Topi O Uomini

di Gianfranco Gonella

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Articolo pubblicato il 14 novembre 2022 e scelto dall’autore per la riproposta estiva

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Per la notizia che voglio condividere con voi per questo mese, mi rifaccio proprio alle radici della rubrica: ho trovato una notizia che è passata nel silenzio più assordante che ci possa essere

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Cari amici bradipolettori, come avrete sicuramente notato aprendo il sito, bradipodiario ha recentemente compiuto 14 anni.

Adesso può prendere il patentino per guidare gli scooter fino a 50cc, può andare a vedere i film “pecorecci” e non solo come ad esempio “Soldato blu” che raccontava degli eccidi dei soldati yankee ai danni dei pellerossa, vietati ai minori di 14 anni. E non solo, puoi fare il babysitter, puoi fare l’influencer su Instagram, fare servizio di dopo scuola, aprire e gestire un blog… ecc. ecc.

Basta fare una ricerca in rete per trovare quante cose si possono fare a 14 anni. Avendo iniziato a collaborare, all’inizio commentando gli articoli proposti per poi passare a scriverne fin dal primo momento, non mi ero reso conto di quanto tempo fosse passato.

Così ho voluto ricercare quanto e cosa avevo scritto nel corso di questi anni.

Come sopra scritto ho iniziato a commentare gli articoli pubblicati, poi su insistenza di Giuseppe Rissone, ho iniziato a scriverne anch’io, erano i miei “articoli per il venerdì del bradipo”. Prendevo spunto da quanto trovavo in rete o ascoltavo in radio e televisione e lo riproponevo dando un mio parere, un mio commento.

Spesso erano notizie che passavano quasi inosservate dai più almeno all’inizio e, spesse volte, per la loro particolarità, venivano poi riprese anche da personaggi di spettacolo o giornalisti di fama con un seguito decisamente superiore al mio: mi restava comunque la soddisfazione di esserci arrivato per primo.

Ma non è mia intenzione incensarmi oltre.

Oltre a questi articoli nel corso degli anni abbiamo pubblicato altre rubriche da me curate come “L’indignato”, raccolta di notizie che mi davano sui nervi perché nascoste ai più alle quali non veniva dato il giusto risalto, e poi un’altra rubrica intitolata “Senza parole”, articoli che per la loro unicità (inutile a mio modo di pensare) non meritavano alcun commento.

Ricordo un articolo, il primo della serie, nel quale si parla di Rod Stewart, il cantante, che confessa di avercelo piccolo, ma che a sua moglie piaceva così.

E via discorrendo.

Viene pubblicato il mio diario di 15 giorni trascorsi in Kenya in occasione del World Social Forum del 2007 svoltosi a Nairobi e dell’inaugurazione di un acquedotto realizzato dall’associazione di cui facevo parte-

Sempre sui viaggi racconterò a puntate anche della mia esperienza cubana nei giorni della rimozione dell’embargo da parte di Obama, reintrodotto purtroppo da Trump e non ancora preso in considerazione dall’amministrazione Biden.

Ma quello di cui sono ancora titolare è “Il Mito Ostinato”, rubrica nata per ricordare il mio mai dimenticato amico Gregorio, chitarrista del gruppo che avevamo formato e che portava questo nome.

Anche questa rubrica nel tempo ha subito variazioni, è cresciuta: all’inizio è stata una prosecuzione degli articoli del venerdì, poi con l’andare del tempo, ha diminuito le uscite, ma si è specializzata nel filone della politica.

Da qualche anno associo l’argomento trattato ad un brano musicale e, nell’ultima versione, scrivo parallelamente anche dei gruppi che interpretano i brani, tutti scelti nell’area progressive italiana.

Ora, tornando alla notizia che voglio condividere con voi per questo mese, mi rifaccio proprio alle radici della rubrica: ho trovato una notizia che è passata nel silenzio più assordante che ci possa essere.

Vi ricordate della vicenda dei marò?

Vi rinfresco la memoria: nel febbraio del 2012 al largo delle coste del Kerala, India, due pescatori scambiati per pirati, vengono uccisi da 2 nostri fucilieri della Marina Militare in quel momento ingaggiati come scorta ad una petroliera di un armatore privato.

In poche parole, grazie ad un provvedimento del 2011 dell’allora Ministro della Difesa italiano, i militari italiani potevano essere mandati in missione a scorta di privati, una sorta di affitto, come foreign fighter, combattenti stranieri che io comunque definisco “mercenari”.

