Nel Segno Di Caino

di Guido Bertolusso

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Sin dalla nascita, Caino riportò le conseguenze negative del veleno iniettato in Eva dal serpente da cui Abele invece nacque immune

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Tra  Adamo e Mosè Dio interpose dieci generazioni e altrettante tra Mosè ed Abramo: nella sua lungimiranza e benevolenza il Signore, sicuro che tutte avrebbero suscitato la sua collera con il loro comportamento e la loro empietà, ne creò in abbondanza per poterle sterminare tutte e prendersi le sue belle soddisfazioni: di mille generazioni contate nella Bibbia tra la creazione del mondo e il monte Sinai novecentosettantaquattro furono cancellate già prima del diluvio universale!

E questo perché la malvagità venne al mondo con il primo nato di donna: Caino, dalla parola ebraica “fuscello di canna”.

Le storie sulla nascita di Caino si accavalcano, si intersecano, ci hanno detto che era figlio di Adamo e Lilith, poi si scopre che Eva era incinta, non è chiaro di chi, di Adamo, di angeli, di demoni?, perché nel frattempo aveva abbandonato il marito e si era messa in viaggio verso Occidente perseguitata dal chiodo fisso del serpente e con l’idea che essi desiderino accoppiarsi con le donne perché continuava la tresca tra Samma’el il Serpente ed Eva come è scritto in “4 Maccabei 18” dove è detto che il serpente tolse la verginità non solo ad Eva, ma anche ad altre donne.

Adamo, maschio stupido e credulone, lui era rimasto ad Oriente; quando Eva fu in preda alle doglie cominciò a lamentarsi e Adamo, dall’udito fine, corse a prenderla per riportarla con lui a Oriente. Erano dei gran viaggiatori i nostri antenati…

Qualche tempo dopo Eva partorì anche il suo secondo figlio Abele, dalla parola ebraica “Havel” “nato soltanto per morire”, o anche “lutto” e “colui che è afflitto” e poi a distanza di tempo ancora Seth; tutto già programmato con in grande dramma russo, non c’è che dire!

Per curiosità anagrafica Caino nacque quando Adamo aveva settant’anni e Abele sette anni dopo, chissà perché Caino alla nascita sapeva già correre e l’altro no, inoltre Caino aveva il volto radioso, pieno di luce, e questo col senno di poi ci appare strano, ma egli alla nascita assomigliava a “Kewan” il pianeta Saturno che rappresenta la stella luminosa del male che porta sventura a Israele. Secondo alcuni erano gemelli, ma la leggenda più diffusa nella “aggadah”, la tradizione narrativa ebraica, racconta che essi nacquero contemporaneamente a sorelle gemelle rispettivamente di nome Calmana e Deborah e ognuno sposò la sorella dell’altro per ordine divino di dare inizio al genere umano. Secondo un “Midrash” e lo “Zohar”, i motivi dell’uccisione di Abele furono la gelosia e la discussione su chi dovesse sposare la terza; i commentatori affermano che questo caso non ricade nel divieto di commettere incesto, ma , anzi, è segno della bontà di Dio affinché si continuasse la specie, caso poi proibito in seguito. Ma Caino pretendeva anche la seconda moglie giustificandone il diritto con la sua primogenitura.

