Per non dimenticare

La lettura de Il Diario di Anne Frank ha portato alla nascita dell’associazione, che intende ricordare tutte le vittime della Shoah e di coloro che ancora oggi vivono da emarginati.

Gli altri siamo noi” riprende il suo viaggio tra le piccole associazioni e cooperative solidali che operano nella nostra penisola, questo mese – dalla “voce” della presidente Federica Pannocchia – vi presentiamo l’associazione Un ponte per Anne Frank

Qual è stata la “scintilla” che ha portato alla fondazione della vostra associazione e quali sono i suoi fini principali?

La lettura de Il Diario di Anne Frank ha sicuramente portato alla nascita dell’Associazione. Anne Frank stessa è la scintilla, non vogliamo però metterla su un piedistallo ma nostro scopo è ricordare a tutte le altre vittime del dramma della Shoah e a coloro che ancora oggi vivono emarginati. Insieme a straordinarie persone come Buddy Elias (cugino di Anne Frank) il quale ci ha indirizzati nell’apertura dell’Associazione stessa giocando così un ruolo fondamentale. Conoscerlo, poter leggere ciò che mi scriveva su Anne Frank e avvicinarmi di più a questa splendida famiglia che fino alla fine ha creduto nell’amore, nella pace e nel rispetto è stato per me un dono immenso. E, oggi, gli ideali di Anne Frank e della sua famiglia continuano a crescere sempre più e ad essere divulgati dai nostri numerosi programmi che portiamo in giro in tutta Italia e che spesso sviluppiamo anche in collaborazione con la Casa di Anne Frank di Amsterdam e coinvolgendo scuole, Comuni, biblioteche, centri educativi in tutta Italia, nonché Sopravvissuti al dramma della Shoah come Sami Modiano o come la cara Senatrice  a Vita Liliana Segre, persone eccezionali, con la bontà nel cuore.

La rubrica “gli altri siamo noi” va alla ricerca delle piccole realtà sociali e solidali della penisola, essere “piccoli”  – e quindi con un raggio d’azione in un territorio circoscritto – comporta vantaggi o svantaggi?

Essere piccoli sicuramente può essere uno svantaggio ma nel nostro piccolo siamo grandi proprio perché sostenuti e seguiti da numerose persone che ormai sono entrate in perfetta sintonia con noi condividendo la stessa missione. Quindi anche se magari non riusciamo ad attirare l’attenzione dei grandi media possiamo contare sul supporto straordinario di persone che sono entrate a far parte della nostra famiglia ed è straordinario. E’ come avere un mondo tutto nostro dove tutti sono i benvenuti, dove è possibile sentirsi a casa indipendentemente dal proprio background o religione ma condividendo il bisogno di ricordare, di aiutare, di tramandare, di regalare un sorriso. Di promuovere la pace, il rispetto, l’accoglienza e l’amore per abbattere insieme, oggi, ogni forma di discriminazione, odio e indifferenza proprio partendo dagli errori del passato.
Quale progetto e/o attività può essere definito il vostro “fiore all’occhiello” e quale sperate di tirar fuori un giorno dal cassetto?

Sicuramente tutti i progetti che ci vedono avvicinare ai giovani; dal Viaggio della Memoria Promemoria Auschwitz (a cura dell’Associazione Deina, per il quale noi siamo i referenti locali), ai laboratori, incontri con Sopravvissuti, mostre itineranti… tutti quei progetti educativi che ci vedono lavorare con gli studenti, che sono il nostro presente e il nostro futuro. Che ci permettono di parlare a loro, ma anche di imparare da loro, moltissimo! Dai più piccolini della primaria ai più grandi delle scuole superiori. Ogni studente è un essere umano che va ascoltato, che va compreso e attraverso i nostri progetti non solo approfondiamo le loro conoscenze sul dramma della Shoah e sul periodo in cui il nazionalsocialismo era al potere, portandoli anche a camminare sui luoghi della Memoria stessi, ma li sproniamo a riflettere su quanto avviene oggi nella società, per incoraggiarli ad essere la parte attiva, responsabile e consapevole e a comprendere l’importanza di ogni nostra scelta.

Stiamo attualmente lavorando a un progetto che speriamo possa esser pronto presto, un sogno nel cassetto che sta lentamente prendendo forma. Si tratta di un progetto dal titolo “Il nostro nome è Anna”. Più di questo però al momento non possiamo ancora dire. Ma sicuramente è un grandissimo sogno che speriamo di cuore di poter condividere presto con tutti quanti voi.

In base alla vostra esperienza, la vita delle associazioni nel nostro paese è sostenuta oppure ci sono delle difficoltà che ne impediscono la crescita e in alcuni casi la sopravvivenza?

Sicuramente la strada è difficile. Sarebbe straordinario avere più supporto economico così da poter sviluppare bene i vari programmi e raggiungere più persone. Spesso siamo costretti a dover rinunciare a un progetto o a un incontro proprio per mancanza di budget, invece desidereremmo poter raggiungere tutte le scuole, centri e Comuni che ci contattato. Così come vorremmo sviluppare sempre più progetti per coloro che hanno attualmente bisogno. Al contempo però siamo grati nei confronti di tutti i Comuni, Fondazioni, Associazioni e privati che nel loro piccolo ci aiutano sia umanamente sia con contributi donando così qualcosa di grande. Dunque la solidarietà esiste, e ne siamo immensamente grati.

Bradipodiario è un progetto che fa della lentezza, della sobrietà, della solidarietà, dell’ironia i suoi punti di riferimento, quali sono i vostri?