La storia della loro detenzione in India, di come siano rientrati in Italia, di come abbiano accettato di tornare in India per il processo e di come tutta la vicenda si sia conclusa ve la lascio ricercare da soli.

Quello di cui invece voglio rendervi partecipi è che uno dei due marinai, una volta scagionato (ricordo che l’Italia ha pagato diversi milioni di euro ad un pool di avvocati internazionali per difenderli, oltre a risarcire economicamente le famiglie dei pescatori) è la notizia riportata da “Il Fatto Quotidiano” secondo la quale il marò suddetto abbia richiesto un risarcimento allo Stato Italiano per essere stato spedito in India a rischio della vita.

Vi lascio il link per approfondimento.

La foto dell’articolo è quella della petroliera, immaginate le proporzioni con una barchetta di pescatori con 6 uomini a bordo e pensate come da questa avrebbero potuto assaltarla e salire a bordo.

Come le mie vecchie rubriche, “L’indignato” e “Senza parole”.

Venendo alla parte musicale, Topi o uomini è il brano che dà il titolo al secondo album dei Flea On The Honey, Pulce sul miele, che per questo lavoro riducono il loro nome solo in “Flea”. Interessante è anche il testo che potrete trovare a questo link

Il gruppo catanese è composto dai fratelli Antonio e Agostino Marangolo, tastiera e batteria, dal chitarrista Carlo Pennisi ed Elio Volpini al basso.

La loro storia discografica è caratterizzata dai continui cambi di ragione sociale, ben quattro in cinque anni di attività.

Il primo lavoro del 1971, ha lo stesso nome del gruppo, incidono per la Delta, etichetta minore della RCA che, con un furbo lancio pubblicitario tenta di far passare il complesso per proveniente dall’Inghilterra; i nomi dei quattro musicisti riportati sulla copertina sono genericamente anglosassoni, Tony, Charlie, Nigel e Dustin.

Il disco comunque passa praticamente inosservato.

Passano alla Fonit Cetra, etichetta che in quel periodo sta provando a lanciare molti gruppi italiani, e cambiano il loro nome in “Porco Cane”. 

Quando è pronto il secondo disco, nel 1972, la casa discografica fa capire che il nome non è proprio appropriato, così tornano sui loro passi e decidono di chiamarsi solamente “Flea”.

Con la nuova etichetta i musicisti si sentono più liberi di esprimersi, un’intera facciata del disco è occupata dalla lunga suite “Topi e uomini”, dove protagonista è la chitarra di Pennisi, coadiuvato da una buona base ritmica basso e batteria.

Le tastiere completano il lavoro, ma la mancanza di una voce solista di ruolo fa si che anche questo disco passi senza lasciare traccia, addirittura con meno successo del primo.

Altro cambio di etichetta, la piccola Catoca, e nuovo cambio nome, ora si chiamano “Etna”.

Il disco che proporranno, nel 1975, sarà un buon lavoro dove il loro rock si fonderà a moderate citazioni jazz e funk, ma, finalmente direi, rinunceranno alle parti cantate.

Anche questo lavoro non ottiene il successo sperato, Volpini lascia il gruppo e viene sostituito da Fabio Pignatelli che insieme a Marangolo costituiranno poi la sezione ritmica dei Goblin di Profondo rosso.

Dopo scioglimento continueranno individualmente le loro carriere in campo musicale, i fratelli Marangolo saranno protagonisti di belle pagine pop italiane collaborando con artisti del calibro di Pino Daniele, Paolo Conte, Francesco Guccini e molti altri.

In ultimo, se avete avuto la pazienza di leggermi fino qui vi rivelo ancora che il ministro della difesa che ho citato nell’articolo altri non è che la seconda carica dello Stato.

E come in uno dei miei prossimi pensieri sparsi…”Meditate gente, meditate”

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Foto: wikipedia.org

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Il Mito Ostinato ritorna a settembre

