Cinghialicidi

di Umberto Scopa

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I cinghiali protagonisti… tanto da entrare nella manovra economica del governo

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Per questo appuntamento con La Bradipo Notizia, ho scelto di parlarvi di cinghiali, commentando i tanti articoli dedicati “all’invasione” del mammifero artiodattilo nelle nostre città, prima di addentrarvi nel mio scritto, v’invito a fare un ripasso sull’argomento leggendo questo articolo.

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Molti quotidiani riportano notizia dell’ingresso dei cinghiali addirittura dentro la manovra economica del governo. Del resto, povere bestie, devono essere proprio affamate per spingersi anche lì dentro, dove non restano le briciole neanche per i disoccupati.

Capisco comunque il problema. C’è un assedio urbano sferrato dai cinghiali che si sono oltremodo riprodotti e possono aggredire pacifici cittadini. Magari stai andando a fare la spesa in macchina e ti trovi a tu per tu con un cinghiale a contenderti l’ultimo parcheggio rimasto. È un attimo che il cinghiale perde le staffe e poi è solo gioia per i carrozzieri.

Si sa poi il cinghiale carica, trovarselo davanti non è mai un bell’incontro, e non basta – per evitare di incrociarlo – passare sul marciapiede opposto secondo l’usanza ingenerata dal Covid. I cinghiali sanno attraversare la strada quindi urgono difese più incisive e stiamo arrivando al punto dolente, i cacciatori.

Di certo la premier a malincuore ha dovuto depennare più miti contromisure: non ignora certo che se il cinghiale ha ispirato la figura dell’unicorno, secondo la tradizione, dovrebbe bastare una vergine ad ammansirlo. Tuttavia i suoi esperti devono avere stimato anche che siamo più provvisti di cacciatori che di vergini e quindi, si capisce. I suoi esperti hanno fatto i loro accertamenti, non chiedetemi come. Il covid ci ha insegnato a fidarci degli esperti, punto, che volete sapere voi?

Fra l’altro disturba una cosa di questi animali. Cioè i loro costumi. Nel senso di abitudini di vita, non di indumenti, s’intende. Insomma sono così poco pudichi e poco selettivi verso i richiami amorosi di altri esemplari della loro specie (e apprezziamo che si limitino a questi) al punto da accoppiarsi senza remore, in modo – lasciatemi dire – anche provocatorio e sfrontato verso una popolazione umana che in Italia invece non si riproduce più.

Tutti sappiamo che ci sono molte specie animali comparse in zone del nostro paese come risultato di innesti faunistici mirati a certi scopi; poi rimasti incompiuti questi scopi, preferiamo dimenticarli, più per convenienza che per vergogna.

Il più eclatante è il caso romano ricordato recentemente da Michele Serra nel programma “Che tempo che fa”: a Roma addirittura i cinghiali, che non avevano una mezza idea di visitare la capitale, sono stati portati a forza per essere impallinati dai cacciatori romani e rallegrare le loro scampagnate. Non so se la mira dei cacciatori fosse difettosa, o se abbiano preferito sparare ai tordi, ma qualcosa non ha funzionato evidentemente nel progetto, perché altrimenti i cinghiali non si sarebbero riprodotti in misura così consistente. Forse sono un inguaribile romantico, e mi perdonerete se trovo un “pelino” consolatorio pensare che i cinghiali si siano dedicati a coltivare emozioni più edificanti di quelle che una grandinata di piombo poteva offrirgli.

La spiegazione più logica dell’accaduto è però che i cacciatori romani abbiano disertato e quindi qualche illuminato stratega a monte deve avere sbagliato i suoi conti; ma si sa, i generali difficilmente pagano e difficilmente i loro errori vengono riconosciuti. Insomma ora il governo con la manovra economica prova a richiamare in servizio i riservisti di quell’esercito non abbastanza nutrito e agguerrito, chissà.

Poi la disposizione in via di approvazione ci spiega che il cinghiale abbattuto è commestibile, e dopo opportuni accertamenti sanitari, il cacciatore e i suoi convitati, possono cibarsene e qui – perdonatemi – se non sputate il proiettile… è tutta gioia per i dentisti!

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Foto: pixabay.com

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La Bradipo Notizia ritorna domenica 1 gennaio

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