Una Cosa Divertente Che Non Farò Mai Più

di Sara Migliorini

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Un resoconto lucido, disincantato e molto divertente dal mondo delle vacanze

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Eccoci qui, di nuovo ai nastri di partenza di un’altra stagione de “Il bradipo legge”, di nuovi agli sgoccioli di un’estate che si tinge, a poco a poco, dei colori dell’autunno. Per la maggior parte di noi le vacanze sono alle spalle e pensavo a chi avrà già avuto modo o l’avrà nell’immediato futuro di raccontare le proprie esperienze e le mete raggiunte. Quanti modi diversi ci sono di raccontare la stessa esperienza? Tanti, a seconda dello stato d’animo del narratore, il quale potrà porre ora l’enfasi sulla fatica di una scalata, ora subliminare la superiorità dell’ozio. Questo pensiero, sulla peculiarità che ha ognuno di noi nel raccontare le proprie esperienze, mi è venuto leggendo uno straordinario reportage, “Una cosa divertente che non farò mai più” di David Foster Wallace, edito da Minimum Fax. (Perché, doverosa parentesi aperta, dopo tanto girovagare tra monti e paesini quest’estate, il mio ritorno in città è stato festeggiato andando in una della mie librerie preferite e acquistando finalmente questo libro, che già da anni occhieggiava dagli scaffali e mi invitava alla lettura. Fine parentesi).

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Una cosa divertente che non farò mai più nasce come reportage commissionato a Wallace dalla rivista Harper’s sul fenomeno delle crociere su navi di lusso nei Caraibi. Grazie al talento letterario e alle capacità di osservazione dello scrittore, quello che è nato come semplice reportage su un argomento specifico si trasforma in un’opera di più ampio respiro, un lucido ritratto dell’uomo contemporaneo calato nella dimensione vacanziera.

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Scopo primario di una crociera su una nave di lusso è quello di viziarne i passeggeri paganti e l’obiettivo viene raggiunto creando una bolla artificiale di benessere, all’interno della quale si viene coccolati a suon di feste, spettacoli, intrattenimenti vari e cibo, tanto cibo, una quantità assurda di cibo disponibile ventiquattr’ore su ventiquattro. E’ talmente prioritario soddisfare le esigenze dei croceristi che sembra quasi vengano esauditi desideri che non si sa neppure di avere. Il resoconto di Wallace è ricco di episodi che, per la loro assurdità, sono tanto esilaranti quanto stranianti, perché ci si ritroverà, nell’arco di poche pagine, ad avere paura del proprio water e, nello stesso tempo, a domandarsi che cosa siamo diventati nella società del divertimento a tutti i costi. Perché l’omologazione dell’industria del divertimento sembra rendere tutti ciechi e raramente ci si rende conto che questo stato perenne di benessere viene raggiunto quasi sempre a scapito di personale malpagato e ricattato con lo spauracchio del licenziamento. Lascio a voi il piacere di scoprire, capitolo dopo capitolo, cosa accade a Wallace nella sua settimana di crociera e mi raccomando: non tralasciate di leggere le note al testo, che sono esse stesse dei veri e propri racconti nel racconto.

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L’occhio analitico di Wallace non tralascia nessun aspetto, dalle dinamiche della vita in crociera alle interazioni che si instaurano tra i croceristi, arrivando a trascendere il particolare e a regalarci una riflessione più generale sull’animo umano e sulle sue più profonde contraddizioni e debolezze. Uno sguardo che, per quanto tagliente, non è mai cinico, anzi è carico di empatia e comprensione, perché alla fin fine nessuno di noi, chi più, chi meno, può sentirsi escluso a priori dai difetti e dalle fragilità che affliggono la condizione umana. Un breve testo che non ha perso con gli anni la sua incisività e la sua verve, ma le cui riflessioni sono più attuali che mai, un reportage che merita di esser letto per il suo valore letterario e non solo.

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Foto: Sara Migliorini

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Il Bradipo Legge ritorna lunedì 16 ottobre

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3 Comments

  1. Enea Solinas Reply

    Ricordo un esilarante reading (forse se ne trovano tracce su YouTube o nel web) di questo testo, se non ricordo male, ma potrei confondermi, ad opera di Gioele Dix…
    Cinico e spassoso e con lampi di intelligenza folgoranti, come accade spesso con Wallace.

  2. Susanna Reply

    Grazie Sara per aver così ben dipinto in maniera sintetica e contemporaneamente completa un libro che mi era piaciuto tanto, ma che riprenderò in mano grazie alla tua recensione (magari da regalare alle amiche che, ormai pensionate, si sono date all'”arte” della crociera”!).

  3. Emilia Reply

    Ciao Sara. Non ho ketto il libro ma la tua recensione me ne ha fatto venir l’intenzione. Penso comunque che sarei d’accordo con l’intenzione dello scrittore di non fare “mai piu” una cosa che pur ha trovato divertente. Comodo certo, piacevoli le coccole ma non sono situazioni in cui mi sentirei a mio agio.

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