Scherzi A Parte

di Guido Bigotti capovelo.com

The “witte bles” la “fiammata bianca” la leggenda del ciclismo olandese

Nel 1969 il ciclista Rini Wagtmans olandese ne combinò una grossa… Wagtmans era conosciuto come Kuifie (ciuffetto) per via di una mèche bianca al centro della fronte. Grande campione e trascinatore della squadra locale visse nello stesso villaggio di un altro ciclista famoso, Wim van Est. In quell’anno Rini era sul punto di classificarsi sesto al Tour de France che volgeva ormai al termine, quindi con nessuna ambizione per il titolo.

Negli ultimi due giorni di gara, rimaneva soltanto il tratto che da Clermont-Ferrand, sede della ditta di pneumatici Michelin, arriva sino a Montagis, seguito dall’ultimo tratto verso Créteil al mattino per concludersi con la crono tappa parigina nel pomeriggio. Wagtmans non aveva speranze di vittoria e neppure di margini di miglioramento, quindi perché non concedersi un piccolo scherzetto?

Decise di sfruttare i primissimi minuti della giornata, mentre la corsa proseguiva a ritmo tranquillo lungo le strade di Clermont-Ferrand. I concorrenti si stavano ancora rilassando e discutendo di quel che avevano letto sul giornale quando videro Rini sfrecciare via dalla corsa, indossando la maglia blu della sua squadra, il Willem II.

Jacques Goddet guardava meravigliato l’olandese che superava di gran carriera la sua macchina in testa alla gara, agitarono le mani e l’autista suonò il clacson nel tentativo di arrestare la sua corsa verso le motociclette che sgomberavano il tragitto per i ciclisti.

Wagtmans non ci fece neppure caso, mise la marcia più alta e spinse al massimo la bicicletta schizzando tra le strade come un demonio, finché non trovò quello che stava cercando: una curva. Inchiodò sbandando e sfilò i piedi dai pedali, mettendosi a correre nel vicolo, dove poi si nascose. Nessuno del gruppo sapeva cosa fare, finché Lucien Aimar, un francese che non amava molto gli scherzi, si lanciò in un rabbioso inseguimento.

Aimar era troppo forte perché gli altri lo ignorassero e quando partì, tutti gli altri gli andarono dietro. Quelli delle prime file sapevano cosa stesse succedendo, ma non ne capivano la ragione. I ciclisti che si trovavano più indietro non ne avevano idea. Quelli davanti erano furiosi e a quelli dietro non rimase che arrancare per tenere il passo con la rapida serpentina di biciclette che sfrecciavano per quei quartieri in cui, in teoria, si è tenuti a procedere con cautela. La velocità continuava ad aumentare.

Benché cosciente del trambusto che avrebbe creato, Wagtmans non aveva previsto che sarebbe stata una scena tanto spettacolare. Il suo piano era di aspettare che i concorrenti fossero avanzati per poi raggiungere i suoi amici in coda al gruppo e farsi con loro quattro risate. La gara prese al contrario una tale velocità che non fece in tempo a rimettersi in sella: invece di sghignazzare, si ritrovò costretto a inseguire a sua volta il gruppone. Testa china sul manubrio e il volto contrito dallo sforzo. I cuori meno teneri pensarono che giustizia era stata fatta.


Diario Della Bicicletta ritorna martedì 18 gennaio

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