Le Solite Sospette

di Sara Migliorini

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Un’avventura rocambolesca con protagoniste imprevedibili e sopra le righe

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Più di una volta, all’interno di questa rubrica, mi è capitato di parlarvi di libri che avessero come cifra stilistica una vena marcata di umorismo e leggerezza. Questo perché si legge per miriadi di motivi differenti, tutti ugualmente validi, e tra questi c’è anche il bisogno di evadere dalla realtà di tutti i giorni, soprattutto quando si fa troppo pesante. Ecco, se sentite prepotente l’esigenza di estraniarvi per qualche ora dai vostri problemi personali e dalla miriade di notizie lugubri che riversano ininterrottamente giornali e tg, “Le solite sospette” di John Niven, edito da Einaudi, è il libro che fa al caso vostro.

Le solite sospette del titolo sono quattro amiche in là con gli anni, che si trovano a dover fare i conti con una vecchiaia tutt’altro che riposante e idilliaca. Susan, si ritrova all’improvviso vedova e coperta di debiti a causa dei vizi segreti del marito; Julie, dopo una vita all’insegna del lusso e della spensieratezza, finisce per fare l’inserviente in una casa di riposo; Jill, timorata di Dio, vive nell’angoscia di dover raccogliere il prima possibile una cifra considerevole di denaro per consentire al nipote di sottoporsi ad un intervento salvavita; Ethel, ex stella del teatro e del cinema, è costretta su una sedia a rotelle. Chi per un motivo e chi per un altro, per tutte, però, l’imperativo è mettere le mani su un bel gruzzolo di soldi e quale modo migliore per procurarselo che non organizzare una bella rapina in banca? Poco importa che non abbiano, diciamo così, alcuna dimestichezza nel campo e che tutte quante insieme sfiorino la ragguardevole cifra di trecento anni. Da queste premesse prende avvio un’avventura rocambolesca, che porterà le quattro protagoniste dall’Inghilterra fino a Marsiglia e a un epilogo tutt’altro che aspettato.

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Il patto che dovete stringere con l’autore è quello di abbandonare del tutto la vostra parte razionale e di lasciarvi coinvolgere dal susseguirsi degli eventi, spesso al limite dell’assurdo, di godervi i colpi di scena, esagerati e teatrali, di ammirare la carrellata di personaggi secondari, sopra le righe e improbabili (menzione speciale per il detective Boscombe). Ultimo, ma non meno importante, non dovete avere timori di fronte ad uno stile dissacrante e all’uso di un linguaggio a volte scurrile, ma assolutamente funzionale alla ricerca dell’effetto comico. Si ride davvero molto e di gusto durante la lettura. C’è, tuttavia, altro oltre al sano divertimento e alla risata, a volte facile, cercata dall’autore. C’è una riflessione profonda sulla vecchiaia e su cosa essa comporti, sul fatto che si sia spesso portati a pensare che, una volta raggiunta una certa età, ci si debba rassegnare a percorrere strade già tracciate e invece no, non deve necessariamente essere così. Si può scendere a patti con il proprio passato e i propri fallimenti e la possibilità di riscattarsi è sempre dietro l’angolo, basta avere il coraggio di coglierla. C’è una riflessione sul valore dell’amicizia, che insegna come, uniti da questo sentimento, si possano affrontare meglio gli ostacoli che la vita pone davanti, come la malattia e la mancanza di soldi. Che non vuol dire che i problemi scompaiano all’istante, ma che, condivisi, possano diventare più gestibili e sopportabili.

Insomma, John Niven è un autore perfetto se volete ridere di sano gusto e, nello stesso tempo, avere un nuovo sguardo e una consapevolezza diversa su temi quanto mai attuali.

Ringrazio i lettori per i commenti al precedente articolo.

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Foto: Sara Migliorini

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Il Bradipo Legge ritorna lunedì 13 novembre

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One Comment

  1. Paolo Santangelo Reply

    Grazie Sara per il suggerimento, gli spunti di riflessione che derivano sembrano molto interessanti

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