Di Padre In Figlio

di Andrea Sbaffi Logo Atlantic Records (fonte Wikipedia)


Led Zeppelin, 40° Atlantic Records, Madison Square Garden, New York (14 maggio 1988)


I Led Zeppelin sono imprescindibili anelli nella catena del DNA di gran parte di noi musicisti cresciuti a cavallo fra gli anni ‘70 ed ‘80, anche se non abbiamo potuto vederli dal vivo: l’unico concerto in Italia era stato durante un’improbabile tappa del Cantagiro il 5 luglio 1971 al Vigorelli di Milano, preceduti dagli artisti italiani che giravano il paese con la manifestazione: da Gianni Morandi a Lucio Dalla, dai New Trolls ai Ricchi e Poveri, da Milva a Mia Martini, fino ai Vianella…

Tappa, peraltro, piuttosto sfortunata, visto che la maggior parte del pubblico era più interessata ai Led Zeppelin che a tutti gli altri artisti nostrani, accolti con fischi e lancio di ortaggi fino, in un crescendo di tensione, agli scontri con i duemila poliziotti presenti e all’uso massiccio di lacrimogeni, che costrinse i quattro inglesi a rifugiarsi nel backstage e sperare di tornare a casa sani e salvi, con la convinzione che non avrebbero mai più suonato in Italia. qui qualche immagine e titoli di giornale.

Purtroppo, furono di parola… La prematura scomparsa del batterista John “Bonzo” Bonham alla vigilia della partenza per il tour negli Stati Uniti il 25 settembre 1980, soffocato dal proprio vomito, pare dopo aver ingerito 40 bicchierini di vodka, non diede loro l’occasione di un ripensamento.

I Led Zeppelin si erano formati nel 1968 grazie all’incontro fra Jimmy Page, affermato turnista presente in gran parte delle registrazioni britanniche degli anni ‘60 e già componente degli Yardbirds, e John Paul Jones, bassista e tastierista: fu proprio per onorare gli impegni dell’ultima turnée in Scandinavia degli Yardbirds, che coinvolsero Robert Plant, promettente cantante di Birmingham, e John Bonham, talentuoso batterista, costituendo di fatto il nucleo del gruppo.

Fu Peter Grant, già produttore degli Yardbirds, intuite le potenzialità della nascente band, a procurare il primo contratto con la Atlantic Records per la pubblicazione  il 12 gennaio 1969 del primo disco, dal semplice titolo omonimo “Led Zeppelin”, il cui brano d’apertura Good Times Bad Times costituisce ancora uno dei più fortunati ed iconici esordi del Rock.

Il resto è storia…, almeno fino alla scomparsa di Bonham nel 1980.

Abbiamo già accennato della sfortunata esibizione, la prima dopo la morte di Bonzo e con alla batteria Phil Collins, sul palco di Philadelphia del Live Aid nel 1985, formazione presentata non a caso con i nomi dei quattro musicisti e non con come “Led Zeppelin” – vedi qui – e della scelta di non proseguire in alcun modo l’esperienza del gruppo, orfano di un elemento così imprescindibile, sia sul versante musicale che soprattutto umano ed affettivo.

L’unica possibilità di rivedere insieme sul palco Plant, Page e Jones, avrebbe potuto concretizzarsi, quindi, solo ricostruendo il DNA del gruppo originario……

Ed è proprio ciò che accadde, in senso letterale, presentandosi con Jason Bonham, figlio ventiduenne di John, sul palco del Madison Square Garden il 14 maggio 1988, per aprire il concerto di celebrazione del 40° anniversario della Atlantic Records, l’unica etichetta ad aver prodotto i loro dischi, trasmesso in diretta TV in tutto il mondo.

Jason era apparso bambino nelle scene familiari contenute nel docu-film/concerto The Song Remains The Same del 1976, già seduto sul seggiolino di una batteria (!), alternandosi con papà John.

Il set di questa inedita reunion è limitato a cinque brani: Kashmir, Heartbreaker, Whole Lotta Love, Misty Mountain Hope e Stairway to Heaven.

Appare subito evidente che, nonostante dopo lo scioglimento del gruppo le carriere individuali siano proseguite per tutti e tre, stare insieme su un palco non sia più così naturale…

Soprattutto Page sembra tutt’altro che in gran forma: imbolsito, a tratti barcollante e presumibilmente ubriaco, già al terzo brano in scaletta combina un disastro, stravolgendo l’inconfondibile “riff” di Whole Lotta Love, che dalla sua incerta chitarra scaturisce come tutt’altro pezzo; tocca poi il fondo con il suo forse peggior assolo di Stairway to Heaven, uno di quelli che tutti i chitarristi in erba conoscono a memoria e che stentano a riconoscere, fino al sintomatico occhiolino rivolto a Plant sugli ultimi accordi sospesi, quasi a manifestare sollievo per la fine del supplizio….

Lo stesso Plant, splendido quarantenne ancora in grado di calamitare l’attenzione e gli sguardi, regge in modo decoroso l’esecuzione, fino all’ultima strofa di Stairway to Heaven, nella quale invece di sparare tutte le cartucce vocali al limite del falsetto, si accoda al disastro di Page ed è costretto ad abbassare il cantato di un’ottava.

Tutto questo potete trovarlo, purtroppo, nel video integrale dell’esibizione.

Il vero mattatore della serata e motore indiscusso della band, proprio come suo padre, è indubbiamente il giovane Jason, che sostiene gli “zii” Robert, Jimmy e John Paul senza alcun timore reverenziale e con tanto mestiere, nonostante l’età e la scarsa confidenza con palchi importanti.

Oltre alle capacità tecniche di Jason, un fattore determinante è stato sicuramente il grande affetto che ha sempre legato i componenti del gruppo e le loro famiglie, anche e soprattutto dopo la scomparsa di Bonzo.

Questa sintonia risulterà ancora più evidente nell’unica vera e propria reunion del gruppo, avvenuta a Londra il 10 dicembre 2007 nello storico concerto “Celebration Day”, sempre con Jason a completare la formazione, di cui parleremo magari in una prossima occasione appositamente dedicata.

Ma possiamo citare un altro episodio del 2012, in occasione del conferimento ai Led Zeppelin del premio Kennedy Honor, che si svolge ogni anno col patrocinio del presidente USA: questa volta i tre Zeppelin sono nella tribuna d’onore e sul palco, per l’esecuzione di Stairway to Heaven, troviamo il solo Jason ad accompagnare la band e uno sterminato coro Gospel: a lui andranno i saluti più calorosi e commossi da parte di Robert, Jimmy e John Paul  presentandosi ancora una volta come membri di una grande famiglia allargata, capace di accogliere con riconoscenza il passaggio di testimone (e bacchette) fra padre e figlio.

Appuntamento a settembre! Il primo articolo sarà dedicato al concerto dei Pink Floyd a Modena (9 luglio 1988).


Io C’ero ritorna a settembre


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