Nascosto

di Rino Sciaraffa

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I luoghi hanno una loro storia, una storia nascosta.

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Ultima tappa in Etiopia, nell’estremo nord, ai confini con l’Eritrea, zona di brevi pacificazioni e lunghi conflitti.

Siamo ad Aksum, Regione del Tigrè, antica area nella quale dal I sec. a.C fino al X sec. d.C., fu meta di incoronazioni di Re e successivamente anche luogo di pellegrinaggi civili e religiosi. Un territorio con sue architetture singolari, con la famosa stele di Aksum che ha rappresentato la vivacità e l’importanza di questo antico Regno del Nord Etiopia. Questa stele fu portata a Roma nel 1937, collocato in piazza di Porta Capena a ricordare i 15 anni della Marcia su Roma e per celebrare il periodo imperiale dell’Italia. Ritornò in Etiopia solo nel 2005 con un atto legittimo di restituzione al Paese di origine.

In Aksum esiste un sito molto singolare, seppur ogni luogo del nostro Pianeta sia dotato di una sua irripetibilità. La sua unicità è legata ad un mistero che lo rende affascinante. La parola stessa “mistero” con la sua etimologia polivalente viene assimilato principalmente al fenomeno esoterico o per lo più al fattore religioso. Mistero è qualcosa di nascosto o da tenere segreto, per pochi o per iniziati. In Africa, ed in Etiopia c’è il luogo meno accessibile al mondo ed è nella chiesa di Nostra Signora di Sion. Un luogo unico ed al tempo stesso inviolabile sia agli occhi dei fedeli sia dei turisti. Solo un uomo, per tutta la vita, è custode di questo luogo misterioso e nascosto che contiene, in una cassa di legno con un coperchio di oro, niente di meno che l’Arca dell’Alleanza con le tavole dei Dieci Comandamenti; così dice una tradizione plurisecolare al quale milioni di uomini si sono ancorati, facendo pellegrinaggi verso qualcosa che non potranno mai vedere, ma che per loro non è meno reale di ciò che può essere visibile.

Un monaco consacra tutta la sua vita alla sua custodia e dal quale non si può allontanare per tutta la durata della sua esistenza, un privilegio ed una prigionia al tempo stesso, poche decine di metri quadrati che per lui diventano tutto il suo esilio e per il quale rinuncia all’espandere della sua esistenza. Solo lui può guardare la sacra “reliquia” e solo lui può pregare sopra di essa, una sorta di maledizione fiabesca che per lui è la massima consacrazione al divino.

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Se lo spazio fisico è una delle realtà che danno il senso del nostro essere nel tempo, ciò che è nascosto mantiene pur sempre uno spazio, ma essendo inconoscibile perde la sua realtà? Non possiamo dire che invece il senso del reale e del presente da ragione/senso alla nostra percezione? Se vediamo tutto ci aggrappiamo al reale o alla nostra interpretazione di essa mentre se non vediamo, tutto quello che puoi immaginare, sarà sempre più grande del reale.

Ecco che il luogo nascosto, quello che è segreto non è privazione di una realtà, ma la sua stessa amplificazione e l’apertura al mistero diventa lo spazio superiore al finito che la nostra mente può costruire. Il visibile ti apre al circostanziato, l’invisibile al totale. Questo è il fascino di questo luogo alla cui soglia solo un uomo, per tutta la sua vita, può dire di vederlo, mentre migliaia di pellegrini possono dire di averlo visto ma non con i propri occhi. Presente e nascosto, visibile esteriormente ed invisibile interiormente sembra la percezione stessa della nostra esistenza umana anch’essa nell’ambiguità dell’esserci e del visibile, insieme al mistero impercepibile dell’esser-ci e alla sua invisibilità interiore. Il fascino di questo luogo è ciò che non è visibile come il fascino che ha, per l’esistenza umana, l’irraggiungibile e il non comprensibile in questa costante tensione verso l’ignoto o il divenire.

Un luogo che, a differenza di molti altri santuari religiosi sparsi per il mondo, mi ha affascinato per il suo silenzio, perché il silenzio non ha onde sonore, ma il silenzio si sente.

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Foto: ealloraparto.it

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Il Mondo In Parole Povere ritorna martedì 30 maggio

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18 Comments

  1. Daniele Arconti Reply

    Meraviglioso racconto caro Rino. È vero… Spesso non sappiamo spiegare o concretizzare una sensazione, un sentimento o un pensiero.
    Anzi… Penso che nel momento in cui cerchiamo di rendere tangibili, di spiegare a parole certe sensazioni… Beh perdono un po’ il loro valore.
    Tante volte mi succede con la fede. Non la posso spiegare. Quando cerco di farlo la impoverisco un po’.
    Un amico un giorno mi disse: Io non credo che Dio esista. Io SO che Dio esiste. È una cosa completamente opposta. Il credere necessità spiegazioni. Il sapere no!
    Grazie per questo meraviglioso viaggio in quelle terre piene di sofferenza si… Ma anche di fascino e bellezza

  2. Franca Pilotto Reply

    Il rendere nascosto, inaccessibile agli altri, fa sentire chi ha il privilegio di vedere superiore o infelice. Forse per vissuti trascorsi, questo posto mi fa venire i brividi e se fosse una scatola vuota come tante altre scatole che molti in qualche modo tengono per sé delegandosi unici custodi di un qualche cosa? Caro Rino questa volta vorrei vedere la stele e i paesaggi attorno, ma questo santuario preferisco saltarlo. Ti ringrazio per il bellissimo viaggio in questa terra che vorrei tanto vedere e per il viaggio fuori e dentro di me. Un abbraccio

    1. Rino Sciaraffa Reply

      Grazie Franca,
      ho voluto narrare il visibile e l’invisibile e l’immaginabile attraverso il nascosto. In effetti concordo che ci sono luoghi o situazioni che speculano sul “sacro” mostrandolo ed ostentandolo, proponendosi come unici custodi. Lasciamo che l’esperienza ed il dentro sia il viaggio più grande che possiamo mai fare.

