Contro La Militarizzazione Delle Aule

notizia scelta da Giampiero Monaca

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La scuola sia luogo di pace e accoglienza, stop all’ideologia bellicista. Nasce l’Osservatorio contro la militarizzazione nelle aule.

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Questa settimana l’articolo è tratto da orizzontescuola.it, testata giornalistica di informazione e divulgazione di contenuti inerenti il mondo della scuola e della formazione, in particolare come supporto alla figura dell’insegnante. Ringraziamo l’amico e lettore Giampiero Monaca per la segnalazione.

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Fuori le forze armate dalla scuola”. Si tratta dell’appello lanciato dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle aule che lo scorso 9 marzo ha presentato a Roma il primo report.

L’iniziativa, che vede l’adesione di personaggi come padre Alex Zanotelli, Tomaso Montanari, rettore dell’Università per Stranieri di Siena, il fisico e saggista Carlo Rovelli; la filosofa Donatella di Cesare, il vignettista Mauro Biani e Costanza Margiotta di “Priorità alla scuola”, fra gli altri, vuole infatti mettere in guardia dalla presenza sempre più frequente del mondo militare con quello scolastico.

Le scuole – scrivono i promotori nell’appello, come si legge su Il Fatto Quotidiano – stanno sempre più diventando terreno di conquista di una ideologia bellicista e di un controllo securitario che si fa spazio attraverso l’intervento diretto delle forze armate (in particolare italiane e statunitensi) declinato in una miriade di iniziative tese a promuovere la carriera militare in Italia e all’estero, e a presentare le forze armate e le forze di sicurezza come risolutive di problematiche che pertengono alla società civile”.

I componenti e promotori dell’Osservatorio parlano di “rappresentanti delle forze militari addirittura in qualità di ‘docenti’, che tengono lezioni su vari argomenti (dall’inglese affidato a personale Nato a tematiche inerenti la legalità e la Costituzione) e arriva a coinvolgere persino i percorsi di alternanza scuola-lavoro (PCTO) attraverso l’organizzazione di visite a basi militari o caserme”.

A conferma di ciò l’Osservatorio fa notare la presenza di protocolli di intesa firmati da rappresentanti dell’Esercito con il ministero dell’Istruzione e del Merito, gli Uffici scolastici regionali e provinciali e i singoli istituti.

Vengono portati anche alcuni esempi a tal proposito: il 9 luglio scorso gli studenti del “Giovanni Falcone” di Gallarate (Varese) erano stati impegnati come cuochi, camerieri e hostess nell’ambito delle attività di alternanza scuola-lavoro presso il Nato Rapid Deployable Corps Italy, il corpo di pronto intervento dell’Alleanza a guida italiana di stanza a Solbiate Olona così come il 22 febbraio scorso, alla presenza del Generale di Brigata Giuseppe Scuderi della base Nato e di Giuseppe Carcano, dirigente dell’Ufficio Scolastico della provincia di Varese si è svolta la premiazione degli studenti impegnati nei Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento scuola-caserma e negli altri “percorsi formativi” svolti nel corso dell’ultimo anno scolastico.

Smilitarizzare le scuole e l’educazione – spiegano i firmatari dell’appello – vuol dire rendere gli spazi scolastici veri luoghi di pace e di accoglienza, opporsi al razzismo e al sessismo di cui sono portatori i linguaggi e le pratiche belliche, allontanare dai processi educativi le derive nazionaliste, i modelli di forza e di violenza, l’irrazionale paura di un “nemico” (interno ed esterno ai confini nazionali) creato ad hoc come capro espiatorio. Smilitarizzare la scuola vuol dire restituirle il ruolo sociale previsto dalla Costituzione italiana”.

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Foto: shutterstock.com

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La Bradipo Notizia ritorna domenica 2 aprile

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2 Comments

  1. Gaudenino Marabisso Reply

    La scuola per far germogliare il concetto di pace universale.
    La difesa nelle mani di un unico comando universale sovranazionale “L’ONU”

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