, come una storia… Parti visibili, altre misteriose altre comprensibili in parte solo a distanza di tempo (scusate ma materia che si autoalimenta).
    Un concetto che ha stimolato interrogato a volte sconvolto il pensiero di filosofi, poeti, scienziati.
    Ci sono i tempi di comunicazione e quanto bene farebbe rallentare e soffermarsi in un’epoca di messaggi fulminei highlights e reazioni emotive non ponderate.
    A volte è un modus virale e convenzionale.
    Il tempo stesso è anche una convenzione, innegabilmente utile quando si tratta di rispettare l’orario concordato.
    Ma quanto diverso può essere il viaggio e il percorso svolto per arrivare in orario.
    Impiegandosi investendo tempo in altro… Coltivando l’attesa… Ingannando il tempo che ci distrae magari facendoci sovvenire intuizioni e coincidenze feconde…
    Mi fermo e plaudo alla scelta del tempo (in tutte le accezioni ricordate) come sostanza del nostro viaggio nell’esistenza, ma anche come compagno di viaggio che ci fa gustare maggiormente la nostra esplorazione del mondo, il suo abituarlo non necessariamente in modo sedentario.

    Buon proseguimento e al prossimo viaggio!

    1. Rino Sciaraffa Reply

      Caro Enea, conserverò la tua riflessione fra le mie note. Ricca di contenuti, di valore, di ispirazione, di concetti. Grazie di cuore.
      Viaggiamo, lentamente viaggiamo.

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