L’Odore Delle Verghe
Di Nocciolo

__
La scelta di Vittorio Olivetto: un ritorno alle origini, con la volontà di fuggire per poi ritrovarsi
____________________________________________________________________________
___
Amanti della lentezza venite con me a Monteviascopiccolo borgo montano del Varesotto a 950 metri di altitudine nel comune di Curigliada oltre quattro anni collegato al fondovalle solo da una ripida mulattiera, dove vivono una decina di persone, che sentitesi abbandonati sono arrivati a chiedere l’annessione alla Svizzera.
Ma non è della richiesta di annessione che vi voglio raccontare, ma di un suo “nuovo” abitante, Vittorio Olivetto.
Vittorio è un giovane di 20 anni, che ha deciso trasferirsi nel piccolo borgo al confine con la Svizzera. Detta così sembra una cosa poco interessante, una scelta – quella di andare a vivere in piccoli borghi di montagna – che coinvolge sempre più persone. Addentrandoci nella storia scopriamo che non è così, viste le non poche difficoltà: dal novembre 2018 il borgo è isolato dal resto del mondo a causa di un tragico incidente costato la vita al manutentore della funivia – aperta nel 1989 – e sino ad oggi non sostituito. Il collegamento con la bassa valle è garantito solo da una mulattiera di 1.400 antichi gradoni in sasso. Dal primo posteggio a valle dove partiva la funivia, fino alla vetta dove si trova il paese, ci si impiega circa un’ora di cammino, Vittorio ha lasciato la sua casa nel sud della provincia di Varese e la metropoli milanese, e l’assenza di comodi collegamenti non lo spaventa.
___
Cosa cerca Vittorio a Monteviasco? Un ritorno alle origini, con la volontà di fuggire per poi ritrovarsi, allontanandosi da un mondo alle prese con la guerra, la pandemia, con l’incapacità dell’uomo di trovare in questo momento soluzioni adeguate a tutti, non solo a giovani della sua generazione. Aggiunge e sottolinea che non si tratta di una decisione ascetica, anzi, è il suo modo di combattere soprattutto contro la tendenza alla grande fuga e quindi invita tutti, anche i suoi coetanei, a provare esperienze simili.
___
Cosa fa Vittorio a Monteviasco? Porta avanti un’antica tradizione di questi luoghi, ossia l’arte di costruire ed intrecciare cesti, dove non esiste nessun manuale ma solo l’insegnamento orale e pratico di alcuni “vecchi” che credevano che tale arte, a Monteviasco, non avesse eredi. In Vittorio hanno trovato la voglia di imparare un mestiere scomparso che descrive quasi in forma poetica: mi faccio avvolgere dall’odore delle verghe di nocciolo che lasciano l’acqua dove esse si ammorbidiscono per essere usate nella costruzione.
___
Cosa ha trovato Vittorio a Monteviasco? La presa di coscienza di cosa si ha davvero bisogno: l’acqua, il fuoco e qualcosa da mangiare. Il rapporto con i pochi vicini – che possono essere anche sparsi per questo antico borgo e non proprio nella porta accanto – un rapporto che si esplica nel darsi una mano per piccoli lavoretti per poi vedere il beneficiario portare uova fresche o formaggio, o della pizza.
___
Cosa si augura Vittorio? Di proseguire – ad oggi non la cambierebbe con nulla al mondo – la sua vita a Monteviasco, ha imparato un mestiere oltre a quello di liutaio che stava affrontando in quel di Milano, e magari trovare altri giovani interessati a provare questo genere di esperienza.
__
La storia di Vittorio ha delle similitudini con i protagonisti del romanzo Le otto montagne di Paolo Cognetti – ora anche al cinema – e con la scelta di vita di Devis Bonanni – queste le storie più famose, ne esistono sicuramente altre – un ritorno ad uno stile di vita andato, di cui – salvo smentite – in tanti, e non solo giovani, sentono il bisogno di provare.
___
Foto: svizzera.it
__
Tempo Lento ritorna sabato 18 marzo
___
___

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *