Banana Republic

di Andrea Sbaffi Andrea Sbaffi

Lucio Dalla e Francesco De Gregori: Banana Republic Tour (Bologna, 28 giugno 1979)

Questo viaggio parte da un lontano giugno del 1979. Pensando a un contributo che potesse raccontare questi quarant’anni di musica, certo mediati da una prospettiva soggettiva e personale, mi è venuto naturale raccontare dei concerti a cui ho avuto l’opportunità, spesso la fortuna…, di assistere: bene, il primo di questi è una delle date del tour unico Banana Republic realizzato da Lucio Dalla e Francesco De Gregori nel 1979.

I ricordi personali sono pochi e frammentari, visto che avevo solo dieci anni: credo sia l’unico concerto visto con mia madre, che portò me e mio fratello insieme ad alcuni giovani della chiesa metodista di Bologna (e non solo: mi pare ci fossero anche altri fgeini – appartenenti alla Federazione Giovanile Evangelica in Italia – da altre parti d’Italia…).

In realtà, il primo concerto “coi miei” avrebbe dovuto essere quello degli Inti Illimani alla Festa Nazionale dell’Unità di Napoli (credo) del 1976, ma in quell’occasione, dopo almeno tre ore di ritardo anche solo per entrare nell’arena, nella calca e con le tensioni connaturate all’evento, i miei ebbero il buon senso di portare via me e mio fratello!

Così, già trasferiti a Bologna, l’occasione fu quella del concerto allo Stadio Dall’Ara il 28 giugno 1979. Dalla e De Gregori avevano storie molto diverse e, anche se si erano conosciuti nei primi anni ‘70 ed avevano iniziato a frequentarsi ed interagire negli anni seguenti (vedi l’arrangiamento congiunto di Pablo nel 1975), niente faceva immaginare che potessero fare un tour insieme.

Lucio Dalla aveva iniziato da giovanissimo come clarinettista jazz autodidatta e fin dai primi anni ‘60 si era esibito in un’orchestra Dixieland, passando poi al Beat con la formazione dei Flippers, anche accompagnando cantanti leggeri come Edoardo Vianello e partecipando a rassegne nazional-popolari come il Cantagiro e il Festival di Sanremo: in quel periodo stava pubblicando il suo ottavo album (Lucio Dalla), il secondo dopo la fine della collaborazione con il poeta bolognese Roberto Roversi per la stesura dei testi e, insieme al precedente Com’è profondo il mare e al successivo Dalla, probabilmente il punto più alto e maturo della sua vena compositiva di cantautore.

Francesco De Gregori, invece, di 8 anni più giovane (è del 1951, mentre Dalla, come noto, è nato il 4/3/1943, lo stesso anno di Mick Jagger e Keith Richards…), dopo l’esordio in coppia con Antonello Venditti, aveva già pubblicato dal ‘73 al ‘78 i suoi cinque album forse più rappresentativi, che contengono tutte le canzoni più famose del “primo” De Gregori.

In quegli anni di grandi tensioni per il nostro paese, con ripercussioni anche nell’ambiente musicale, tacciato spesso di non prendere posizione e non schierarsi apertamente, quasi rifuggendo un impegno politico diretto, si ritrovano alla fine del 1978 per comporre una sorta di divertissement come Ma come fanno i marinai, che viene pubblicato nel dicembre di quell’anno.

Da quell’esperienza nasce l’idea di un breve tour estivo di circa un mese e mezzo, da metà giugno a fine luglio, di cui la maggior parte delle date si terranno negli stadi, come non avveniva più da tanto tempo: nei primi anni ‘70, infatti, alcuni gravi incidenti avevano provocato divieti, oltre che generare ritrosia degli stessi artisti ad esibirsi senza le minime condizioni di sicurezza.

Ad accompagnare i due artisti saranno entrambe le band che già lavoravano stabilmente con loro: i Cyan per De Gregori e i musicisti di Dalla, che un paio d’anni più tardi formeranno gli Stadio; anche il palco, quindi, costituisce una sorta di anticipazione dei grandi eventi dei successivi anni ‘80, con due batterie e un sacco di strumenti, amplificatori e musicisti, nonostante la distanza fra il palco e il pubblico, concentrato sulle gradinate, visto che non era consentito l’accesso al prato.

La scaletta dei concerti sarà di quasi 30 pezzi, dal repertorio di entrambi gli artisti, oltre alla citata Ma come fanno i marinai, composta insieme pochi mesi prima, e alla cover di un brano di Steve Goodman, Banana Republic, la cui traduzione italiana (senza la “s” finale) diventerà il nome del tour e il titolo del disco, con una selezione di 10 tracce registrate frettolosamente nelle prime date, in modo che potesse uscire nell’estate stessa del ‘79.

Consiglio la visione del docu-film del tour, che ne racconta il viaggio attraverso l’Italia e contiene più brani rispetto al disco; lo trovate a questo link Per un più approfondito inquadramento di quel periodo e della collaborazione che portò al tour di Banana Republic, un articolo interessante lo trovate qui

Concludo con un altro ricordo personale legato a Lucio Dalla, con cui ho avuto il privilegio di suonare molti anni dopo, una sera dell’ormai lontano 1993, a pochi giorni dal suo cinquantesimo compleanno: aveva appena prodotto il primo disco di Samuele Bersani e stava cercando musicisti ventenni per il suo primo tour. Mi coinvolse il mio amico Matteo, bassista, e il 2/3/1993 si svolse questa prova, per capire la fattibilità del progetto: fu una bella serata, come i giorni precedenti e successivi nello studiolo di Lucio in via D’Azeglio a Bologna, nei quali ho potuto apprezzare la semplicità e la cortesia di uno dei più grandi cantautori italiani. Purtroppo, come disse Lucio, “Siete bravi, ma troppo rock…!!! Mi servono dei ventenni che sappiano suonare musica leggera italiana…”: impresa quasi impossibile per gente di quell’età (!), tanto che quell’anno Bersani non fece alcun tour, rimandandolo all’anno successivo, ovviamente coadiuvato dai soliti turnisti ultra quarantenni di Dalla…..

Forse, proprio in quei giorni si è consumato lo strappo che mi ha portato ad essere architetto, anziché batterista di professione! Ma questa è un’altra storia… Appuntamento fra quattro settimane, con Simon & Garfunkel, The Concert in Central Park (New York, 19 settembre 1981).

Io C’Ero ritorna venerdì 5 novembre

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2 Comments

  1. Giuseppe Rissone Reply

    Ho visto anch’io questo concerto, allo Stadio Comunale di Torino, ero nei distinti, se non ricordo male l’album aveva al centro proprio una foto dello stadio di Torino.

    1. Andrea Reply

      Ciao Giuseppe,
      scusa il ritardo, ma non avevo visto il tuo commento…
      Sinceramente, non so se nell’album ci sia proprio lo stadio di Torino, ma è bello pensare che oltre quarant’anni fa (e circa gli stessi, prima di conoscerci) abbiamo vissuto in parallelo queste esperienze.
      Un abbraccio

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