Rifioriture

di Enea Solinas

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Un modo di stare insieme e incontrare il prossimo

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Siamo giunti a una nuova tappa di questo viaggio fatto di sollecito inviti alla partecipazione e alla solidarietà. Nel frattempo è cambiata la stagione ed anche l’ora.

Le dinamiche relazionali sono intrinsecamente influenzate dalla cultura e dall’ambiente.

Il circolo Portineria di comunità di borgo San Paolo sta usufruendo di occasioni di crescita e comprensione del processo. Iniziato un anno fa il percorso di co-progettazione e compartecipazione, siamo arrivati alla seconda primavera.

All’orizzonte si profilano la tenace resistenza della cura del luogo, una possibile evoluzione del processo che confida nella dialettica tra enti e istituzioni per riconoscere la ex bocciofila come un bene comune che s’interessa del vicino parco come area verde da tutelare e intesse relazioni con altri soggetti vicini di casa.

È un processo in atto da tempo che ha ospitato delle residenze artistiche per mettere in comunicazione diverse associazioni, una RSA, scuole, e singoli abitanti o gruppi informali.

Il programma delle residenze artistiche è ancora in corso a cadenza mensile.

Così come gli incontri di co-progettazione che interfacciano bisogni, risorse e proposte di vari soggetti nei confronti della rete delle portinerie di comunità.

Sono stati occasioni d’incontro e riflessione che hanno creato un possibile nuovo tessuto sociale. E stanno continuando ad alimentare spirito collaborativo e conoscenza reciproca.

Una delle novità marzoline è rappresentata dalla presenza del Bibliobus, il servizio di biblioteca mobile del comune di Torino, che porta invito alla lettura, avvicinamento alla cultura e all’aggregazione. Ogni giovedì pomeriggio antistante il parco di Borgo San Paolo tra via Braccini e via Osasco, e proprio a fianco della Portineria di comunità, un intreccio vivente di occasioni d’incontro e di scambio culturale. Per persone che patiscono l’isolamento, famiglie, comunità straniere, testimoni depositari della Storia del quartiere che si reinventano nella sua trasformazione, tra discontinuità e continuità identitarie e comunitarie.

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In via sperimentale questo autunno inverno era partita un’iniziativa, dal nome più che altro evocativo di Rifioriture, di incontri destinati alla libera e facoltativa condivisione di vissuti personali, per sentirsi meno isolati o conchiusi nella propria vita passata. I ricordi individuali e le impressioni del momento impastavano un’aria colloquiale che nutre la fiducia in sé e l’apertura verso il prossimo.

Una modalità semplice che riprenderà con maggiore fecondità con queste novità. Sarà una ricerca dell’ascolto di sé e degli altri e della natura di cui siamo parte. Un approccio che non vuole cristallizzare certezze, ma promuovere consapevolezze e attenzione.

E che mi auguro segua man mano due moti, centripeto e centrifugo, trasferendosi anche per i luoghi abitati dai vicini di casa e di quartiere.

Avrà un aspetto ludico, ma questo non vuol dire frivolo o superficiale, bensì leggero e si propone anche come laboratorio di scritture discrete. Un laboratorio di scritture discrete in grado di aprire l’immaginazione e contemplare l’esistente come vita che risuona in noi. Nonché un invito a quel procedere timido che attenua lo stress e ci rende più empatici alle piccole cose, godendo di una felicità semplice, immateriale che non ha bisogno di credersi proprietaria di alcunché e comprende più profondamente l’essenzialità del vivere e del convivere.

Del saper relazionarsi e accogliere anche la solitudine come modalità feconda di avere cura di sé. Una solitudine distinta dall’isolamento e confinamento sociale che ci ha logorato e resi più influenzabili e fragili in molte situazioni di questi anni certo non lieti.

Ma la fragilità come la timidezza sono qualità non negative che riescono a offrire un diverso modo di intendere la cultura e l’arte relazionale.

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Foto: Anna Buzzetti

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Il Piccolo Diario Di Portineria ritorna lunedì 24 aprile

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One Comment

  1. Enea Solinas Reply

    Il laboratorio di scritture discrete può essere ironicamente inteso anche con l’acronimo LSD.
    Il riferimento alla sostanza psichedelica è voluto e appunto ironico.

    Nell’articolo originale era citato così ma la versione è stata corretta.

    La psichedelia non passa la censura?
    Nessun problema, ne beneficia l’attenzione
    LSD oltre che la discrezione e la timidezza e l’immaginazione contribuisce a suscitare più attenzione.

    Buona paichedelia a tutti!
    Viva le sostanze psicoattive!

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