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4 Comments

  1. Claudio Savergnini Reply

    Il titolo dell’articolo di oggi mi aveva portato a credere di trovarvi qualcosa sui migranti africani e degli indecenti tentativi del nostro governo di arginarne gli arrivi… l’argomento era invece di altra natura, riguardante, comunque, sempre una vicenda di mare e di ingiustizia. Topi o uomini mi ha ricordato anche il romanzo di Steinbeck “Uomini e topi” che si conclude con una tragedia involontariamente provocata da un uomo fisicamente molto forte, ma affetto da uno sviluppo mentale limitato, ai limiti della demenza. Qualsiasi giuria lo avrebbe dichiarato non punibile perchè incapace di intedere e di volere ma nel romanzo egli non finisce sotto processo; egli viene invece ucciso, per pietà, dal suo amico che così facendo gli risparmia il linciaggio da parte di chi lo stava cercando. Lo stato italiano pochi giorni fa ha voluto mostrare i muscoli dividendo, selezionando e respingendo altrove quel “carico residuale” di persone inermi e sofferenti; eccola qui la “competenza” che ci era stata promessa sui nostri ministri: bravi solo a inventare odiosi neologismi. Nell’opera di Steinbeck, la situazione dolorosa si concretizza a causa della mancanza patologica di intelligenza in uno dei protagonisti; la mancanza di intelligenza del nostro attuale ministro dell’Interno è frutto invece di scelte ideologiche deteriori. Nella finzione del romanzo ne pagano le conseguenze gli stessi protagonisti, mentre nella realtà dei nostri porti chiusi, oggi, pagano pegno solo tanti poveri cristi. Di questo non mi stupisco, era prevedibile, anzi di più, era stato promesso in campagna elettorale, ma mi sorprende come i nostri governanti non siano stai capaci almeno di prevedere le reazioni della Francia e dell’Unone europea. Un buon giocatore di scacchi non muove un pezzo se prima non ha analizzato tutte le possibili mosse di risposta dell’avversario e comunque il sacrificio di un pezzo nella fase di apertura, sulla scacchiera, è sempre funzionale al consolidamento di una posizione e non per per crearsi dei problemi successivamente. Staremo a vedere se quello che, con analogia scacchistica, potremmo chiamare “gambetto Piantedosi”, darà i frutti immaginati o porterà invece noi a subire scacco al Re (cioè al preteso sovranismo della destra)
    Solo una cosa non mi è piaciuta molto del tuo discorso, Gianfranco: quando chiedi a noi lettori di immaginare come si possa dare l’assalto a una petroliera da una piccola barchetta. In un film di qualche anno fa, interpretato da Tom Hanks, “Attacco in mare aperto”, è ricostruito l’assalto, da parte di una piccola imbarcazione, ad una grande nave mercantile. In coda ti metto il link del trailer: dal minuto 0.55, per trenta secondi, si può vedere come possono fare i pirati ad assaltare e prendere possesso di una nave. Il film è la ricostruzione di un fatto realmente accaduto nel 2009 e da allora gli atti di pirateria contro cargo e petroliere si sono ripetuti innumerevoli volte. È per questo motivo che a bordo della Enrica Lexie si trovavano, come scorta armata, i due fucilieri di marina. Dissento anche sul fatto di vederli definiti “mercenari”, non perchè voglia difendere loro due in particolare o i nostri marò in generale, ma per il fatto che con lo stesso metro di giudizio dovremmo allora definire allo stesso modo anche gli uomini della Mondialpol o di agenzie similari che presidiano, armati, gli ingressi delle banche e questo non mi sembra corretto.
    Sono tante le cose storte in questo mondo ed ecco perchè nella rubrica “Il Mito Ostinato” Gianfranco deve rubare spazio al parlare di buona musica per fare posto a considerazioni su molte brutture.
    Un’ultima cosa (tra il polemico e l’ronico) per concludere: in questi giorni sui media gira la notizia dell’eliminazione di Enrico Montesano da un programma televisivo, reo di avere indossato, durante le riprese, una maglietta recante il fregio della Decima MAS e il motto “Memènto Audère Sèmper”; io credo che almeno metà degli italiani fino a ieri ignorassero cosa fosse la “X MAS” e non mi stupirei che fosse a loro ignoto anche Gabriele D’Annunzio che del motto fu ideatore. Comunque, grazie ai social, è emerso lo scandalo;
    Ora mi preme di mettere in guardia chi leggesse queste righe. Si avvicina il Natale e ho visto in giro dei biglietti di auguri che anzichè recare per esteso la scritta “Merry Christmas” riportano una forma abbreviata scritta: “Merry Xmas”… per evitare di finire alla gogna mediatica, additati come nostalgici della Decima Mas, leggete bene il cartoncino che acquisterete e poi, se c’è scritto il più casalingo Buon Natale, credo che i riceventi apprezzeranno lo stesso; sicuramente apprezzerà il Vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, che vuole epurare l’italico idioma dagli anglicismi. Me lo vedo già Vasco Rossi alle prese con la metrica per riadattare la sua “Vita spericolata” alle disposizioni governative.
    ” E poi ci troveremo come le stelle,
    a bere dell’acquavite alla Rossi mescita…”
    Povero Vasco, auguri anche a te!
    Alle ultime elezioni c’è stata la svolta a destra e speriamo che sia finita qui, perchè un’altra svolta nella stessa direzione sarebbe un’inversione a U che potrebbe riportarci indietro fino al ventennio (e non mi riferisco a Berlusconi ma a quell’altro, quello che qualcuno sostiene abbia fatto anche cose buone). In attesa di sviluppi, “fingers crossed…” (con queste due parole è iniziata la mia resistenza…) Un saluto.
    Memènto: sfottère sèmper!