Il cuore di mamma di Eva aveva avuto delle premonizioni e con la serenità che contraddistingue i racconti biblici, ella aveva sognato il sangue di Abele scorrere nella bocca del fratello, così Adamo li separò e fece diventare contadino Caino e pastore di greggi Abele. Ma tutto fu vano: Caino era una “pellaccia”. Ed aveva pure “il braccino corto”: le offerte in sacrificio verso Dio di Abele erano ricche di capi di bestiame, quelle di Caino si limitavano a pochi semi di lino abbrustoliti, e siccome il Signore non le prendeva neppure in considerazione il nostro fremeva dalla gelosia e dall’invidia. Come non bastasse c’era di mezzo una terza donna: un altra  sorella gemella di Abele era di incomparabile bellezza e Caino che la desiderava non faceva che pensare a come liberarsi dal fratello; l’occasione arrivò con l’infausto sconfinamento di un capro in un campo seminato da Caino che non perse tempo per trasformare il fatto nel primo  “casus belli” della Storia. Adirato, detto fatto,  si avventò su Abele con una mandibola di asino e gli segò il collo con i denti ancora conficcati nell’osso. Le tradizioni riportate circa le modalità dell’assassinio sono molteplici: scuole rabbiniche lettoni parlano di un sasso o di un bastone, altre di una spada o con il ferro del vomere, altre interpretazioni narrano di un tentativo di ucciderlo a sferzate, ma alla fine lo “Zohar” mette d’accordo tutti e Caino uccise Abele a morsi.

La Bibbia non ci ha mai lasciato sorpresi dalla ferocia delle sue narrazioni!

Trovare il primo assassino della Storia non fu difficile, ma Caino applicò una strategia difensiva degna di Perry Mason. “Sono forse il custode di mio fratello?” rispose a Dio quando Lui facendo lo gnorri gli chiese di Abele, “sei stato Tu a creare in me l’inclinazione al male. Tu che sei il custode di tutte le cose perché hai permesso che io lo uccidessi? Tu stesso l’hai ucciso. Io non ho mai visto uccidere un uomo, per cui non potevo sapere che i sassi scagliati contro di lui o il filo della spada oppure i morsi inflitti potessero essere letali?”; queste risposte di difesa consentirono a Caino di ottenere uno sconto di pena: non avrebbe dovuto vagare errante per l’eternità, ma sarebbe stato per sempre un fuggiasco in preda ai pericoli della Terra e degli animali selvatici.

Poi Dio gli diede il cane come compagnia e protezione, lo colpì con la lebbra per marchiarlo come peccatore e gli impresse sul braccio il numero nove per indicare che sarebbe morto non prima di avere nove discendenti e sulla fronte un segno: “il segno di Caino”.  Oltretutto ricevette un ulteriore castigo: il suo volto divenne nero come il fumo.

La natura del marchio di Caino è stata oggetto di dibattiti e congetture. La parola ebrea “marchio” è “owth” che si riferisce a “marchio, segno, pegno” così la parola non identifica l’esatta natura  del marchio che Dio mise su Caino. Qualunque fosse era l’indicazione, l’avvertimento che Caino non doveva essere ucciso. Dio non avrebbe permesso a nessuno di vendicarsi contro Caino e chi l’avesse fatto avrebbe subito la vendetta sette volte sette.

In passato si credette che il marchio di Caino fosse la pelle scura, ovvero che Dio avesse fatto diventare la pelle di Caino nera e questo giustificò la credenza che la gente di colore fosse maledetta e all’epoca dei “negrieri” servì come alibi per il mercato degli schiavi africani e a qualunque discriminazione verso le persone dalle pelle scura. Non c’è alcuna base biblica nel sostenere che i discendenti di Caino avessero la pelle scura. Inoltre, se accettiamo il racconto biblico, la sua stirpe fu eliminata dal Diluvio Universale.

Nel Medioevo le macchie lunari venivano considerate connesse alla figura di Caino, esiliato sul satellite dopo il suo gesto efferato con una fascina di spine legata sulla schiena, tradizione riportata anche da Dante in Inferno XX e Paradiso II.

All’età di novecentotrent’anni Adamo cadde malato e capì che i suoi giorni si stavano esaurendo; mandò Eva accompagnata da Set alle porte del Paradiso per tentare di commuovere il Signore  sperando di ottenere ancora tempo da vivere, ma l’arcangelo Michele fu impietoso: la preghiera non poteva essere esaudita Adamo doveva morire di lì a poco e con lui tutti i suoi discendenti dopo di lui, un po’ seccato egli disse ad Eva:”Quale sventura hai attirato su di noi quando hai suscitato la sua collera! Ora vedi la morte è il destino di tutta la nostra stirpe, mannaggia a te e alla tua mela!”

