Pojana E Non Solo

di Giuseppe Rissone Facebook


Una schiera di personaggi forgiati – Pojana e non solo – dal cantore Andrea Pennacchi

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Quando alcuni giorni fa ho alzato gli occhi sulla bacheca piena di post-it e foglietti che riguardano bradipodiario e ho visto che toccava a me redigere un articolo per questa rubrica ho pensato di segnalare qualcosa del passato, poi ho cambiato idea, ed è diventa una recensione fresca fresca…

Si riferisce a uno spettacolo teatrale Pojana e i suoi fratelli – Teatro Colosseo di Torino – a cui ho assistito lo scorso 28 aprile sempre in compagnia della mia metà – il protagonista è Andrea Pennacchi, l’attore padovano diventato famoso grazie al personaggio del Pojana all’interno del programma Propaganda Live. In realtà Pennacchi non è solo il Pojana – e questo si evince anche dallo spettacolo visto – il suo curriculum è vastissimo, parte dal teatro di ricerca, sino ad arrivare a diverse partecipazioni in fiction RAI, a Petra, serie televisiva andata in onda su Netflix, con Paola Cortellesi, nel ruolo del vice ispettore. 
Lo spettacolo visto propone sul palco oltre a Pennacchi, anche la presenza dei musicisti Giorgio Gobbo e Gianluca Segato, e prende il via – dopo un simpatico prologo – con il primo monologo del Pojana, personaggio che ha fatto conoscere a un pubblico più vasto l’attore padovano. 
Poi un susseguirsi dei fratelli maggiori di Pojana: Edo il security, Tonon – con un monologo lunghissimo, coinvolgente, e dove non c’è nulla da ridere – il derattizzatore, Alvise il nero e altre storie.
Pennacchi visto in Tv e anche in teatro sembra a tratti quasi chiedere scusa per la sua presenza, con le sue movenze, con la sua timidezza, come se il successo datogli dalla partecipazione a propaganda live fosse una parentesi all’interno di un ricco passato e un futuro tutto da costruire. Questa sua semplicità e immediatezza lo fa maggiormente apprezzare, tenendolo lontano da infiniti personaggi visti in Tv che sembrano fenomeni e poi visti dal vivo si rilevano incapaci e inutilmente volgari, ho avuto modo di vedere diversi cabarettisti usciti da Zelig e dintorni, e salvo un nome solo, quello di Giobbe Covatta.
A proposito di volgarità, che molti comici usano nei loro spettacoli per far aumentare le risate, come se fosse la parolaccia a far ridere e non il fatto, il contesto, la modalità, la voce, il corpo, Pennacchi ne fa un uso necessario, quasi tutte in dialetto veneto, e non potrebbe essere diversamente, senza mai scadere in qualcosa di gratuito.
Il giorno dopo Pennacchi ha postato questo testo sulla sua pagina facebook: Tornando dalla carichissima #Torino, viaggiando tra un’autogrill e l’altro, ci rivediamo presto domenica a Uno Maggio Taranto Libero E Pensante!!!
Ringrazio a nome dei torinesi per i “carichissimi”, potevamo fare di meglio, e tu caro Andrea torna a ritrovarci.
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  Da Battere Le Zampe ritorna lunedì 30 maggio
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