    per l’abbordaggio di una nave nave con un barchino:
    https://www.youtube.com/watch?v=4fQUbTowgtgoi

  2. Gabriele Monacis Reply

    Gianfranco carissimo, complimenti per il tuo impegno civile. La nostra militanza nel mondo dei boy scout ha dato ottimi frutti. Abbiamo avuto maestri di vita spettacolari come Bruno Ventigeno, Alberto Mantovani a tacer d’altri. Per così dire. Il gruppo del Mito Ostinato era un insieme di amici per la pelle e tu eri il nostro cantante e bassista insostituibile.
    In merito alla vicenda di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone mi permetto di precisare due, o tre incongruenze e comportamenti assurdi, quanto illegali, del nostro governo sulla vicenda dei due militari italiani a bordo della nave italiana Enrica Lexie al largo delle coste indiane infestate da pirati nel 2012.
    Riporto un trafiletto dell’ufficio stampa dell’INAIL del 2012: “30/10/2012 Ufficio stampa INAIL
    Diffusi dall’International maritime bureau i dati relativi ai primi nove mesi di quest’anno: le navi assaltate in tutto il mondo sono state 233, la cifra più bassa dal 2008. Migliora sensibilmente la situazione in Somalia, in conseguenza delle misure di contrasto promosse a livello internazionale
    ROMA – Nei primi nove mesi del 2012 sono state 233 le navi che, in tutto il mondo, hanno subito un attacco da parte dei pirati: 125 sono state abbordate, 24 sequestrate, 26 colpite da armi da fuoco e 58 hanno subito un tentativo di aggressione. La cifra è la meno consistente dal 2008, quando gli attacchi furono 199. Malgrado il fenomeno rifletta un netto miglioramento, restano, comunque, preoccupanti i dati che interessano la salute e l’integrità dei marittimi, con sei uomini uccisi e 448 presi in ostaggio. Sono queste alcune delle principali cifre diffuse dal rapporto periodico dell’International maritime bureau (Imb).”
    All’epoca venivano sequestrate decine di navi da pirati che arrivavano sottobordo con barchini, con le scuse più banali, per preparare l’assalto e chiamare gli altri della ciurma, a volte sparando, per il controllo delle stesse. I due militari italiani dovevano difendere la nave. Hanno fatto il loro dovere. Hanno colpito lo scafo dopo i colpi di avvertimento. Hanno seguito il modus operandi previsto in caso di abbordaggio sospetto. Non dovevano essere consegnati all’autorità indiana, perché si trovavano su territorio italiano ( il natante ) in acque internazionali. Hanno rischiato la pena di morte. Tornati in Italia, sono stati successivamente riportati in India. Una follia, una roulette russa. Figli di un Dio minore.
    La vicenda si è conclusa dieci anni dopo nel gennaio del 2022. Dieci anni rubati a due innocenti.
    Vogliamo parlare dei quattro assassini del caccia americano che ha tranciato il cavo della funivia del Cermis in val di Fiemme, provocando la morte di 20 persone nel 1998 e che sono stati giudicati negli Stati Uniti con processo farsa? Solo il pilota è stato condannato a sei mesi ridotti a quattro, nel 1999. “ Quanta fretta, ma dove vai !” “ Io il gatto e tu la volpe, di noi ti puoi fidar” Edoardo Bennato 1977.
    Vogliamo parlare dell’Amanda Knox che, assolta in appello, ha avuto l’ardire di pubblicare un libro della sua storia e va menando fango sulla giustizia italiana, lei “vittima del sistema”, tra una scuola americana e l’altra, dove ogni giorno i ragazzi per entrare a scuola passano sotto il metal detector, per provare che non portano armi. Spesso ci pensano altri giovani fucilieri che arrivano all’improvviso in aula da fuori, a far strage con armi da guerra vendute come pop corn. Chi ha le corna? Boh! Mah! Si vedrà. Incrociamo le dita come scrive Claudio, batterista straordinario del Mito Ostinato.

