Il VeloSolex

di Guido Bigotti

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Una bicicletta a motore, il VeloSolex, una storia che dimostra quante sorprese ci può regalare la due ruote.

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L‘idea per questo articolo è nata da una chiacchierata con il fondatore e coordinatore di questo sito – Giuseppe Rissone – che mi ha raccontato alcuni ricordi a riguardo dei lavori dei suoi genitori, in particolare quello di suo padre, che lavorò per diversi anni alla Solex, esattamente nel reparto esperienze, dove utilizzando vecchie automobili si provavano e sperimentavano nuovi prodotti. La Solex era un’azienda meccanica fondata nel 1906 in Francia e specializzata nella fabbricazione di carburatori. L’azienda francese aprì anche una sede a Torino nel secondo decennio del Novecento e ampliata nel 1942, ubicata al confine tra i quartieri di Pozzo Strada e Borgo San Paolo, bombardata durante la seconda guerra mondiale, i danni registrati dalla fabbrica furono lievi e i locali e le strutture vennero riaperte nel febbraio 1945, chiuse – dopo fusioni e cambi di denominazione – a metà degli anni ’70.

Cosa ha a che fare questo racconto con la bicicletta, seguitemi e capirete. Avete mai sentito parlare del VeloSolex, ad essere sincero nemmeno io, così mi sono messo alla ricerca e ho scoperto quanto segue.

Prodotto a partire dagli anni ’40, il suo successo durò fino all’inizio degli anni ’70, nel primo dopoguerra era l’ultimo grido della tecnologia. Si trattava di una bicicletta sul cui manubrio era montato un piccolo motore. Questo faceva girare un rullo e poteva essere abbassato così che entrasse in contatto con la ruota anteriore. Era una “bicicletta che viaggia da sola”, come recitava lo slogan. L’originale, di produzione francese, è stato fabbricato fino al 1988, ma già negli anni ’70 le sue vendite calarono considerevolmente anche a causa della concorrenza dei primi motorini della Piaggio. Negli  anni ’50 e ’60 il VeloSolex appare in diversi film, in sella troviamo Steve McQueen, Catherine Deneuve, e Brigitte Bardot. Dal 1997, inoltre, a seguito di una joint-venture cino-francese, una produzione di motori del Velosolex continua in Cina, effettuata dalla Jiangxi Hongdu Moped Company Limited.

Voglio precisare, che nella fabbrica di Torino non si produsse mai questa rivoluzionaria bicicletta, forse ne erano presenti degli esemplari, e Giuseppe Rissone mi ha raccontato di averne visto uno da vicino grazie proprio a suo papà.

Nelle mie ricerche su questa particolare bicicletta sono venuto a conoscenza che ogni anno nel mese di luglio in Svizzera, precisamente a Plateau de Diesse, nel cantone di Berna, si possono vedere sfrecciare i VeloSolex in una simpatica gara della durata di 6 ore.

Per chi volesse approfondire la storia dei VeloSolex e scoprire le sue caratteristiche, vi invito a visitare la pagina di wikipedia, dove potete trovare nella sua completezza. la genesi della bicilcletta che viaggia da sola e diverse curiosità.

Questa particolare storia dimostra quanto può essere versatile la due ruote, e scavando rimango stupito di quante particolarità, usi, ricordi, essa ci possa riservare. E sono convinto che la bicicletta continuerà a regalarci sorprese, emozioni, dal passato, dal presente e senza dubbio anche nel futuro. Continuerò a scavare e se avete qualche ricordo legato alla due ruote, scrivetemi all’email del sito, sarà per me un piacere pubblicare i vostri ricordi e il vostro quotidiano in sella ad una bicicletta.

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Colgo l’occasione per ringraziare i lettori e in particolare chi ha voluto commentare il precedente articolo.

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Foto: tvsvizzera.it

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Diario Della Bicicletta ritorna martedì 18 aprile

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