Sogni

di Enea Solinas

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Articolo pubblicato il 10 aprile 2023 e scelto dall’autore per la riproposta estiva

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I sogni possono essere contagiosi?

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Da alcuni l’alchimia viene “spiegata” con la definizione di “chimica delle emozioni”. Un rispondere e gestire le emozioni con un certo grado di consapevolezza. O altrimenti, lasciandosi trasportare fluidamente da essa, in una prospettiva non finalistica e limitata.

Personalmente, trovo fuorviante questa definizione moderna.

Al di là di tutte le speculazioni con questo termine s’intende innanzitutto una tradizione filosofico esoterica, affiancabile all’ermetismo di stampo neoplatonico ed ellenistico. Ma pratiche di trasmutazione e cambiamento delle sostanze (inteso anche come lavoro su di sé e più in generale in senso simbolico, dove il procedimento spesso è più interessante e importante dei fini) sono presenti anche in oriente. Per esempio l’alchimia è annoverata come branca esoterica anche nella tradizione taoista. Uno degli scopi era proprio l’immortalità. Ma riletto in chiave simbolica potrebbe al contrario proprio indicare un attraversamento di stati extra-ordinari e non comuni che vanno al di là del confine vita/morte, e ci riportano ad una consapevolezza dell’esser presenti a sé stessi, conservando quella scintilla che si ripresenta in determinate occasioni.

Tralasciamo questi enigmatici retaggi storici, per certi versi leggendari, misto di Storia e linguaggi resi impossibili da interpretare da i non affiliati.

Consideriamo, riprendendo la traccia delle precedenti cronache, l’attualità e le sue crisi, le sue variabili e certe costanti (magari solo apparenti ma pur sempre un aspetto della realtà dell’essere) e immaginiamo in un’ottica post-pandemica una possibile ridefinizione della connotazione moderna.

Il cuore è il grande demiurgo che non può essere compreso dalla ragione, bensì sentito e, con più attenzione, ascoltato.

Ma del sentire non fanno parte solo le emozioni che sono qualcosa di molto variegato benché neuroscienze e semplificazione tecnica tendano a ridurne la gamma.

Sono implicati in quest’Opus le percezioni, le propriocezioni, i ricordi, l’immaginario, l’immaginazione, le interazioni con altre persone (corpi animati e anime incarnate) e con l’ambiente.

A livello simbolico, e similmente alla ritualità del Veda, l’alchimia ha un’attinenza con la conservazione del fuoco. Inteso come vitalità e non soltanto come elemento passionale.

La malinconia e gli stati d’animo più “freddi” contribuiscono a questa vitalità e a tale conservazione. Riplasmano anche la nostra ricettività con il sentire più profondo.

Dal quale, generativamente risorgono anche prospettive e sogni.

Forse una “chimica dei sogni” è una definizione più appropriata, benché il parallelismo con la moderna chimica sia sempre grezzo e tecnicistico. Le sostanze e le operazioni dell’alchimia sono sempre metaforiche. Presuppongono e ipotizzano un io regista, ma anche oggetto di intrinseca trasformazione. Non è granitico né si può eludere il suo essere in relazione con il sé (che è un concetto più vasto, e di carattere metafisico).

Questo per ridiscutere l’idea in senso intrapsichico e soggettivo.

Ciascuno ha i propri sogni dai quali viene scelto e che asseconda cercando di realizzarli.

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La psicologia junghiana ci consegna anche l’idea dell’inconscio collettivo, per cui saremmo immersi in una psiche che non è solo interiore, ma appunto rex estensa, ed implicata a tutti i suddetti elementi che incontriamo e sentiamo nelle diverse situazioni di vita. Le più gioiose come le più drammatiche o le più dolorose.

Ma anche volendo emanciparci da un’idea così onniavvolgente e affermare la nostra personalità si potrebbero considerare i singoli sogni individuali come dei virus che contagiano energeticamente e metabolizzano tutto ciò che transita per il cuore. O che da esso è generato ed espresso, talvolta ricreativamente, in maniera puerile e aperta alla domanda che ci connota come esseri che sanno di non sapere. In modi per lo più misteriosi e comunque imprevedibili.

La “visione” di questa cronaca del dopovirus resta sul generale, e non si riduce a degli esempi, Né di carattere sociale, né biografici. Sarebbe una gara ad esclusione, una reduzione. Il gioco – appunto – è un altro.

La provocazione e la speranza è tutta inscritta nella domanda posta in occhiello.

I sogni possono essere contagiosi?

Come avrete capito io propendo per il sì, pur restando i sogni di ciascheduno unici e inalienabili.

Ma essendo un enigma, non è tanto intendere o supporre se sì o no, quanto far derivare da questo interrogativo uno ulteriore.

Per esempio: cosa può fare ciascuno per contagiare e lasciarsi contagiare da questo virus?

Esso non è privo di rischi. Può suscitare diverse malattie.

Ma rispetto a quello che ospitiamo da qualche tempo a livello globale, è… desidera essere più benevolo.

Se questo piccolo microrganismo ci ricorda che siamo ospiti di questo pianeta e che nulla in realtà ci appartiene, quest’altro virus può farci riflettere di quanto possiamo essere attori di cambiamento e generatività. Senza perdere il nostro baricentro. Magari accogliendo malie (preferisco chiamarle così, che non malattie), che ci spiazzano e spersonalizzano per un certo tratto. Sedimentando e trasformando il nostro humus… il sentire profondo, terreo e marino ad un tempo, da cui sorgono i sogni che ci allietano o ci inquietano.

