Tutta Colpa Del Paradiso

___
Una passeggiata amarcord nelle vie del quartiere “paradiso” dove la mia famiglia si è strutturata e cresciuta.
____________________________________________________________________________
___
Vi tolgo immediatamente ogni dubbio, anche in questo appuntamento vi parlo di quartieri. Basta cambia argomento... direte voi e non posso darvi torto. In questo caso c’è una ragione specifica, e prometto per il momento di chiuderla qui.
Sabato 4 febbraio la mia dolce metà mi propone di fare una passeggiata nel quartiere dove abbiamo abitato dal 1985 al 2014, e se la matematica non è un’opinione sono stati circa trent’anni della nostra vita, dove sono nati i nostri due figli, Gabriele e Laura, e dove si sono susseguite avventure e incontri.
Colloco il luogo della storia, Borgo Areonautica, nel quartiere di Pozzo Strada a Torino. Il titolo che ho scelto non è assolutamente casuale, per due motivi, il secondo lo scoprirete solo se avrete la pazienza di leggere l’articolo sino in fondo, il primo è dovuto al fatto che la zona in questione si mescolava, facendone un tutt’uno con la Borgata Paradiso – derivante pare dal nome di una cascina – sita in Collegno.
Personalmente ci sono tornato alcune volte – la nostalgia è una brutta malattia – mia moglie ci mancava da oltre 8 anni.
Una lunga passeggiata, ricca di emozioni e risate. Prima meta la nostra casa di via Pietro Abate Chanoux – e qui devo aprire una parentesi divertente, nei primi mesi la posta ricevuta recava simpatiche storpiature del nome della via: Scanoux, Scianous, solo per citarne alcuni – dove abbiamo abitato in due diversi appartamenti: prima al terzo piano e in seguito ci siamo trasferiti al primo, motivo il primo era troppo piccolo per quattro persone.
Poi le scuole, i giardinetti, e le vie con maggior concentrazione di negozi. Come spesso accade i ricordi non rispettano quello che realmente si rivede dopo molto tempo.
Il Borgo Areonautica come detto è diventato nostro luogo di residenza nel 1985, un borgo per molto tempo molto vivace, giardinetti sempre strapieni con tanto di luna park, un bel mercatino rionale, negozi e supermercati sufficienti, attività culturali, sportive e feste non mancavano, e udite udite era ancora presente una sede di partito.
___
A poca distanza dalla nostra abitazione i resti di una vecchia fabbrica di dolciumi, poi completamente demolita per far posto ad una serie di palazzine, per fortuna non esageratamente alte e circondate dal verde.
Nel 2006 in occasione delle Olimpiadi invernali svoltesi in parte a Torino, viene messa in funzione una linea di metropolitana, con tanto di fermata a pochi passi dalla nostra via, questa novità veniva vista come una opportunità per rivitalizzare il quartiere, che dal nostro punto di vista era vitale già di suo, comunque la metro era la benvenuta.
Accadde il contrario, il quartiere perse una serie di luoghi aggregativi, che definirei come la caduta delle tessere del domino, tanto da farci decidere di cambiare casa.
Tornando alla passeggiata, quello che abbiamo visto è una situazione fatta da chiaro scuri, alcuni nuovi negozi non alimentari e locali, giardini ben curati e alcune nuove costruzioni, allo stesso tempo decine di saracinesche abbassate tra panetterie, macellerie, fruttivendoli, rimandano ad un senso di abbandono e sottolineano ancora una volta quanto la grande distribuzione, quando è selvaggia, uccida le piccole realtà.
Il mio cuore è rimasto in questo angolo periferico ma non troppo di Torino, peccato che abbia perso quella dimensione quasi di paese. La vicinanza con altri comuni – Collegno e Grugliasco – rendevano ancor di più piacevole il viverci, in quanto i comuni citati erano – sono – ricchi di zone verdi molto ampie e attrezzate.
Ringrazio la mia dolce metà per aver esaudito il mio desiderio di fare una passeggiata con lei per le strade dove la nostra famiglia si è struttura e cresciuta.
Il nostro passeggiare è terminato davanti ad una tazza di ginseng e una brioche, gli avventori erano praticamente assenti, solo un vecchietto intento a guardare una partita di serie B, il titolare intento a fargli compagnia, una situazione, come sottolineato dalla mia consorte alcuni giorni dopo, da film di Francesco Nuti, di luoghi dove la staticità ha preso il sopravvento.
Qualche volta passa lei, qualche volta passa lui, qualche volta passano tutti e due, qualche volta non passa proprio nessuno. (film “Tutta Colpa Del Paradiso” – 1985)
___
Foto: Giuseppe Rissone
___
Piccole Storie Quotidiane ritorna mercoledì 22 marzo
____
__

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *