Al Massimo Ribasso

di Gian Michele Spartano

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Una dedica a Firenze, a tutte le Firenze, ovvero la parabola perfetta. Come Claudio Villa non ci cantò.
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Fra tanta, amorevole e ironica bradipologia, musicologia d’alto bordo, nobilissime, lente, variazioni sui temi della salute per tutti e conturbanti panorami sopra e sotto marini, globali paradisi terraquei, osiamo inserire due frasi due su quanto accaduto qualche giorno fa 16 febbraio in quel di Firenze, ovvero di una sua contrada più nascosta ed italianamente arcinota.
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Firenze stanotte sei bella
In un manto di stelle
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“Bradipodiario” non si poteva sottrarre, almeno così si spera, per un minimo di considerazione verso le vittime e per quello che, temiamo, non si interromperà con le 100 e 100 morti bianche a venire. Per il governo ben altre sono le emergenze, mica il morto di lavoro ogni otto ore!
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Intorno c’è tanta poesia
Per te vita mia sospira il mio cuor
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Qui è riportato quanto è necessario sapere della vicenda.
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Sull’Arno d’argento
Si specchia il firmamento
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Una parabola perfettamente coerente, che schiaccia le teste di chi lavora e abita Novoli-Rifredi, il quartiere più popolato e cementificato di Firenze; su quella stessa piana dove, anticamente, la plebe di contado veniva periodicamente allagata dalle piene del torrente Terzolle, un affluente dell’Arno.
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Sull’Arno d’argento
Si specchia il Firmamento
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Già, Signore e Signori, parliamo di un luogo non esattamente turistico, a parte dalla Firenze da cartolina che tutto il mondo ci invidia, quella di cui non si parla, come hanno invece tentato di fare per vent’anni quelli del Comitato dei Residenti, al fine di ottenere anche lì un po’ di verde pubblico e qualche servizio di prossimità. A Firenze. No, quel luogo… gente di poco conto.., andava a perfezione per speculazione e profitto di chi, oggi, fra finanza, immobiliaristi e grande distribuzione, comanda e spolpa l’Italia.
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Dorme Firenze
Sotto il raggio della luna
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Con il commendevole – si fa per dire – contributo dapprima dell’amministrazione locale di “sinistra”, autrice del mirabolante “cambio di destinazione d’uso” dell’area; e di quello centrale dopo, di “destra”, con l’introduzione (by Salvini & Co. d.o.c.g.) dei cosiddetti subappalti “a cascata”, all’infinito; così infinito che taluni operai non erano nemmeno messi in regola previdenziale; non erano. Almeno quelli deceduti.
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Sospirano gli amanti
Stretti stretti, cuore a cuore
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Fate bei sogni, o Bradipi!
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In corsivo brani dalla canzone Firenze sogna di Cesare Cesarini, cantata da Claudio Villa (Ndr)
Foto: pixabay.com
Tempio Aperto ritorna venerdì 8 marzo

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3 Comments

  1. Buno Reply

    Un quotidiano che si fregia del nome “La Verità” – vi ricorda qualcosa? – ha titolato che le stragi sul lavoro sono colpa delle immigrazioni incontrollate… Sono per la totale libertà di stampa ma in certi casi auspicherei una censura o quantomeno autocensura, cari giornalisti “veritieri” prima di scrivere certe castronerie contate fino a 3, anzi facciamo fino a 5 in modo tale che abbiate più tempo per collegare la mano sulla tastiera al vostro cervello. È riprendo un’immagine pubblicata su questo tipo in occasione della strage di via Genova a Torino: BASTA DIRE BASTA! È ora di agire, in primis da parte dei sindacati se vogliono ancora essere un’entità che difende i lavoratori, e in secundis dalla “sinistra” che deve affrancarsi dai signori del cemento ad ogni costo e dal potere della GDO… e potrei continuare! Concludo ringraziando l’estensore di questa rubrica per squarciare l’ipocrisia che si annida sia a destra che a sinistra!

  2. Gian Michele Reply

    Ringrazio Bruno per il suo commento. Non c’è da stupirsi più di tanto per quel che scrive la stampa compiacente al governo neo fascista. Piuttosto, lascia alquanto interdetti e senza tante speranze il disinteresse o, al più, l’oblio in cui è andata a spiaggiarsi quell’opinione pubblica che dovremmo credere più sensibile a tematiche sociali.

  3. Bruno Reply

    intanto mi scuso per aver scritto male il nome, mi chiamo Bruno e non Buno!!!! Una piccola osservazione non chiamerei questo governo neofascista nel senso che toglierei il neo… e mi viene una battuta unico “neo” – si fa per dire… – che a sostenerli sono anche realtà, lontano dal mio modo di pensare, ma comunque non fasciste ma che lasciano fare alla parte nostalgica quello che vogliono…

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