Piccoli Suicidi Tra Amici

Si può scrivere un libro sulla morte che parla, in realtà, della vita? Si può affrontare con lucida follia e un’ironia fuori dagli schermi un argomento serio come quello del suicidio? Se a farlo è lo scrittore scandinavo Arto Paasilinna, la risposta è sì, si può e “Piccoli suicidi tra amici” ne è la prova.

Siamo in Finlandia. E’ il giorno di san Giovanni, la festa della luce, celebrata in tutto il paese con grandi falò in corrispondenza del solstizio d’estate. Mentre la maggior parte della popolazione si appresta ad affrontare una notte di festeggiamenti, Onni Rellonen, imprenditore fallito, medita sulla propria vita e giunge alla conclusione che la soluzione migliore per lui sia quella di farla finita una volta per tutte. Deciso a porre termine ai suoi giorni su questa terra, individua in un vecchio fienile abbandonato il luogo ideale per compiere il gesto estremo. Il destino vuole che il fienile non sia proprio abbandonato; il colonnello a riposo Hermanni Kemppainen vi si è rifugiato con lo stesso identico proposito. Mancato per entrambi l’obiettivo della serata, i due si ritrovano a parlare e giungono alla conclusione che probabilmente non sono gli unici a trovarsi in una simile condizione esistenziale.

Perché non raccogliere insieme tutti coloro che condividono la stessa situazione e non organizzare un bel suicidio collettivo per affrontare insieme timori, rischi e le più prosaiche spese economiche? Insieme alla vicepreside Helena Puusaari, anche lei aspirante suicida, i nostri due raccolgono intorno a sé una folla di personaggi folli e bizzarri e con essi si lanciano in un gran tour attraverso l’Europa. Pagina dopo pagina, la curiosità di scoprire cosa accadrà a questa scompaginata combriccola tiene inchiodata la nostra attenzione. A bordo di un bus, che dalla Finlandia la porterà all’estrema punta del Portogallo, la Libera Associazione Morituri Anonimi condivide avventure, ricordi, pensieri, emozioni e si ritroverà, alla fine del viaggio, ben lontana dagli iniziali intenti suicidi, ma anzi più innamorata e attaccata che mai alla vita. Il viaggio della morte si trasforma in un inno alla vita.

Insomma, si parte suicidanti e si ritorna viventi in questa rocambolesca vicenda, tanto improbabile quanto esilarante. Le delusioni amorose, i fallimenti lavorativi, il pessimismo di fronte alle mille difficoltà quotidiane impallidiscono mano a mano che si stringono nuovi legami e che nuova linfa arriva da cambi di prospettiva. Quasi con stupore si scopre che tutti condividiamo lo stesso destino e che il fardello, che sembra insopportabile portato da soli, si ridimensiona se condiviso con le persone che ci sono accanto. Si riscopre il valore fondante di ogni collettività, la solidarietà, e la prospettiva di affrontare la morte rende tanto i protagonisti quanto i lettori consapevoli di quanto sia importante la vita. Un libro che vi consiglio di leggere, soprattutto quando vi sentite un po’ giù di morale e avete bisogno di un’iniezione di ottimismo e leggerezza.

SARA MIGLIORINI

Foto: Sara Migliorini

Il Bradipo Legge torna lunedì 25 marzo

One Comment

  1. Giuseppe Reply

    Sullo stesso argomento segnalo “Non buttiamoci giù” di Nick Hornby, da cui è stato tratto anche un film, non vado oltre non avendo letto il libro recensito da Sara. Attendo con curiosità la prossima recensione, nel frattempo cercherò il libro di Paasilinna.

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