Dovremmo sentirci portatori consapevoli di questo virus. Agenti di contagio.

Liberi di accogliere questa provocazione interrogazione e farne ulteriori riflessioni o esempi (magari propositi) lasciando un commento.

Buona primavera, e naturalmente sogni d’oro, alla prossima.

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Foto: pixabay.com

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11 Comments

  1. Anna Reply

    Credo nella potenza delle parole che fanno breccia nei cuori e possono muovere mari e monti. Se solo si ponesse attenzione a tutte quelle che pronunciamo senza darci peso, potremmo dar vita a una grande pacifica rivoluzione nei rapporti umani.

  2. Maura Reply

    Credo sia necessario mantenere vivi i sogni, e se da bambini era naturale farlo oggi forse richiede un impegno e se non un vero proprio impegno, almeno una dichiarazione di volontà. Sono ancora là vivi e luminosi, ma nascoti dietro tante cose apparentemente utili, ma in realtà inutili alla nostra coscienza. Ritroviamo i sogni, lasciamo che trasparino dalle nostre parole. Essi di per sè stessi sono contagiosi. Grazie Enea!

  3. Giuseppe Reply

    I sogni alle volte rivelano i nostri bisogni, altre volte sono i nostri bisogni che necessitano dei sogni.

  4. Enea Solinas Reply

    Grazie degli ulteriori spunti.
    I sogni sono rivelatori
    E relativizzano l’utile e l’inutile
    A volte sono duplici bi- sogni
    Che si scoprono reciprocamente
    Scartano e fanno luce su orizzonti passati
    Ancora vivi e lucidi
    Di commozione
    Qualcosa risuona in voi da questo gioco di condivisione e contagio

    Grazie!

  5. DianaD Reply

    Grazie, Enea! 🙏🙏🙏
    Una meravigliosa sorpresa questi tuoi pensieri. 💓
    Mi viene in mente ancora Castaneda e il suo invito a vivere i nostri sogni notturni in un maniera attiva per trasformarli in una palestra grazie alla quale imparare a riconoscere e indagare la capacità che abbiamo di portare i sogni nella materia… Lo condivido perché è stato un percorso che mi ha aiutato tanto… ma qualunque sia la strada per arrivarci, CHE IL SOGNO SOGNATO di ognuno di noi, e di tutti insieme, ABBIA VITA!!! 🥰

  6. elena gilli Reply

    Fino a qualche anno fa avevo difficoltà a ricordare i sogni al risveglio. Poi ho chiesto con tutta me stessa all’Universo (-Dio-Luce-Energia-Prana- Grande Spirito; chiamatelo come volete e credete) di poter ricordare e fare buon uso della vita sognata. E così è stato e questa ha contaminato anche la vita non sognata. Che bella sorpresa! impegnativa certo… ma già che si vive tanto vale farlo totalmente.
    Un augurio di buon risveglio a ciascuno e a tutt*
    Grazie Enea✨
    elena

  7. Enea Solinas Reply

    Estendo questi sogni affinché siano interpretrati come augurio, antidoto, consiglio misteriso e invito a lasciarsi andare e ad avere fiducia nelle proprie facoltà oniriche e immaginative.
    Per empatia, in gratitudine e perenne ricerca questa malia è una magia che ci fa complici della vita, dei suoi bisogni e attenzioni senza rinunciare a un po’ di sano incantamento per le piccole grandi situazioni che ci capita di incontrare e rielaborare nel nostro psicosoma, spirito, e nell’allegrezza di preziose condivisioni.

    A distanza

    E in presenza

    Per distinguere e superare le diffidenze e le costrizioni di questi anni e tempi bui.

    Da ogni crepa si scorge la luce, come dicono i versi di un poeta. Questo ciò che percepisco e da cui rimango contagiato, dalle vostre parole

  8. Ennio Solinas Reply

    Caro Enea, prescindendo dalle pur dotte considerazioni del tuo bell’articolo mi limito a valutare la contagiabilita’ dei miei sogni un amico viatico di sprone a trasfondere ogni sensazione nel più positivo dei propositi che dal mio subconscio essi rappresentano.
    In questo senso ben venga il contagio che l’abraccio di Morfeo mi possa aver generato.
    Grazie….. e buon risveglio alla realtà!

  9. Samuela Reply

    Grazie mille Enea per queste parole di speranza che sono sempre molto utili! Se utilizzassimo i nostri sogni e pensieri positivi per contagiare le altre persone, così come in piena pandemia contagiavano incuranti gli altri del virus sars-COVID 19, allora il mondo sarebbe migliore.
    Un augurio di buoni sogni a tutt*

  10. Enea -agosto 23 Reply

    Aggiungo a distanza di tempo un sogno che nasce da un bi-sogno. Da uno sfogo.
    Non demonizzare il denaro e non farsi corrompere da interessi speculativi.
    Non assecondare false aspettative e disilludersi, cambiando sogno… Che cortisponda sinceramente ad un proprio desiderio.
    La realtà è misteriosa, ma noi abbiamo la capacità e la competenza su noi stessi per relazionarci ad essa.
    Si chiama libero arbitrio.
    Non escludere la responsabilità, e accogliere le dinamiche e le implicazioni, anche quando dolorose o perverse.
    Vivere bene la propria solitudine.

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