Persepolis

di Sara Migliorini

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La storia di un paese intero sullo sfondo di una vicenda autobiografica

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Ormai sapete che, a cadenza ciclica, vi scrivo su questi schermi a proposito delle graphic novel che mi colpiscono in modo particolare. A causa di quanto sta accadendo nell’ultimo periodo in Iran, mi sono ritrovata a pensare e a riprendere in mano proprio una graphic novel letta anni fa, “Persepolis” di Marjane Satrapi. Lo spunto autobiografico che dà luogo alla scrittura si allarga fino a comprendere nella narrazione il racconto di un ben preciso momento storico e di un rivolgimento epocale a livello politico e sociale in un paese, l’Iran, sempre troppo poco conosciuto nel mondo occidentale.

L’infanzia di Marjane Satrapi occupa la prima parte del libro, un’infanzia serena e fortunata, all’interno di una famiglia benestante di Teheran, di idee progressiste, in cui le donne sono trattate al pari degli uomini e in cui viene data la possibilità all’autrice di studiare in una scuola bilingue. L’innata curiosità e l’intelligenza di Marjane vengono coltivate e incoraggiate attraverso lo studio della storia e la lettura. Sembra una situazione idilliaca, destinata, però, a vedere la fine quando il vento della storia soffia forte e diventa tanto impetuoso da sconvolgere anche le esistenze dei singoli individui.

Nel 1978 ha inizio la rivoluzione islamica, lo Scià Reza Pahlavi viene cacciato in seguito a proteste di massa e viene instaurato un regime di stampo islamico con la presa del potere da parte dell’ayatollah Khomeyni. Vediamo imporsi la progressiva islamizzazione della società nei cambiamenti della vita di Marjane, costretta, per la prima volta nella vita, a portare il velo a scuola e a perdere, poco per volta, tasselli fondamentali di libertà. È difficile, tuttavia, per una bambina abituata ad esprimersi liberamente diventare adolescente, portatrice di spontaneità e spirito di ribellione, che deve soffocare le proprie opinioni in pubblico e limitare alle quattro pareti della propria camera l’espressione dei propri gusti. In società bisogna stare attenti a come ci si esprime, moderare il linguaggio, coprire i capelli, persino lo smalto diventa un segno di trasgressione da evitare.  Quando la situazione politica e sociale diventa sempre più difficile da gestire e sopportare, i genitori di Marjane trovano per lei una via di fuga e decidono di mandarla a studiare in Austria, ospite di un’amica di famiglia, per consentirle di crescere più serena e libera di quanto non consenta la situazione in Iran.

Come recita un vecchio proverbio, non è tutto oro quel che luccica. La modernità dell’occidente procura un profondo shock culturale all’autrice. Lontana dagli affetti e in un mondo completamente diverso da quello finora conosciuto, Marjane Satrapi si sente fuori posto. Se, da un lato, non può che essere felice della libertà di espressione finalmente ritrovata, dall’altro lato non può fare a meno di sentirsi diversa, non capita, non accettata, presenza ibrida in un contesto che sa non le apparterrà mai.

Da giovane donna Marjane tornerà in Iran e, dopo anni trascorsi in Europa, dovrà mettere di nuovo in conto un processo di adattamento. Gli anni di regime teocratico hanno mutato in profondità la società e la cultura iraniane e non sarà facile venire a patti del contrasto tra ricordi e realtà. La maturità ha fatto germogliare la consapevolezza dell’autrice. Illuminante questo passaggio:

«Perché il regime aveva capito che una persona che usciva di casa domandandosi:
“ Avrò i pantaloni abbastanza lunghi?”
“Sarà a posto il foulard?”
“Si noterà che sono un po’ truccata?”
“Mi frusteranno?”
Non si chiedeva più:
“Dove andrà a finire la mia libertà di pensiero?”
“Potrò mai esprimermi liberamente?”
“Vale la pena continuare a vivere?”»

Parole ancora oggi di una bruciante attualità. “Persepolis” è uno degli esempi perfetti in cui la vita di un singolo individuo diventa paradigma della vita di una moltitudine di persone che ne condividono l’identico contesto storico e culturale. Pur rimanendo preponderante la narrazione del proprio percorso di vita, la lettura di questa graphic novel può essere un primo passo per approcciarsi anche alla conoscenza delle complesse dinamiche di un paese così diverso dal nostro per storia e tradizioni.

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Foto: Sara Migliorini

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Il bradipo legge ritorna mercoledì 14 dicembre

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3 Comments

  1. Laura Morelli Reply

    Gentile Sara, Persepolis l’ho incontrato nella collana del Corriere della Sera. Una bellissima raccolta di graphic novel. Corea del nord, Iran, Palestina, sono solo alcuni delle ambientazioni. Grazie condividerò il tuo articolo con mia sorella che è appena tornata dall’Iran…anzi le presto Persepolis😉

  2. Paolo Santangelo Reply

    Un vero tuffo in un’altra dimensione completamente diversa da quella occidentale ma allo stesso tempo maledettamente attuale

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