  3. Gian Reply

    Naturalmente grazie per i vostri interventi.
    Voglio solo fare una precisazione: il mio commento “mercenari” non voleva riferirsi ai nostri militari, ma bensì alla situazione cui essi si erano ritrovati.
    Mi spiego meglio: il nostro Ministero della Difesa con un provvedimento di fatto metteva a disposizione i nostri militari al miglior offerente.
    Nel caso della petroliera, l’armatore si era ritrovato una scorta a buon mercato, senza dover ingaggiare un servizio privato.
    Ora, per entrare meglio nel mio ragionamento, mi pare molto strano che una scorta militare “ben preparata”, abbia in qualche modo scambiato una barca di pescatori, ferma in mare aperto nel svolgere quella che era la sua attività, pescare appunto.
    E quando questa si vede arrivare incontro una petroliera immagino le scene di spavento e di allarme che possono essere capitate.
    Mi immagino, perché altro non posso fare, allo sbracciare dell’equipaggio e alla frenesia di due disgraziati che, con arpioni, cercano almeno di recuperare la rete.
    Il tutto fra le grida in italiano, inglese, non so da parte degli uomini sulla petroliera e le altre grida in un qualche dialetto indiano sulla barca.
    E poi gli spari, solo contro a quei due e nemmeno uno all’imbarcazione o verso gli altri membri dell’equipaggio.
    Non entro nel merito giuridico ben spiegato da Gabriele su di chi fosse o meno la competenza delle indagini e del relativo processo.
    quello che mi ha dato fastidio è stato che adesso, a distanza di anni dalla chiusura dell’indagine, dopo che in un modo o nell’altro i nostri sono stati sempre trattati con riguardo e difesi con un pool internazionale senza eguali, venga ora richiesto da uno di loro un risarcimento per essere stato mandato in missione.
    La mia indignazione che questo è un militare graduato, che ha scelto spontaneamente di fare la vita militare, che nessuno gliel’ha imposta, come ad esempio facevano a noi per la leva obbligatoria alla quale, se la si rifiutava, l’unica alternativa era il carcere militare a Gaeta.
    Se questo pensava che fosse tutto rose e fiori, ha potuto constatare che si sbagliava di grosso: mi piacerebbe sapere cosa ne pensano le famiglie dei carabinieri uccisi nell’attentato a Nassiriya di questa richiesta.
    Anche io Claudio ho visto il film che citi e del quale mi mandi il trailer, ma se ci hai fatto caso le barchette dei pirati erano due, si spingevano a forte velocità verso la petroliera, con un attacco a tenaglia mentre una, armi in pugno , iniziava un duello con gli uomini della petroliera, l’altra con scale e armi spianate, assaliva dalla parte opposta, riuscendo così nell’arrembaggio.
    Sono ancora convinto che la differenza fra i due casi sia grande e che, con una scorta , DIGIAMOLO, “ben preparata e addestrata”, la tragedia poteva essere evitata.
    E l’aver voluto dare un risarcimento alle famiglie delle vittime di oltre 1000000 di Euro per evitare il processo in India, per me personalmente è ammissione di responsabilità.

  4. Mara Reply

    Dissento dal commento di Claudio – l’autore dell’articolo ha in parte già risposto – io sono ancora piū netta, i militari – intendo in particolare graduati di ogni ordine – sono sempre dei mercenari o se preferite dei mangia pane a tradimento, questo in ogni latitudine, perché in tempo di pace se ne stanno in calde stanze a non far nulla, ad impartire ordini inutili a povere masse di ragazzi e purtroppo oggi anche ragazze. Ho la sfortuna di vederne molti nelle vicinanze di casa mia. Poi in tempo di guerra, rimangono nelle loro calde stanze, ad impartire ordine a milioni di persone che diventano carne da macello. Chi veste una divisa militare ha il mio totale rifiuto – aggiungerei epiteti ben peggiori, ma non voglio mettere in difficoltà i gestori del sito – perché il loro fine é sempre quello di uccidere un proprio simile, con la scusa di difendere il proprio paese, peccato che dall’altra parte ci sia qualcuno che pensa la stessa cosa. Un mondo senza militari e armi sarebbe un mondo diverso, dove i conflitti – quelli veri non quelli delle multinazionale e dei grandi capitali e di politici folli – si potrebbero risolvere con modalità meno cruente. Sono cosciente che purtroppo non accadrà, ma non vestirò mai una divisa, non imbraccerò mai un’arma. Grazie per lo spazio, torno a fare la semplice lettrice.

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