Unione, Memoria, amore, rispetto e accoglienza. Questi sono i nostri punti di riferimento. Perché Uniti, possiamo fare tanto, possiamo prendere posizione e possiamo aiutarci. Attraverso la Memoria possiamo imparare dagli errori del passato. L’Amore è un dono immenso da ricevere e donare. Accogliere qualcuno significa abbassare tutti i pregiudizi. E Speranza. La speranza che costruiamo ogni giorno attraverso questo ponte che da ognuno di noi ci porta verso la bellezza,la solidarietà, il rispetto, verso Anna Frank. Ecco il nome della nostra Associazione, Un ponte per Anne Frank.

Per terminare l’intervista… poneteci una domanda – vi risponderemo sul blog – e lasciamo uno “spazio bianco” per raccontarci quello che preferite…

Una domanda… Che cosa avete imparato in questi ultimi anni gestendo questo blog?

La domanda è pertinente e interessante, in questi 11 anni, seppur con qualche difficoltà, abbiamo incontrato persone disposte a mettersi in gioco, percorrendo insieme un pezzo di strada. La sua testimonianza, e le sue parole Unione, Memoria, Amore, Rispetto e Accoglienza, si legano perfettamente alle nostre Lentezza, Solidarietà, Sobrietà e Ironia, questo dimostra che con pazienza e perseveranza si possono costruire “ponti” e non “muri”, che isolano e fanno crescere paure, di cui non ne abbiamo nessun bisogno. Con l’augurio che questo sia solo l’inizio di una proficua collaborazione, inviamo il  nostro più sincero ringraziamento per aver risposto alla nostra intervista. 

Spazio bianco:

Innanzitutto grazie di cuore per l’intervista e un caro saluto a tutti i lettori! Ricordo ancora oggi quando ho deciso di fondare questa Associazione, di cui sono Presidente. Avevo dubbi, paure, non sapevo come sarebbe stata accolta. Invece oggi contiamo un supporto e un sostegno straordinario e vi ringrazio di cuore.

Anne Frank mi ha aperto un mondo. La sua voce si è trasformata nei miei ideali, le sue frasi un motto come “Che bello il fatto che nessuno debba aspettare un momento particolare per iniziare a migliorare il mondo”.

Ecco, è questo che vorrei dire. Non tappatevi le orecchie, gli occhi e la bocca ma guardatevi intorno, aiutate, ascoltate, chiedete aiuto. Rivolgete una parola gentile, regalate un sorriso. E vedrete che si aprirà una straordinaria porta anche nella vostra vita. Non abbiate paura di prendere posizione, di partire, di scoprire, di scoprirvi. Ogni tanto fermatevi e guardate la natura, splendida, che ci circonda. Godetevi le piccole cose. Apprezzate chi vi è intorno. Fate tesoro di tutto ciò che avete. Non siate mai scortesi, abbassate i pregiudizi e ogni forma di discriminazione. E amate la vita, che è straordinaria.

Questo è ciò che la mia Associazione mi ha insegnato e mi insegna tutt’oggi. Che leggo nello sguardo curioso degli studenti, che provo quando con emozione stringo la mano di Sopravvissuti alla Shoah, che sento quando uno studente in lacrime mi apre il suo cuore raccontandomi di brutte esperienze che lo circondano, di quando un bambino vittima di una situazione più grande di lui ritrova il sorriso… Di ogni volta in cui mi ritrovo a leggere Il Diario di Anne Frank, e so che nascosto in ognuno di noi c’è lo stesso bisogno di portare pace e speranza. Non dimentichiamocelo, mai. Grazie, di cuore.

Per ulteriori informazioni sui  nostri programmi aperti a studenti, famiglie, Associazioni, biblioteche, Comuni, centri e privati:

unponteperaanefrank

pagina facebook

pagina a cura di LAURA RISSONE

Foto: associazione Un ponte per Anne Frank

Gli Altri Siamo Noi ritorna venerdì 27 dicembre

2 Comments

  1. Umberto Reply

    E’ una tema così delicato quello della shoah, così sensibile, che stento a trovare le parole giuste, ma ci provo. Esiste, e fai benissimo a dargli qui un pò di luce, un universo sommerso che senza essere ripagato dai riflettori della notorietà si adopera tutti giorni, senza ritorni di profitto o altro, per progetti come questi. E’ un’impresa enorme quella di combattere l’erosione della memoria da parte del tempo, di questo in fondo si tratta. Sappiamo che c’è chi in malafede sceglie il negazionismo, e non si commenta neppure, al di là di questo ammetto che possa anche esistere un bisogno umano di dimenticare, lo facciamo tutti in una certa misura verso i traumi, ma c’è anche un bisogno umano di salvare la memoria, e non significa rimanere fermi al passato, ma nasce da un bisogno molto attuale, quello di ricordarci che da allora, come esseri umani, siamo cambiati molto meno di quello che il vertiginoso progresso tecnologico degli ultimi decenni tende a farci credere. Come esseri umani siamo cambiati poco, facili a cadere nei medesimi o analoghi inganni. Gli unici anticorpi conosciuti sono sempre ancora nella vecchia sana memoria, anche se impedisce di chiudere certe ferite. Non è ancora tempo. Grazie per le riflessioni che il tuo articolo mi hanno smosso e che nel riportarle qui mi si sono meglio chiarite in testa.

    1. Federica Pannocchia Reply

      Caro Umberto, grazie di cuore a te per la tua profonda sensibilità. GRAZIE di cuore per aver scelto di non dimenticare, di essere quella fetta di società giusta e attiva. Non è facile, non è semplice e fa male vedere che il nostro mondo sta prendendo una piega che spesso ci spaventa, ma sicuramente è necessario far vincere la speranza, unirci per qualcosa di buono, per lottare insieme per una società migliore, priva di discriminazioni e indifferenza.Senza tapparci le orecchie, la bocca e gli occhi. Proprio imparando dagli errori del passato.Ancora grazie! Un caro saluto, Federica

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