Nembro – Selvino

di Laura Morelli

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una gara in montagna con handbikers skyrunners corridori e carrozzina

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dai isa dai. corre vicino alla parete di roccia. forza dai. fisico asciutto nervoso. sei brava dai sù. è un’agonista di sicuro. gngn smmsmm sta parlando da sola. si da forza. dai mamma andiamo. quindi non è sola. ma è sola. guarda avanti. supera la curva e parla al ritmo del fiato.

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ciao bradipo. franco1 guarda in su. hai ragione sono salita piano senza sforzo. mi son goduta la vostra fatica. tu non l’hai vista perché eri davanti ma la persona più forte è una che si incitava da sola. dovrebbero premiarla la conosci? attraversiamo la strada la testa rivolta giù verso franco. sono io quella lì. alzo la testa e mentre lui sfila con la sedia sotto di me alzo la testa e isa sorride. ho sentito che parlavi di me. siamo occhiali negli occhiali. belli i suoi sono per lo sport. parliamo sotto un albero maestoso. nella piazza ci sono tantə sportivə che si spogliano si asciugano si cambiano. quando corro parlo con mia mamma che è vicino a me. mi accompagna mi da forza. un giorno in gara soffrivo ho iniziato a parlarle ad alta voce. da allora è sempre con me. mi aiuta a superare le crisi. ho 64 anni e corro. tuo marito? no no lui sta a casa qui si annoia. si lamenta. abito a nembro. corre che le piace da matti. ti dovrebbero premiare solo per questa cosa che fai. sai che capita che mi ringraziano? una donna a fine gara mi viene vicino e mi dice. ero in crisi nera poi sei arrivata tu. mi hai spronato mi hai motivato quei dai dai che ce la fai mi hanno dato forza stavo mollando volevo ritirarmi. sono arrivata grazie a te. non le ho detto che stavo parlando con mia mamma. lei ha capito che parlavo con lei. per questo quando corro e non c’è il tifo per strada. quando ti vedono passare e stanno zittə io chiedo ehi pubblico fai il tifo perché ci aiuti ad arrivare. la abbraccio è stato un piacere davvero. scendi adesso? no sto aspettando che mi chiamano per la premiazione sono arrivata seconda nei senior. domani ho un’altra gara ma serve solo per il punteggio della squadra. basta solo partecipare e poi è su terra quindi meglio. soffro molto l’asfalto.

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franco è alla partenza sotto il gonfiabile rosso. stai vicino a me? sì va bene. non capisco perché dovrei stargli vicino. sono una fuori gara e anche poco allenata. mi avvicino. il suo sguardo è cambiato. in quattro mesi ha ciò che mancava al corpo del bel òm2. adesso sì che ci siamo sei un homo eroticus. bravo. chissà cos’è successo. sai che non sei la prima persona che me lo dice? dov’è la ragazza che è andata in ucraina? ragazza sì dai mi passano un microfono. devo riempire un vuoto organizzativo e parlo di LA MORE UKR. l’attenzione è al dopo di me. sono tuttə lì prontə che pensano al tracciato ai possibili momenti di crisi. a chi è forte a chi è debole. partiamo in fretta dai che sono caldə. il viaggio. com’è nato come sono andata dove sono arrivata cos’è la solidarietà e la cultura della pace. fine del tempo è ora di partire. la mano dello speaker vestito di nero vuole il microfono. count down. sono con gli handbikers di active leonessa brescia. alcuni campioni nazionali che vanno forte. franco l’ho già perso in partenza. è giusto. è lui in gara. preferisco stare con quelli che vanno più piano. poi aspetto le ultime donne handbikers che mi superano. salgo calma paesaggi belli aperture boschive la valle sotto. arrivano glə handbikers glə skyrunners ə corridorə a piedi. salgo e guardo indietro per evitare di intralciare. posso essere un disturbo per la concentrazione dell’atleta. tante scarpe mi superano. sono tutte davvero belle. grande tecnologia e designer per i piedi e per quelli senza piedi è nelle braccia e nella meccanica della bike. cosa porta l’essere umano a fare fatica? a salire a comando. a voler arrivare. a superare l’avversario. a tifare a lato della strada. a chiamare per nome chi passa sudatə. concentratə. la competizione nella fragilità è sport sano. arrivi alla fine e ti abbracci. i supporter in bici su e giù con discrezione. viviamo in un mondo sottosopra. chiamiamo anormale l’essere umano che porta nell’evidenza del corpo la fragilità. qui c’è. il bambino è salito in carrozzina spinto da una staffetta di corridori che l’han portato su fino al traguardo. sua madre bella biondina con l’accento francese corre con lui su per la salita. dopo averlo spinto su son scesa di corsa a prendere la macchina. da quando vivo qui la nostra vita è cambiata in meglio. non siamo più isolati.

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lo sguardo di franco è cambiato. si preoccupa per me perché ho freddo. sono passata in un giorno da 30° a napoli ai 13° di selvino e in mezzo una salita. ho davvero freddo. entro in un bar per scaldarmi. tutti con la birretta in mano. un cappuccino grazie.

le premiazioni sono una cartolina d’altri tempi. un rituale che non cambia. sempre atteso. vogliamo il premio e vogliamo vedere la faccia di chi è arrivatə primə. siamo in circolo nella piazza circolare. siamo in balìa dei neuroni specchio che ci orientano nel paesaggio del nostro inconsapevole vagare. mettiti lì vicino al bordo esterno così hai vie di fuga veloci e rapide in caso di pericolo. da qui non vedo niente però. nella curva dove siamo c’è un cono d’ombra. sei corridori alti due metri sono davanti a tuttə. fanno muro. gambe leggermente divaricate piedi ben a terra uno vicino all’altro. aspettano il goolasso? dai smettila di ridere alle loro spalle. si godono la premiazione. come è loro diritto. hanno corso a piedi. sono sportivi. sono quelli normali. sono gli sportivi. tutti maschi. dietro di loro ci siamo noi. molto più numerosə. uomini bassi e donne silenziose. grazie amici normali che siete di spalle. noi non possiamo vedere. mi avvicino al muro umano. scusa ma siete molto alti e noi dietro non vediamo. due abbassano lo sguardo verso di me. guardano dietro. beh la piazza è grande potete spostarvi se non vedete. eccoli qui quelli normali la premiazione continua. chiamano proprio lui il bambino della staffetta. vittoria per vittorio. felice. batte le mani. una mano è sua e l’altra è di sua madre. il clap clap è perfetto3.

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1Franco Tonoli, atleta paraolimpico handbiker, Active Leonessa Brescia – 2bell’uomo, traduzione dal bergamasco – 3grazie a Valerie Dubois e a suo figlio Vittorio Teo Dante Alessandri

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Foto: Valerie Dubois –  elaborazione Laura Morelli

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La More ritorna mercoledì 6 dicembre

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