  3. Rossella Bruni Reply

    Ciao Rino la descrizione di questo luogo ne fa già un mistero! Per secoli si è usato il mistero e il sacro per avvicinare turisti e pellegrini con reliquie vere o presunte ed è vero che il mistero alimenta la fede di coloro che non hanno la certezza di Dio. In questo caso il mistero e le credenze popolari tengono prigioniero non solo l’ uomo per la sua salvaguardia ma tutti quelli che hanno bisogno di queste cose per credere! Se fossi sicura della sua originalità e potessi vedere realmente l’arca dell’alleanza con i suoi dieci comandamenti non cambierebbe nulla, meravigliata certo! Ma la fede è tutt’altra cosa!

    1. Rino Sciaraffa Reply

      L’uomo ha sempre relegato il sacro in spazi e luoghi. Basti pensare a tutti i luoghi dell’Antico Testamento dove i Patriarchi costruivano altari. Sono passaggi, memorie di una storia che l’uomo interpreta come un linguaggio tra il Sacro ed l’immanente.
      L’esperienza di fede non si regola negli spazi fisici, ma in quelli interiori, seppur i secondi spesso regolano i primi.
      Un caro saluto e grazie del tuo commento.

  4. M.Teresa Reply

    Si caro amico, il silenzio si sente perché è l’anima a parlarci e quando l’anima parla è bene mettersi in ascolto.

    1. Rino Sciaraffa Reply

      Grazie Maria Teresa, detto da una musicista come te ha valore doppio il tuo commento.
      Un caro saluto.

  5. Vanessa Reply

    Ciao Rino.. non poteva essere racchiuso il tuo articolo se non con quelle meravigliose parole “il silenzio si sente”.. parla molto più delle parole stesse. Difficile aggiungere altro al mistero, all’invisibile, al sentire.. è tutto racchiuso nella fede e quello si ascolta solo con il cuore e un atteggiamento di gratitudine e amore per Dio. Complimenti 👏

    1. Rino Sciaraffa Reply

      Grazie Vanessa del tuo commento al mio racconto. Hai sintetizzato magistralmente il senso del mio incontro con questo luogo.
      Grazie ancora

  6. Luca O. Reply

    Grazie Rino, C’è sempre da imparare da quello che scrivi, questa documentazione è semplicemente stupenda!

  7. Enea Solinas Reply

    Il nascosto è un tratto comune di tutti i luoghi. Ciascuno ha un segreto prezioso custodito in silenzio.
    Il viaggio interiore si rispecchia nell’esplorazione del mondo.

  8. Aldo Reply

    Caro Rino, grazie per questo tuo nuovo reportage. Ci permetti di diventare pellegrini virtuali che “vedono” attraverso i tuoi occhi e le tue parole. Tu hai visto il reale, noi l’immaginario che tu sei molto bravo a rendere quasi reale attraverso l’esposizione delle tue riflessioni.

    1. rino sciaraffa Reply

      grazie Aldo..il vedere ha sempre innumerevoli forme e tu le hai volte appieno nel tuo commento

  9. Filippo Privitera Reply

    Grazie per la tua – delicata quanto profonda – “esposizione”: mi coinvolge leggere le tue narrazioni, al punto che ciò che è NASCOSTO diviene in qualche modo ESPOSTO, reso fruibile ed OFFERTO per deliziare la vista e l’udito, le due chiavi di accesso alla CONOSCENZA. Eh sì, carissimo Rino, attraverso le tue narrazioni delicatamente permetti di conoscere apertamente i misteri di una storia profonda, la storia nascosta ai tanti pellegrini. Molti guardano eppure non VEDONO, ascoltano e non CAPISCONO. Spesso scegliamo di circondarci di tanti, troppi “effetti speciali visivi e sonori”, alla ricerca di nuovi stimoli per la vista e l’udito, cercando disperatamente di colmare la fame e sete di CONOSCENZA di tutto ciò che per noi rappresenta il mistero. Quanto sarebbe prezioso COMPRENDERE con il cuore, TORNARE all’origine, lasciarsi guarire da CHI è capace di TRASMETTERE anche nel silenzio un MESSAGGIO INCONFONDIBILE ed ETERNO. Il silenzio si sente, pervade lo spazio ed oltrepassa il tempo passato, presente e futuro.

  10. Rino Sciaraffa Reply

    Sono io che ringrazio te per il tuo commento. Anche la tua riflessione è molto ricca e approfondisce i concetti che volevo trasmettere nel mio piccolo contributo. Grazie caro amico

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