Odiatore

Odiatore, oppure per aumentarne il fascino, il mistero, e significati ambigui – e per dirlo alla moda – hater! Un lavoro serio, complicato, coinvolgente….

Si fa presto a dire “odiatore”… O per dirlo alla moda, dove se si scrive in inglese si carica la parola di fascino, mistero e significati ambigui, si fa presto a dire “hater”.

Quello dell’odiatore seriale è un lavoro serio, complicato, coinvolgente, che non concede un attimo di riposo e, tanto più, di distrazione. Occorre essere sempre “sul pezzo” (modo di dire che odio ma che, tant’è, devo usare), avere sempre il colpo in canna ben pronto a sparare sul malcapitato di turno. È una fatica essere sempre aggiornati, sempre attenti a ogni fatto, ogni evento e ogni persona che presti il fianco per la fucilata giornaliera. Occorre concentrazione continua, bisogna avere occhi telescopici e orecchie paraboliche, ma anche collegamenti a internet, tv accesa, sguardi indiscreti sulla piazzetta sotto casa così come sulle sommosse in Congo Belga o in Malesia. Già, perché tutto quanto accade al mondo può essere bersaglio di un hater.

E qui nasce la vera difficoltà di essere un odiatore: l’obbligo non solo ad essere informato, ma soprattutto ad avere un parere su tutto e, si badi bene, questo parere deve essere improntato all’odio… altrimenti che odiatori si è?

Mai sentito parlare di un hater che rispetti o addirittura apprezzi qualcosa o qualcuno? Mai! Mai sentita una parola di incoraggiamento o di comprensione? Mai! Lo impone la coerenza di un odiatore, e la carriera può crescere solo con questa assoluta fedeltà al principio che ciò che si pensa è la verità unica e certificata, che gli altri, inevitabilmente, sono imperfetti e sbagliano e, per questa manifesta inferiorità, meritano di essere smascherati, messi alla berlina, castigati e, alla fine, annientati. Nel paradiso degli hater la legge è mandare tutti gli altri all’inferno, l’inferno degli imperfetti.

Quanta fatica occorre per essere un odiatore! Per fortuna, dopo secoli di passaparola, di pettegolezzo e di sotterfugio, in soccorso degli haters è arrivata una meravigliosa invenzione: internet! E subito a ruota i figli prediletti della multimedialità: i social network! Che gioia poter spammare l’odio con un semplice click, avere a disposizione platee gaudenti di chi odia senza saper esprimere in modo appropriato il proprio sentimento. Su questo panorama l’odiatore troneggia indisturbato, padrone e sovrano del consenso popolare, ultimo epigono della stirpe dei profeti. E che il popolino si accontenti della solidarietà e del rispetto reciproco, merce di scambio tra poveri. La verità unica e assoluta è patrimonio esclusivo dell’Odiatore seriale… finché un altro colpo di click non chiude la sua pagina FB e fa passare a qualcosa di più allegro e interessante.

GRAZIANO CONSIGLIERI

Foto: www.pixabay.com

Si Fa Presto A Dire… ritorna giovedì 26 dicembre

2 Comments

  1. Umberto Reply

    mi è capitato, come a tanti credo, di imbattermi in fenomeni di questo genere… per ora l’unico antidoto all’odiatore seriale è l'”ignoratore” seriale, io ho chiuso il mio profilo e mi sono tolto da ogni social web, e non si sta neanche tanto male devo dire, però onestamente non credo sia il web la causa del problema, il web gli dà solo una visibilità senza precedenti… è un tema insomma complicato, da non sottovalutare..

  2. Graziano Reply

    Pienamente d’accordo, Umberto. Il web ha solo dato diritto di parola. Un tempo certi discorsi si sarebbero fatti solo al bar e, quando l’esternatore-odiatore fosse uscito, gli altri si sarebbero dati di gomito come dire: “Tanto lo sappiamo che è così…” Oggi invece questa gente si prende tutto il diritto di parola. Dispiace dover lasciare i social per colpa loro, perché ci neghiamo il diritto di essere presenti. Io li ho bannati (o come misura meno drastica) ho oscurato i loro post e commenti. Grazie di seguire la mia rubrica! Graziano Consiglieri

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