Ripetere O Riprendere?

di Laura Martini

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Non puoi riprendere da ciò che non è hai mai iniziato

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Professore non mi bocci. Io non posso ripetere. Frase che potrebbe aver pronunciato e/o pensato Niccolò Paganini…

Per questo primo articolo della nuova stagione prendo spunto da una riflessione di Alessandro D’Avenia, sulla differenza tra riprendere e ripetere, due verbi che nel contesto scolastico, l’ambito che professionalmente mi rappresenta, assumono un significato importante, penso ad esempio alla parola “ripetente” quale sinonimo di bocciato.

Ripetere infatti “fa scivolare nelle sabbie mobili dell’inerzia”, indica l’azione di fare, anzi rifare qualcosa nuovamente o più volte, un approccio mentale che ci rende schiavi dell’abitudine e della noia, un modo strategico di adempiere per contratto a un dovere.

Credo invece che riprendere sia il verbo più adatto, se si parla di un nuovo inizio scolastico, in quanto identifica al meglio il concetto di continuità, puntando però sull’innovazione, il cambiamento, ma soprattutto sul piacere di iniziare una nuova avventura.

Un cammino che parte col recuperare appunti, progetti, idee che magari non si è riusciti a realizzare l’anno precedente o sono stati lasciati a metà, per poi proseguire sperimentandone altri che possano rendere le lezioni più coinvolgenti ed efficaci.

Programmare non può e non deve essere considerato un atto puramente burocratico, ma deve comunicare la nostra passione per quello che faremo, adatteremo e scopriremo insieme ai nostri alunni quotidianamente, per favorire al massimo lo sviluppo delle loro abilità cognitive, sociali ed emotive.

“Ciò che si riprende non si ripete, è vivo“ e la vitalità è movimento, un continuo divenire che stimola la  “creatività”, quello stato di grazia che alimenta e stimola il pensiero critico, favorendo l’inclusività e incoraggiando tutti a condividere le proprie opinioni considerando prospettive diverse.

Coltivare la creatività aiuta gli alunni a sviluppare competenze importanti e a mantenere attiva la loro partecipazione, è questo infatti uno dei punti in cui si concretizza veramente la meraviglia dell’insegnamento.

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L’inizio di un anno scolastico è quindi momento di nuove opportunità per tutti coloro che sono coinvolti nell’educazione, l’importante è stabilire obiettivi realistici e lavorare costantemente per raggiungerli, impegnandosi a migliorarsi giorno per giorno.

Mantenere vivo l’entusiasmo della ripresa, per chi è Insegnante di lungo corso, è saper vivere, anche dopo tanti anni, le piccole cose con la stessa curiosità della prima volta: la pagina bianca del diario, la prima lezione, i nuovi colleghi, le mille mail di proposte didattiche da selezionare, i corsi di aggiornamento…

Rispondere “presente“ all’appello del primo giorno di scuola, per noi Docenti,  è un atto di grande responsabilità che ci impegna ad esserci sempre “nella buona e nella cattiva sorte“, oltre il momento-lezione, l’orario scolastico, il suono della campanella, il vero dovere è questo: saper interpretare qualsiasi piccola sfumatura di chi ci sta di fronte e tradurla in azione di supporto sia professionale che affettivo, perché una richiesta d’aiuto spesso si nasconde in un abbigliamento, in uno sguardo, in una parola e occorre essere pronti a dare il contributo necessario per affrontare e risolvere qualsiasi situazione.

Il 5 ottobre è la Giornata Mondiale degli Insegnanti, istituita dall’Unesco nel 1994, con l’obiettivo di suscitare riflessioni sul ruolo e sulle sfide che si affrontano quotidianamente, sul valore dell’autonomia che permette di insegnare in libertà, affinché ogni bambino e ogni adulto siano a loro volta liberi di imparare a beneficio di un mondo migliore.

Concludo questi buoni propositi ricordando che finalmente il 20 settembre 2023, la parola Sport è entrata nella Costituzione Italiana: La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme. 

Meglio tardi che mai!

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Foto: igiornidiparma.it

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Sportivamente Prof ritorna mercoledì 6 dicembre

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