Adamo morì e fu sepolto con Abele nello stesso luogo da cui fu preso il fango con cui era stato realizzato; Eva trascorse in pianto il periodo tra la morte del marito e la sua, implorando di essere sepolta vicino a lui, e, quando giunse la sua ora, la costola di Adamo tornò dal legittimo proprietario.

In seguito  alla morte di Adamo ed Eva un’altra delle conseguenze del loro peccato fu che le malattie che colpirono il genere umano ammontano a settantadue, settanta sono i generi di morte elencati in “Testamento di Abramo”, ma in “Bekarot 8a” esistono novecentotré  modi di morire, vale a dire malattie che portano alla morte e, da sola, la bile quando subisce alterazioni morbose può provocare la morte in ottantatré modi. Hai voglia a studiare medicina!

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Foto: repubblica.it

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Apostata Per Vocazione ritorna lunedì 23 gennaio

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2 Comments

  1. Gabriele Monacis Reply

    Una volta tanto posso attualizzare, per modo di dire l’articolo di Guido. La cattiveria è insita nel genere umano. Esistono uomini in grado di infierire sui propri simili con atroci torture, senza vergogna, o sensi di misericordia. Ci sono state invece persone, come il dottor Schweitzer, o Madre Teresa di Calcutta, che hanno scritto pagine sublimi sulla bontà e carità umana verso il prossimo.
    Vittime e carnefici sono figli nati sotto lo stesso cielo. Si sono ritrovati vicini per un caso del destino. Non si risolvono i problemi con l’odio, la divisione, la violenza. Eppure dopo tanti secoli di guerre idiote, di violenze aberranti, l’umanità continua a vergognarsi dei propri simili che commettono le atrocità più bieche. La volete smettere ? Non capite che le dispute vanno risolte con il negoziato, con il ragionamento, con il cervello. A volte il conflitto non produce il risultato voluto. Anzi. Lo sa bene Putin che dopo dieci mesi di guerra contro l’Ucraina ha visto la Svezia, la Finlandia, formalizzare la richiesta di far parte della Nato e cessare la loro neutralità. Ora deve trovare il modo di uscirne, ma i suoi centomila ragazzi e generali russi morti, le migliaia di cadaveri ucraini trucidati, pesano come un macigno. Troverà una soluzione, magari con uno dei suoi sporchi trucchi da illusionista. Magari con due gocce di cicuta, o altre amene sostanza da KGB. Anche lui ormai ha fatto il suo tempo. Un diluvio universale sarebbe la soluzione, ma non funziona sempre. Per ora a gelare sono la costa occidentale degli U.S.A. ed il Giappone. Sarà fantascienza, ma piace pensare che abbia trovato il modo di congelare i suoi potenziali nemici. Questo è davvero un periodo nero, per usare un eufemismo. “Verrà quel giorno” disse fra Cristoforo a Don Rodrigo ne I promessi sposi. Non vediamo l’ora.

