Mattatoio N. 5

di Sara Migliorini

___

Una lettura surreale che cela in sé un potente manifesto contro la guerra.

____________________________________________________________________________

______

Tanto era rassicurante e lineare il libro che vi ho consigliato il mese scorso  quanto sarà bizzarro e surreale il titolo di questo odierno appuntamento. La lettura, d’altra parte, è una medaglia a due facce: rappresenta sì il nostro bisogno di ritrovarci in storie che ci avvolgano e siano di conforto, ma deve anche smuoverci da questa stessa zona di conforto per farci incontrare nuovi mondi e diverse prospettive. Il libro del quale vorrei parlarvi è “Mattatoio n. 5” di Kurt Vonnegut.

Lo spunto del romanzo è autobiografico e ci porta in piena seconda guerra mondiale. Kurt Vonnegut vi partecipò come soldato volontario e venne fatto prigioniero durante l’offensiva delle Ardenne. Trasferito in Germania, assistette al bombardamento alleato che, nel 1945, rase al suolo la città di Dresda. Vonnegut si salvò solo perché rinchiuso in una grotta posta sotto il mattatoio della città, a cui si fa riferimento nel titolo.

___

Si è decisamente fuori strada pensando di apprestarsi alla lettura di un semplice memoir sulla guerra. Per descrivere l’indicibile, per far comprendere come la morte e la distruzione abbiano cambiato l’animo di un uomo, per tentare di sopravvivere all’orrore e tornare a una vita normale, Vonnegut attinge alla sua maestria di narratore. Si inventa un romanzo in cui gli elementi tragici si mescolano a quelli grotteschi, un’avventura picaresca nella quale il lettore perde i punti di riferimento e la fantascienza trasfigura una realtà troppo dura da ricordare con parametri e riferimenti umani.

Per Vonnegut l’unico modo per raccontare una storia che troppo lo ha segnato è quello di vederla dall’esterno attraverso la figura di Billy Pilgrim, novello Don Chisciotte, apparentemente inadeguato, ma in realtà dotato della saggezza suprema di sapersi adattare ai rovesci del destino e cavarsela in ogni situazione. Ci troviamo a viaggiare con Billy Pilgrim avanti e indietro nel tempo, nella sua storia personale, perché è sufficiente un’intermittenza della coscienza (uno svenimento, una pennichella) per farlo viaggiare in un altrove che può essere tanto il proprio passato quanto il futuro. Nell’apoteosi del surrealismo Billy verrà addirittura rapito dagli alieni e trasportato sul pianeta Trafalmadore, dove verrà iniziato ad una suggestiva filosofia di vita, secondo la quale passato, presente e futuro coesistono per l’eternità. Nella quarta dimensione dell’esistenza di Trafalmadore un uomo è vivo in ogni istante in più luoghi e in più momenti e la morte non è che un semplice accidente, dal momento che chi è morto qui e ora è in realtà vivo in altri luoghi e in altri tempi.

___

Tuttavia, l’essere umano non ha la possibilità di viaggiare nel tempo, né possiede la saggezza suprema degli alieni. Il passato non può essere cambiato e nella guerra non vi è nulla di eroico. La creazione di una mitologia intorno all’esperienza della guerra fa sì che la realtà, il sangue, il dolore, le morti vengano travisate e per ciò stesso siano destinate a perpetuarsi nel tempo e nello spazio. Quel “Così va la vita” ossessivamente ripetuto in tutto il romanzo è la presa di consapevolezza della realtà da parte dell’autore. Consapevolezza che, a sua volta, si traduce in una preghiera:

___

“Dio mi conceda la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare quelle che posso e la saggezza di comprendere sempre la differenza.”

___

Il tono fantascientifico del romanzo e l’irrealtà della trama fanno sì che si sfugga a qualsiasi retorica pacifista, portando proprio per questo motivo il testo ad essere uno dei più grandi manifesti contro la guerra. Non sono necessarie descrizioni cruente o stereotipate filippiche a favore della pace, l’assurdità e l’insensatezza della guerra emergono dirompenti da ogni singola pagina. Non è  un testo di immediata comprensione, ma parla alle corde più profonde dell’essere umano e, a lettura ultimata, il suo messaggio permane a lungo nella testa e nel cuore.

___

Colgo l’occasione per ringraziare i lettori e in particolare chi ha voluto commentare il precedente articolo.

___

Foto: Sara Migliorini

___

Il Bradipo Legge ritorna mercoledì 5 aprile

___

4 Comments

  1. Susanna Reply

    Grazie Sara, sono anni che voglia affrontare Kurt Vonnegut, ma mi sono sempre fermata. Adesso mi hai dato tu la spinta e il coraggio. Mi fai anche pensare che possa essere un libro adatto ai giovani, per tenerli lontani da un orrore che non hanno mai conosciuto, ma che potrebbe affascinare, come è accaduto in passato.

  2. Maria Rita Reply

    Sei riuscita a intuire e fare trasparire con chiarezza come l’autore, mediante le avventure fantasy e picaresche che fa rivivere al personaggio, “nascondendocisi dentro”, riesca a sopravvivere emotivamente alle atrocità viste e vissute. E a denunciare l’ orrore della guerra. Brava Sara!

  3. Enea Reply

    Dello stesso autore consiglio “Madre notte” , vicenda finta più vera del vero che disvela paradossi e contraddizioni del ‘900 e dell’essere umano.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *