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di Gianfranco Gonella wikipedia.org

Si sono concluse con i ballottaggi le votazioni per il rinnovo di alcune amministrazioni

Il titolo per questo articolo, cari amici bradipolettori, lo avevo in mente già da tempo, potrei dire dal giorno dopo la pubblicazione di quello dello scorso mese. Come sapete cerco sempre di trovare un’analogia con la realtà attuale e devo dire che anche questa volta dovrei aver colpito nel segno. Scrivo queste righe dopo che si sono concluse con i ballottaggi le votazioni per il rinnovo di alcune amministrazioni di capoluoghi di provincia tra le quali Torino, Roma, Napoli, Milano, Trieste, Varese, Bologna, Savona, ecc.ecc. Chi ha terminato con il primo turno e chi, appunto, è ricorso al ballottaggio.

Non è mia intenzione giudicare i commenti post elettorali dove pare che tutti abbiano vinto, come al solito, anche se, e lo scrivo con soddisfazione, una destra fascista e populista esca con le ossa rotte. Ma ai vincitori, a coloro che hanno avuto la maggioranza per governare, ricordo che il partito che ha effettivamente vinto è stato quello degli assenti, non di chi si è astenuto, ma proprio di chi è ormai assente dalla vita politica: se avete notato sono anche spariti i partiti che fino a ieri si vantavano di essere quelli che raccoglievano, una volta uno e una volta l’altro, il voto di protesta. Hanno proprio vinto loro, gli assenti.

È proprio a questo “partito” che i neo amministratori devono guardare perché una società lontana dalla realtà è una società da riformare. È innegabile che il crollo della destra di non governo e dello sfascio abbia avuto una pubblicità negativa anche grazie a quelle frange estremiste che, accodandosi ai manifestanti no-pass, no-vax, no-tut, hanno messo a soqquadro Roma, distruggendo la sede della CGIL, o quelli che a Milano, definendosi anarchico-insurrezionalisti, hanno aggredito militanti M5S nel loro gazebo informativo.

Queste violenze mi hanno riportato alla mente quanto accaduto 100 anni fa ad opera di persone con in testa la stessa idea: distruggere, colpire il sindacato, le istituzioni, chi la pensa in modo diverso da loro: la marcia su Roma che di fatto ha dato inizio al ventennio più buio della nostra storia, il fascismo. Un movimento che ha fatto da apripista a diversi altri paesi che cito in ordine sparso:

– Portogallo: si forma il regime autoritario dell’Estado Novo, sotto la guida di Antonio de Oliveira Salazar;

– Ascesa al potere dell’ex Unione Sovietica di Lenin da parte di Stalin;

– In Germania nasce il nazionalsocialismo di Adolf Hitler;

– Guerra delle banane, cioè l’intervento militare degli Stati uniti in Cetra America e Caraibi;

– Vengono poste le basi per il franchismo in Spagna;

– ecc. ecc.

Tra le altre cose una guerra in Afghanistan tra questo paese e la Gran Bretagna.

Per fortuna questa volta tutti abbiamo potuto assistere a questi episodi di violenza e, se qualcuno ancora non aveva capito con chi si aveva a che fare, almeno non è andato a votarli. Nonostante tutto i soliti noti hanno voluto mettere il cappello sulle proteste di chi manifestava, cercando una verginità politica che non gli apparteneva, anzi. E su chi manifestava, e lo fa ancora oggi, rispondo pubblicando parte dell’editoriale scritto da Alessandro Zaccuri il giorno 13 ottobre c.a. per il quotidiano cattolico “L’Avvenire”:

“…In una società non occorre che tutti vadano d’accordo su tutto, ma è indispensabile che su qualcosa tutti vadano d’accordo….Fino ad un paio di anni fa, si poteva ritenere che la tutela della salute fosse appunto una questione condivisa, come tutte le questioni di vita e di morte. Certo già allora la renitenza ai vaccini veniva spacciata come atto di coraggio, ma a sostenere questa tesi era una minoranza niente affatto consistente, per quanto rumorosa. Con la pandemia per alcuni lo scenario è cambiato e le ricadute sono drammatiche per tutti. Alla vasta e pressochè totale solidarietà dei primi tempi è subentrata una cultura del sospetto che non risparmia niente e nessuno, mentre il salto di specie dai no-vax ai no-pass ha portato con sè intimidazioni e violenze, purtroppo non soltanto verbali.”

