La Principessa Che Credeva Nelle Favole

di Caterina Odennino

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perché una persona ne ama un’altra nello stesso modo in cui ama se stessa: con tenerezza e accettazione o con intransigenza e rifiuto…

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Il libro inizia con c’era una volta…
…e si rende conto che Vicky, la sua parte emotiva e sensibile, il suo alter ego con cui conversa, non è mai stata così brava da farsi amare dal re e dalla regina.
Era quella che danzava liberamente invece di farsi guidare dal maestro di corte, che voleva essere libera, che non seguiva le regole e non era amata perché era libera, ribelle e se stessa. Era tutte le emozioni che a corte dovevano essere controllate e non dimostrate.

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…uno sbuffo di fumo rivela la presenza del mago che è una donnetta vestita di giallo con scarpe gialle che sorprende Victoria che si aspettava un mago in piena regola.
Molti hanno preconcetti in merito a come devono essere le cose.
Tali preconcetti impediscono di veder le cose come stanno.

Il libro racconta la storia della Principessa Victoria che crede nelle favole.
ll libro nasce con l’intenzione di mandare un messaggio a milioni di donne che vivono storie dolorose e legami poco autentici in un rapporto di dipendenza affettiva.
Il punto di partenza, secondo l’autrice, è proprio quello di accettare il fatto che non possiamo amare nessuno più di quanto amiamo noi stessi e se lo accetteremo, non saremo mai troppo vecchi per vivere una favola.
E come in ogni favola che si rispetti Victoria sogna di incontrare il suo principe azzurro.
Di famiglia reale e genitori rigidi, osservanti del codice reale, la principessa viene educata con severità, tant’è vero che si crea un alter ego, la sua amica Vicky. La principessina non può ballare, non può giocare con il suo cane, ma solo comportarsi secondo le regole del codice reale. Ogni giorno pregusta il momento in cui incontrerà il suo principe, e lo incontra nella Biblioteca dell’Università Imperiale: ”il suo sorriso era così caldo che avrebbe potuto sciogliere una montagna di neve prima ancora che avesse toccato terra. Quale visione dall’aspetto così virile, dai capelli corvini e le spalle e il petto ampi, era forse ciò che aveva aspettato tutta la sua vita?” ma come accade a molte donne che siano principesse o meno, il sogno si trasforma in un incubo: il principe alterna momenti di dolcezza a momenti di ira immotivata.
Victoria non riesce a capire come mai nel suo principe possano coesistere il Dottor Sorriso e il Dottor Nascosto.
Si colpevolizza, pensa di essere lei sbagliata e si sforza di correggersi, ma non va mai bene: il principe trova sempre qualcosa per lagnarsi.
Sentendosi sempre più sola e ferita decide di intraprendere un viaggio lungo il sentiero della verità. L’accompagna un misterioso dottor Henry Herbert Hoot, medico dei cuori spezzati e gufo psicologo.
“La verità è la migliore medicina” dice il dottor Henry Herbert Hoot “ricorri a lei il più possibile e con la massima frequenza”
Insieme intraprendono un lungo viaggio che la libererà dalle paure, dalle sovrastrutture e comprenderà che potrà essere felice anche senza il suo principe e soprattutto che è perfetta così come è.

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Il viaggio prevede varie tappe:

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sentiero della verità
il mare delle emozioni
la terra delle illusioni
il campeggio per viaggiatori smarriti
la terra di ciò che è
il viale dei ricordi
la valle della perfezione
il tempio della verità

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Victoria comincia a comprendere che deve imparare ad accettare le cose che non può cambiare.
Comprende che non è tutto azzurro ciò che somiglia al cielo.
Comprende cosa significa un rapporto non autentico.
Nel percorso rischia di annegare nel mare delle emozioni dove comprende che bisogna smettere di aggrapparsi a false sicurezze e acquisire fiducia e consapevolezza di se stessa; contatta la propria paura che le ha nascosto le soluzioni ovvie e impara a nuotare.
Impara a distinguere la realtà dai sogni e comprende che si può amare un’altra persona solo nello stesso modo in cui si ama se stessi.
La tappa successiva è la terra delle illusioni dove apprende che deve seguire il proprio cuore e che ci vuole il sole e la pioggia per fare un arcobaleno.
La parte più difficile del viaggio è il viale dei ricordi dove impara che l’amore dei genitori per i figli non impedisce a questi di commettere errori.
Victoria rivive il passato, la rabbia verso i genitori che le hanno imposto il codice reale e la rabbia verso se stessa per aver accettato tutto senza ribellarsi.
Nella valle della perfezione impara che la perfezione è negli occhi di chi guarda ed è il riflesso di ciò che pensiamo di noi stessi.
Il viaggio termina con la lettura della Pergamena Sacra.
Alla fine della sua favola, quando si sarà girata indietro mille volte e tra mille dubbi per aver lasciato marito e famiglia sentirà una musica…credi, credi, credi… un epilogo ideale per un cammino di recupero di se stessi, per aver imparato a distinguere ciò di cui abbiano veramente bisogno.

 

Le poesie di Caterina

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Tanka
(5 7 5 7 7)

Cielo azzurro oro
di emozioni illusioni
di un mago giallo
di gingilli e cimeli
e storie antiche e alate.

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Haiku
(5 7 5)

Arcobaleno
di pioggia e sole.
Zampillo bianco

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Rima libera

Un suono rispecchia
un credo.
Il sentiero scompare.
Il sibilo del vento
tra i fili d’erba
racconta la storia
degli uomini.
La fonte zampilla comunque.
La pace cerca casa.

Foto: italiachecambia.org

Ampio Respiro ritorna giovedì 29 febbraio

 

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