Una Storia Da Raccontare

La storia in breve, di una radio molto particolare, che nel 2019 ha raggiunto i 70 anni di vita, Radio Capodistria, ancora oggi ricca di proposte e iniziative.

Bentornati sulle Libere Frequenze di Bradipodiario. Anche in questo appuntamento vi parlerò di Radio Capodistria, ancora in collaborazione con Giuseppe Rissone ma soprattutto con Barbara Urizzi speaker dell’emittente che avete già conosciuto il mese scorso. Ecco una breve storia di questa emittente di confine che parla italiano seppur, purtroppo aggiungo io, in territorio straniero.

A guerra appena terminata rappresentò l’unica voce italiana nella zona B della Venezia Giulia. Nacque infatti da una ferita di confine della nostra comunità nazionale, questa emittente rappresentò una voce italiana per le popolazioni rimaste aldilà del confine della madrepatria. Col nome di Radio Trieste Zona Jugoslava (Radio jugoslovanske čone Trst) il 25 maggio 1949 vede la luce questo servizio radiofonico. Nel 1955, con il secondo esodo che riguardava la Zona B, Radio Capodistria si accinse ad assumere un nuovo volto e a svolgere una funzione quasi del tutto inattesa. Affiancata da una rete televisiva, divenne espressione di quanto di italiano rimaneva in Istria e, insieme e più ancora, punto di raccordo per una visione conciliativa dell’intero territorio giuliano, da Pola si spingeva fino a Gorizia.

I programmi erano in tre lingue: slovena, italiana e croata. Dopo la firma del Memorandum di Londra, Radio Capodistria si unì con Radio Lubiana nel 1956 e fu abolito il programma in lingua croata. Diventò un’alternativa alla Rai sia dal punto di vista musicale che di notizie e per questo il segnale fu irradiato in zone sempre più ampie dell’Italia. Radio Capodistria è stata una delle prime emittenti bilingui in Europa. Nel 1979 il programma sloveno e quello italiano iniziarono a trasmettere su frequenze separate. La redazione in lingua italiana si avvaleva anche di collaboratori abitanti nei capoluoghi delle regioni nord-italiane.Tra i più conosciuti Fulvio Tomizza, grande scrittore istriano, che collaborò iniziando la sua carriera radiofonica nei primi anni cinquanta. Radio Capodistria divenne la risposta del nuovo stato Jugoslavo all’emittenza italiana e triestina dell’immediato dopoguerra, in palio il controllo e l’egemonia dei confini orientali: le famose Zone A e B.

Una sotto giurisdizione anglo-americana (da Trieste alle porte di Pola), l’altra occupata dall’esercito Jugoslavo. Nel 1952 cambierà il nome in Radio Capodistria-Koper e sarà inglobata in Radio Lubiana. Quindi, da pseudo indipendente passa ad essere fattivamente organo della zona slovena vale a dire un’emittente statale jugoslava con tutto ciò che ne seguiva, diventando all’epoca una stazione radio megafono del regime comunista jugoslavo trasmettendo notiziari e rubriche culturali in sloveno, croato e italiano. I cenni storici possono sembrare retaggio degli anni passati ma il problema della comunità italiana, della sua lingua e della sua cultura rimane ed è sempre attuale. La nostra amica Barbara Urizzi – speaker dell’emittente – da “dentro” ci segnala che attualmente ci lavorano poco più di una ventina di dipendenti, assieme ad una manciata di collaboratori, più il reparto dei tecnici che sono dipendenti di tutto il centro regionale, di cui fa parte RC (assieme Radio Koper, la “sorella” che trasmette in lingua slovena e TV Koper – Capodistria). Inoltre, attualmente ritrasmette trasmissioni di Radio Beckwith Evangelica – Moon Safari di e con Claudio Petronella – e di Radio Popolare. Eccoci alla fine di questo percorso storico, concludo ringraziando Giuseppe Risosne alla “regia” e Barbara Urizzi per la collaborazione ma soprattutto per la sua simpatia. A tutti voi che avete letto e a Barbara in particolare dedico il brano che come sempre metto a corredo del mio articolo. Ecco quindi una canzone struggente di un istriano famoso che ha conosciuto la difficoltà di vivere e lasciare quei luoghi: Sergio Endrigo, come sempre “buon ascolto”… e ci ritroviamo su queste Libere Frequenze a settembre.

ANTONINO DI BELLA

Foto: Barbara Urizzi

Libere Frequenze ritorna venerdì 14 agosto

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