  2. Claudio Savergnini Reply

    Se nei miei commenti alle puntate precedenti avevo trovato spunti per dipingere Dio come un bonario pasticcione, oggi mi sembra invece che ci siano tutti gli elementi per ipotizzare che Egli fosse già vittima dei primi sintomi della demenza senile… Fino ad oggi io non ero al corrente che ancor prima del diluvio universale novecentosettantaquattro generazioni di esseri umani fossero state cancellate dalla faccia della terra! E da come il dato è presentato si evince che è stato proprio Dio a eliminarli!
    Prendendo per buone le rivelazioni che mi erano state fatte dalla suora del catechismo (e successivamente da qualche sacerdote) io sapevo di un Dio infinitamente buono e misericordioso, onnisciente, onnipotente, eccetera eccetera. Non ricordo esattamente con quali termini mi avessero anche edotto su una sua importante prerogativa, che era quella di vedere tutto, sia del presente che del futuro; so comunque che da bambino certi aspetti della religione mi provocavano già non pochi fastidi: tra un Dio che poteva vedermi ovunque io fossi e il mio angelo custode (che sapevo essere sempre presente) io, molto pudico, provavo un grande imbarazzo con tutti quegli occhi addosso, specie quando dovevo andare al gabinetto e cercavo di evitare la cosa per quanto possibile. L’unico vantaggio di questa situazione è stato che mia madre mi doveva spesso somministrare il Rim o la mannite, due lassativi di cui ero molto ghiotto, ma che risolvevano solo la parte materiale dei miei problemi e non quella psicologica. Ora che sono cresciuto e che ho in qualche modo ridimensionato la figura divina, posso serenamente dire che i miei problemi di stipsi infantile sono un lontano ricordo, ma che mi è rimasto il dubbio di come possa definirsi “infinitamente buono” un Creatore che della propria opera ha fatto scempio in più occasioni.
    Per proteggere Caino da eventuali vendette (e dimostrare la propria magnanimità) Dio gli impose il “marchio di Caino” sulla fronte, pensando pure di tatuargli il numero nove sul braccio: tutto questo a me ha ricordato la stella gialla sulla casacca dei deportati ebrei e la matricola impressa sul braccio degli internati nei lager. Chi ha ispirato chi? è stato Dio a copiare dai nazisti o sono stati loro a prendere l’idea dalle Sacre Scritture? Non deve stupire se dico che il Padreterno può aver “copiato” da fatti avveratisi qualche millennio dopo, perchè Lui, come da definizione, poteva vedere cosa sarebbe avvenuto nelle epoche posteriori e liberamente ispirarsi a fatti che, dopotutto, erano se pur indirettamente, farina del suo sacco! Un film degli anni ’70 in parte ambientato in un campo di prigionia si intitolava “Gott mit uns” che tradotto significa: “Dio è con noi”; questo motto associa Dio a fatti terribili e figure scellerate, ma non si trova solo nel contesto di quella pellicola: sulla fibbia del cinturone che io usavo nei boy scout vi era inciso un giglio, sulle fibbie della Wehrmacht di Hitler si leggeva “Gott mit uns”.
    Ecco perché ho ipotizzato che Dio non ci stesse più molto con la testa fin da allora;
    Si dice che un buon padre deve essere autorevole e non autoritario, ma l’autorevolezza non gli sarà mai riconosciuta se non mostra di essere coerente! E che coerenza ha dimostrato invece il Padreterno? Lui doveva saperlo meglio di noi che l’ira è uno dei sette peccati capitali e invece si è incollerito, arrivando a cancellare col diluvio l’umanità che era diventata malvagia, salvando solo pochi “giusti” e coppie di animali per dar loro modo di ripartire da zero; questo mi lascia sinceramente un po’ perplesso, a meno di riconoscergli una patologia neurologica seriamente invalidante.
    Era troppo confuso e, anche potendo guardare avanti nel tempo, non è mai riuscito a capire che nemmeno “il grande reset” del diluvio è servito a qualcosa se non a emulare dei genocidi, come quelli degli ebrei, della Cambogia, del Ruanda, del Kosovo, degli Armeni eccetera.
    Insomma, nonostante sia innegabile che sbagliando s’impara (il “Perfettissimo” però, per definizione, non avrebbe dovuto sbagliare mai) sembra tuttavia che Lui non abbia imparato un granché dalle sue creazioni.
    Per questi comportamenti anomali del buon Dio, e per ricorrenti stati di incapacità di intendere e di volere storicamente accertati, io vorrei suggerirgli di farsi vedere da un bravo specialista.
    Una leggera tendenza alla polemica insita nel mio carattere mi porta sovente a vestire i panni di avvocato del diavolo; oggi invece senza quasi rendermene conto mi sono ritrovato a fare il… neurologo di Dio!

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