Atmosfere

di Rino Sciaraffa

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Tra i luoghi e le magie della Giamaica

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La Giamaica è un Paese di grande bellezza naturale, una terra che ha i suoi opposti. Le sue lunghissime spiagge piatte, che sembrano incunearsi nel blu del mare, anzi nei diversi blu dell’atollo delle Antille ed alle spalle della sabbia, la lussureggiante vegetazione che si inerpica in alte colline e rilievi montuosi estremamente irregolari. L’atmosfera giamaicana è una delle più variegate al mondo.

Atmosfera, sostantivo che usiamo per il clima, ma polisemicamente anche per quanto riguarda gli ambienti che l’uomo crea, da quelli più prettamente urbani a quelli artistici, il cui valore semantico ἀτμός «vapore» e «sfera» raccoglie quella leggerezza che è tipica di questa area del mondo. Tutto molto lento, altre volte, come i cicloni, irruento e violento nei cambiamenti. Atmosfere impalpabili e difficili da comprendere, proprio perché mutevoli, proprio perché estremamente lente. Esattamente come il reggae, mescolanza di ritmi caraibici, folk, blues, jazz, con melange di strumenti locali e non. Quasi ogni cosa, in questa terra, giunge ad una fusione come le etnie che la compongono. Quest’isola, geograficamente nel Continente Americano, ha un piede culturale nell’Africa ed ha radici in creoli, bianchi giamaicani, in ebrei giamaicani, in cinesi giamaicani, che parlano tutti un patwa (o Paotis come alcuni dicono) con il tipico accento anglo-giamaicano, ironizzato dai film “made in USA”, ma così tipico perché è figlio di un’isola, di una enclave geografica e dei miscugli che si ritrovano al suo interno.

Tutto si mescola, tutto si fonde si con-fonde, creando sempre il nuovo, l’originale, l’unico, dalla sua musica alla miscellanea di carni e di spezie del tipico jerk, piatto locale che ha origine ispanica, di coloro che facevano essiccare e salare le carni, per conservarle, durante i lunghi viaggi da colonizzatori.

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Anche la cucina ha mescolanze e, girando per la capitale Kingston, gli ἀτμός vapore/odorosi si confondono riportandoti alla mente, il continente africano, l’Asia oppure i fish&chips inglesi. L’atmosfera di questo Paese la trovi anche nella sua cucina tipica: puoi far colazione con i saltfish and ackee, quest’ultimo un frutto locale poco saporito e molto carnoso, come tutti i frutti tropicali, mischiato con pesce salato, che stranamente richiama, come gusto, più le uova strapazzate che non il pesce sommato ad un frutto. Il patties, il piatto da street food più comune, un’impacchettatura di manzo piccante e verdure avvolto da una sorta di pastella amidosa, molto economico, veloce da mangiare e che trovi quasi ovunque. Mescolanze di gusti che creano atmosfere nuove e che non puoi non vivere per strada o nei tipici “bar” giamaicani, con atmosfere rilassanti e vibranti allo stesso tempo, decorati con colori molto vivaci dove puoi sdraiarti su divanetti, sdraio o sedie impagliate a seconda del tuo gusto o di come vuoi bere il tuo rum punch, il tuo mai tai o il daiquiri alla banana. Puoi accomodarti su un tavolino a chiacchierare o da solo in un angolo. L’atmosfera di questi luoghi ti fa sentire straniero ma non così “straniero” perché in fondo, nelle varie mescolanze tutti sono stranieri e tutti sono di casa. Tutti ti saluteranno con: “Wah Gwaan? (patwa) =what’s going on? (inglese) che letteralmente significa “che succede”, ma per i giamaicani significa “ciao, come stai?”… ed è molto, ma molto difficile, che nessuno ti saluti e non voglia parlare con te, anche qui, l’atmosfera di una domanda normale diventa atmosfera di saluto.

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Foto: unsplash.com

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Il Mondo In Parole Povere ritorna martedì 14 novembre 

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19 Comments

  1. Luca Origgi Reply

    Bellissimo articolo, come sempre! Il problema è che ora mi hai fatto venire voglia di visitare la Giamaica! Grazie.
    Luca

  2. Alessandro Andreotti Reply

    Caro Rino, ho letto con grande piacere questo tuo ricordo della Giamaica. Mi è piaciuto molto che tu abbia messo in risalto la corrispondenza tra l’ambiente dell’isola, che dipingi come irregolare ed estremamente variegato, ed il melting pot di culture ed etnie che la popolano. Questo stile ricorda una certa parte della letteratura classica, in cui si era soliti immaginare che l’ambiente in cui un popolo risiedeva influenzasse irrimediabilmente corpi, culture, modus vivendi della sua gente (vedi, ad. es. Tacito, de origine et situ germanorum). Leggendo questo breve articolo ho immaginato un luogo pieno di colori, suoni (moltissimi), vita. Le culture caraibiche sono di per sé stesse molto affascinanti proprio perché sono il risultato di convivenze, spesso difficili, tra popoli estremamente diversi che – trovandosi a condividere il medesimo lembo di terra, in genere poverissima – hanno dato vita a variopinti sistemi di convivenza, intrecci, mescolanze che non trovano somiglianze nel resto del mondo. Il tuo affresco della Giamaica mi ha fatto ricordare un bellissimo libro che, tanti anni fa, ho letto: si chiama Morte di un guru, di Rabindranath Maharaj. L’autore – un indiano di Trinidad – descrive la sua isola in maniera molto simile a quella che tu hai scelto per parlarci della Giamaica.
    Spero, un giorno, di poter vedere con i miei occhi quanto da te descritto in questo bellissimo articolo e, magari, che avremo la possibilità di confrontare le nostre esperienze davanti ad un buon caffè, come facciamo ogni volta che passi da Livorno (a suo modo, una piccola Giamaica).

    1. rino Reply

      Si la bella Livorno, con la sua bellissima Piazza della Repubblica, con sotto il mare…. e il mercato “americano”. Vera la tua descrizione della tua città…
      Grazie del tuo commento e delle tue riflessioni. Le ho apprezzate tanto. Grazie per le belle parole spese…in attesa che rientri dalla Svezia per berci un caffè insieme
      Rino

  3. Franca Reply

    Prenderei il primo volo… Grazie Rino fai vedere, sentire e percepire quella terra che da anni vorrei visitare… Chissà!

    1. Rino Sciaraffa Reply

      Eh si, anche io ci tornerei molto volentieri…a dire il vero, vivrei viaggiando! Penso anche te, vero?!?!

  4. Alessandro Reply

    Ciao Rino dovresti farti assumere dall’ente del turismo Giamaicano per la voglia che hai fatto scaturire di voler visitare quell’isola.
    Clima musica mare atmosfera magica cibi appetitosi ,
    Cosa vuoi di più?

  5. Aldo Palladino Reply

    Ciao, Rino. Mi hai fatto venir voglia di Giamaica. Ne hai data una stupenda immagine con parole che ci trasmettono la sua bellezza. Grazie.

    1. Rino Sciaraffa Reply

      Grazie Aldo, se avrete ancora pazienza di leggermi vi porterò con me in viaggio ancora in questa isola….
      Un caro abbraccio

  6. Filippo Privitera Reply

    Tutto si fonde si CON-fonde, noi CON i tuoi scritti amiamo quello che descrivi con tanta passione che… davvero ci vien voglia di CONfonderci tuffandosi in tanta bellezza. Grazie per questa ennesima immersione emotiva, caro Rino!

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