L’editorialista passa quindi a esaminare il problema del rientro al lavoro di chi può perché in possesso della certificazione verde, il Green-pass:

“Dunque il vaccino viene messo a disposizione gratuitamente, senza alcuna pratica discriminatoria. Lo stesso Green-pass non viene rilasciato sulla base di qualche valutazione dispotica da parte delle autorità, ma si limita a segnalare il fatto che il detentore non è pericoloso per gli altri. Nella maggioranza dei casi questa condizione si consegue con il vaccino. Chi non si vaccina non può dare certezza e, quindi, non può ottenere la Certificazione verde….I problemi sorgono quando il non vaccinato rivendica gli stessi diritti dichi, essendosi vaccinato, ha il Green-pass. Bene, ma per quale motivo esattamente, dopo aver rifiutato un servizio (il vaccino) erogato gratuitamente per il bene della collettività, si sarebbe tenuti a ricevere gratuitamente un altro servizio (il tampone) che va principalmente a beneficio del singolo? Allo stesso modo perché l’accesso al lavoro da remoto dovrebbe essere assicurato in via prioritaria a chi, sprovvisto di Green-pass, non può essere ammesso nello spazio in cui operano i suoi colleghi? Perché ipotizzare un beneficio ulteriore per quanti, in sostanza, si sottraggono alla regola solidale e sempre più spesso agitano la minaccia dell’insurrezione? Perché dopo tutta la sofferenza che abbiamo patito e tutti i morti che abbiamo pianto siamo costretti a farci domande come queste? Quale pagina del romanzo abbiamo saltato? Quale episodio della serie ci è sfuggito? E, più che altro, chi ha violato il patto che dovrebbe legarci gli uni agli altri?”

Ecco, cari amici che avete avuto la pazienza di leggere fino a qui, che risposte date? Sono curioso di leggere cosa ne pensate.

Il titolo dell’articolo è un brano dei Ricordi d’infanzia, gruppo nato dalle ceneri del complesso lombardo degli “Aspidi”, decimato da vari impegni personali e dal servizio di leva di diversi componenti della band. Con il vecchio nome di “Aspidi” incideranno con la Fonit Cetra, accompagnandola cantante popolare Graziella Ciaiolo, mentre con la nuova ragione sociale, Ricordi d’infanzia appunto, iniziano a lavorare ad un loro nuovo lavoro facendosi aiutare da Detto Mariano, già arrangiatore per Celentano e Battisti. Preceduto da un singolo con due inediti, il disco viene pubblicato senza che ci sia la minima promozione da parte della Cetra che, cosa senza senso per un album d’esordio, addirittura non mette il nome del gruppo sulla copertina e lo inserisce in una collana dedicata alla musica popolare. La distribuzione, neanche a dirlo, fu limitatissima e il 33 giri originale è adesso un pezzo molto raro nel panorama discografico. Dopo alcuni cambi di formazione il gruppo si scioglierà definitivamente nel 1976 senza lasciare tracce.

Solo una curiosità: se andate a fare una ricerca in rete troverete la copertina del loro disco e magari troverete qualche analogia con la copertina di Rubycon del gruppo tedesco dei Tangerine dream. La curiosità è che come scritto il 33 giri dei Ricordi d’infanzia è del 1973 mentre Rubycon, sesto album dei Tangerine dream è del 1975. Qui potete ascoltare il brano Buon ascolto e alla prossima.

Il Mito Ostinato ritorna lunedì 22 novembre


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2 Comments

  1. Claudio Savergnini Reply

    Mio caro Gianfranco, visto che hai chiesto cosa ne pensiamo, provo ad abbozzare una risposta. Voglio però fare prima una piccola premessa: più di 44 milioni di italiani si sono fatti vaccinare a fronte di altri 8 milioni che per vari motivi non hanno voluto o potuto farlo. Hanno tutta la mia comprensione quelli non immunizzati per seri motivi di salute, ma verso gli altri non provo nessuna simpatia e non accetto le loro capziose argomentazioni. Da questi numeri è però chiarissimo capire da che parte sia schierata la maggior parte del popolo italiano! Una esigua minoranza è andata a occupare gli accessi al porto di Trieste con l’intento di bloccare oltre al porto, a detta loro, l’intera economia del Paese. In conseguenza a questa azione e fallita ogni trattativa di mediazione, la polizia ha provveduto, ope legis, a sgomberare il sito con l’uso di idranti e lacrimogeni.
    Non dobbiamo dimenticare che nel 1948 fu introdotto il reato di “blocco stradale” ed era prevista, per chi lo commettesse, una pena da 1 a 6 anni di reclusione. Nel 1999 il reato venne depenalizzato e punito solo più con una sanzione amministrativa (una multa); il legislatore, allora, voleva contemperare il diritto alla mobilità dei cittadini non coinvolti negli scioperi con il diritto di altri a manifestare. In epoca recente un Ministro degli Interni della Repubblica Italiana operò affinchè si reintroducesse il reato di blocco stradale del ’48, addirittura aumentandone la pena fino a 12 anni di reclusione. Dopo il recente sgombero, Matteo Salvini ha chiesto conto alla Ministra Lamorgese del perchè la forza pubblica avesse usato lacrimogeni e idranti contro persone che manifestavano pacificamente (ma che da quanto su esposto erano in flagranza di reato). Quello che mi ha stupito molto è stato scoprire che il ministro che ha reintrodotto quel reato e chiesto che se ne raddoppiasse addirittura la pena è sempre lui: Salvini! Ora casa possiamo immaginare? Che è una gran faccia di bronzo? che se ne era scordato? (ma in questo caso bisognerebbe destituirlo e magari dargli una pensione di invalidità) oppure semplicemente è uno che nei comizi grida: “gli italiani non sono dei cretini…” ma poi li tratta, all’atto pratico, proprio come tali?
    Lo scopo di questa mia digressione non è oggi quello di dare una risposta a queste domande ma riflettere su come almeno una certa parte dell’elettorato può reagire a questo tipo di coerenza. Dalle notizie sulle votazioni da poco conclusesi e dal tuo scritto è chiaramente emerso il dato sconfortante di una pesante percentuale di astensionismo. Ovviamente io non sono in grado di spiegarne tutti i motivi ma personalmente credo che molta gente abbia rinunciato a esprimere una preferenza elettorale semplicemente perchè non c’è più nulla su cui esprimersi (o nulla da preferire, fai tu!)
    Per fortuna che, dopo le notizie di politica, ci allieti con qualche perla musicale che apprezzo sempre molto… e poi mi ero abituato a rispondere segnalandoti un altro brano che corroborasse il mio o il tuo scritto; oggi però andrà diversamente: volevo riascoltare un brano dei Nomadi intitolato “La Coerenza”, per capire se era adatto al contesto odierno, quando sono capitato su un video della stessa durata di una canzone ma non musicale; oltre che ben recitato è azzeccatissimo e utile a dare forse un’idea del perchè milioni di aventi diritto hanno disertato le urne. Il titolo è “Incoerenti anonimi”… e questo il link per vederlo: https://www.youtube.com/watch?v=ItUQNZPR9DU

  2. Giovanni Gonella Reply

    Grazie per il puntuale commento che potrebbe diventare una nuova rubrica intitolata “La risposta di Claudio”.
    Sono passati come scritto pochi giorni dalla debacle sovranista alle amministrative e subito riusciamo a farci del male.
    Mi riferisco alla bocciatura in senato del ddl Zan, quello che prevedeva l’estensione dei diritti, civili e penali, a tutti, nessuno escluso sia etero che omosessuale.
    Il ddl è stato bocciato per il voto compatto delle destre aiutato da un nutrito gruppo proveniente dai banchi del centrosinistra, da quello stesso gruppo che era riuscito ad affossare la nomina di Prodi, padre dell’Ulivo, a Presidente della Repubblica.
    Allora per fortuna si trovò una maggioranza in grado di eleggere Mattarella, ma fu faticoso.
    Quello che più mi ha dato ribrezzo è stata l’esultanza da stadio all’annuncio della bocciatura, evviva, mandiamoli al rogo questi fr…, “anch’io sono stato vittima di pregiudizi DIGIAMOLO”, e frasi sconcertanti varie.
    Le destre rialzano la testa e paventano la nomina del pregiudicato di Arcore a presidente della repubblica.
    Considerando che questo potrà avvenire con la sola maggioranza parlamentare dalla quarta votazione e che le prime due, come consuetudine, sono quelle di facciata per sondare il terreno, la possibilità che questo avvenga non è poi così campata in aria.
    Ora le destre, rilanciando che esiste una nuova maggioranza, saranno compatte nel proporlo e, con l’aiuto dei soliti noti, avranno sicure possibilità di vittoria.
    Pensate che bello, un pregiudicato, condannato in via definitiva dopo tre gradi di giudizio, per evasione fiscale, cioè uno che ha commesso un reato contro lo Stato, potrà essere il nostro presidente e, cosa ancor più grave, sarà a capo del CSM, il Consiglio Superiore della Magistratura.
    Non so più a cosa pensare, spero che non ci si arrivi a tanto, ma con certi personaggi un po’ di timore ce l’ho.

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