Volevo Fare La Corridora

di Guido Bigotti

» »

Morena Tartagni campionessa italiana di ciclismo, prima atleta azzurra a salire sul podio ai mondiali.

» »

Morena Tartagni è una donna che ha sempre pedalato controcorrente, fiera delle proprie idee e passioni, senza temere niente e nessuno. Milena da piccola voleva fare la “corridora” e sognava di seguire le orme di Alfonsina Strada. In sella alla sua bicicletta è stata la prima atleta azzurra a salire sul podio dei mondiali di ciclismo del 1968 a Imola, ha stabilito il record del mondo dei 3 km. su pista al Velodromo di Roma, vinto due medaglie d’argento ai campionati mondiali di Leicester e Mendrisio e ottenuto 10 titoli italiani su strada e su pista. Con coraggio e determinazione, in tempi eroici e difficili per il ciclismo femminile, ha collezionato 100 vittorie. Scesa dall’amata bicicletta, ha ricoperto importanti ruoli nella Federazione ciclistica italiana ed è stata assessore allo sport e alle politiche giovanili nel comune di Senago. La storia di Morena è diventata un libro anche grazie a una promessa fatta a Paola, la sua compagna di una vita, al cui dolce ricordo è dedicato.

» »

Ciao Morena. Per prima cosa ti chiederei di presentarti brevemente a chi ci sta leggendo?

Sono Milena Morena Tartagni e sono nata a Predappio, in provincia di Forlì, dove la bicicletta è il mezzo di locomozione più importante. Non poteva che nascere in me la passione per il ciclismo.

Morena quando hai maturato la passione per il ciclismo?

Credo di essere nata con la passione per la bicicletta, il mio ricordo è legato al desiderio di possederne una.

Romagnola di nascita, ma milanese d’adozione. Ci racconti questa parte della tua vita?

Nel 1956 i miei genitori, vista la scarsità di lavoro in Romagna, sono emigrati in Svizzera lasciando me e mia sorella presso i nonni, per me quelli paterni, per mia sorella Sergella quelli materni. Nel 1958 i miei genitori sono rientrati in Italia fermandosi a Milano, dove avevano già contatti di lavoro. Ed ecco che qui la famiglia si è riunita.

E poi Morena ha fatto la corridora! Come si è realizzato questo sogno?

Il mio sogno prendeva forma in quel di Seveso, dove inforcai la bici da corsa posteggiata vicino casa della zia. Al mio ritorno trovai il proprietario con cui mi scusai per non avergli chiesto il permesso, ma la tentazione era troppo forte. Il caso vuole che il signor Zanaboni fosse il direttore del Gruppo Sportivo Pregnanese e, vedendomi così entusiasta, mi propose di correre. Non sapevo ancora che ci fossero gare per le donne.

» »

Abbiamo così introdotto il tuo libro, “Volevo fare la corridora” di Gianluca Alzati. Nel libro sono riportati, con dovizia di particolari, i momenti salienti ed emozionanti della sua carriera ciclistica. Ci racconti qualcosa a riguardo?

Caratterialmente non mi sono mai sentita protagonista, ma tantissime persone vicine a me, orgogliose del mio passato di atleta, mi hanno fatto capire che come ciclista avevo ottenuto dei risultati importantissimi, facendo da apri pista a quello che è oggi il ciclismo femminile. Da qui è nata la voglia di raccontare e offrirne una testimonianza. Come altri incontri della mia vita non casuali, fortunatamente ho conosciuto Gianluca Alzati,  un professore di italiano che aveva già scritto libri per ragazzi e, in occasione della presentazione del suo ultimo libro che parlava del vincitore della prima Milano-Torino nel 1876, ho avuto modo di capire con quanta passione e delicatezza si era immedesimato in questo personaggio. Solo lui poteva usare la stessa sensibilità nel raccontarmi.

Un libro che è anche una promessa fatta a Paola.

Sì, è una promessa fatta a Paola, che mi diceva sempre che la mia vita era un romanzo da raccontare.

Viene menzionata nel tuo libro una canzone di Bryan Adams, che poi è la canzone della tua vita e non solo. Ricordi il titolo ai nostri lettori e perché rappresenta la tua vita?

“Have you ever really loved a woman?” Ho sentito questa canzone quando ho conosciuto Paola e ho pensato che sarebbe stata la nostra canzone, regalandole subito il cd. La canzone dice: “Per amare veramente una donna, per capirla, devi conoscerla profondamente e sentire ogni pensiero, vedere ogni sogno e darle ali quando lei vuole volare”. Oltre ad essere stata la nostra canzone ha fatto da sottofondo alla nostra unione civile, il giorno più importante della nostra vita.

» »

Morena torniamo a parlare di te e della tua carriera ciclistica, che ricordi hai?

Vivo di ricordi più o meno belli, i più significativi sicuramente sono le vittorie nelle corse di un certo prestigio, come già da te menzionate in apertura d’intervista. Le delusioni non sono mancate, in particolar modo nel constatare che il ciclismo femminile non era tenuto in considerazione alcuna dalla Federazione Ciclistica Italiana. Il ciclismo femminile dei miei tempi era considerato uno sport amatoriale e snobbato non solo dalla Federazione, ma anche dal maschilismo imperante.

1968, un anno ricco di soddisfazioni e all’età di soli 18 anni.

E’ lì che è iniziata la mia “scalata” di atleta, essendo stata la prima ciclista italiana a salire sul podio mondiale: Medaglia di bronzo con un valore per me indescrivibile, seguita dall’ Argento a Leicester nel 70 e a Mendrisio nel 71.

Comunque anche la prosecuzione della tua carriera non è andata per niente male. Ce la racconti?

Oltre a questi risultati a livello mondiale, ho battuto il Record del mondo 3Km su pista, detenuto dall’inglese Burton, prima italiana a battere un record, premiata con Medaglia d’oro al valore atletico. Il tutto seguito da 10 campionati italiani.

Era diverso e difficile per una donna fare la “corridora”? C’è molta differenza tra il tuo ciclismo e quello attuale?

Dal mio ciclismo a quello attuale c’è un abisso per considerazione, professionalità e rispetto.

» »

Che consigli daresti a una giovane ciclista?

Ad una giovane ciclista direi di considerare il ciclismo lezione di vita, capendo che dalle sconfitte, non solo nello sport ma anche nella vita, ci si può sempre rialzare.

Torniano a parlare del tuo libro, prossime presentazioni?

Continueremo con le presentazioni nelle scuole, biblioteche e librerie varie. Mi piace sottolineare che saremo a Pregnana Milanese, dove è iniziato tutto, Baranzate, dove ho vissuto, Cervia, dove sono stata adottata da appassionati di ciclismo, Firenze in videoconferenza, con scuole di Napoli ecc., ecc..

Dove e come comprare il libro edito da Ediciclo?

Nelle librerie e su Amazon.

Per ultima cosa ti chiederei se hai voglia di lanciare un pensiero, un messaggio legato al tuo mondo sportivo, che hai vissuto e che stai vivendo ora.

Un grazie speciale per non avermi mai dimenticata e farmi rivivere oggi con lo stesso entusiasmo il mio passato.

____

Foto: Franco Foto (Morena sulle spalle vittoria al secondo campionato su strada 1960 Oggiono (Va). In bicicletta campionato su pista.) Immagine: Giuseppe Rissone

___

Diario Della Bicicletta ritorna giovedì 26 ottobre

___

 

One Comment

  1. Enea Solinas Reply

    Un’ altra piccola grande storia misconosciuta di sport. Pioneristico e importante.
    Bel pezzo giornalistico. Da diffondere ai più giovani in particolare…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *