Il Presidente
E La Première

di Gian Michele Spartano

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Due visioni di politica ed etica in Italia

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Si sono celebrati due significativi eventi tra fine e inizio d’anni, il discorso del Presidente Sergio Mattarella e la conferenza stampa del “Premiére” Boccadirose da’ Garbatella.

I contenuti, entrambi confezionati in format tv ben ovattati e sigillati, se posti uno accanto all’altro come un dittico di una pittura, offrono un più che eloquente scenario dell’offerta politica italiana; una plastica rappresentazione di cosa la politica da un canto dovrebbe e dall’altro non deve essere.

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Il Capo dello Stato, ritto, sereno ed austero, ha esposto in 18 minuti le gravi sfide sociali che ci attendono, con un consueto taglio da “statista”. 
Ha utilizzato il bilancino di “marca Suisse” nella misura delle parole, ma con sguardo senz’altro preoccupato sul tangibile scadimento della coesione sociale, nelle relazioni fra le persone e queste con le istituzioni; il che non solo alimenta sterile conflittualità, ma non di rado la travalica in gratuita violenza in ogni contesto. 
Statista è chi – da qualsiasi fede provenga e pur commettendo errori di percorso – ha in animo l’esclusivo interesse della Nazione, il suo progresso collettivo; e pertanto – tradotti in prosa i principi ed i diritti costituzionali – auspica azioni a tutela dei soggetti più esposti ai margini della comunità e per la rinascita delle coscienze sopite. Così s’è speso Il Presidente per i giovani, “disorientati” da un futuro incerto; per gli anziani, sempre meno protetti nei diritti di assistenza; per l’ambiente, sempre più a rischio di irreversibile degrado. Per la libertà, che si conquista esercitando il diritto-dovere alla partecipazione civile, in primo luogo andando a votare; con un esplicito ripudio del sondaggismo e delle divagazioni sui social
Un politico che sia ancora oggi uno statista, eleva un accorato monito allo spirito di coesione intorno ai valori irrinunciabili della persona: solo così la “rivoluzione” che ci propina la cosiddetta “Intelligenza Artificiale” potrà restare umana. Tradotto: non facciamoci ingannare, non deponiamo le responsabilità su falsi miti e superstizioni; l’unica intelligenza è sempre e solo quella della persona. Quella che sa ancora cogitare!                                                 
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Guarita dagli accidenti influenzal-otolitici, Monsieur le “Premiére” (il titolo ci è imposto al maschile) si è finalmente manifestata alla comunità della stampa, per oltre tre ore. 
Un parterre da adunata per numero e posture, fatto di tailleurini e cravatte a braccia timidine e ben conserte. Si è presentato Monsieur più del solito preparata, sicura (fin troppo) di sé, a tratti tronfia; abilissima, sgusciante nell’eloquio sui temi più spinosi (sia pur punteggiato qui e là da stucchevole vittimismo), come solo un animale politico di lungo corso sa fare. Allo pseudonimo da stratificata borgatara richiamato in principio, sarebbe da aggiungere “pinocchia” se non venisse troppo lungo: per tutte le distorsioni e le mistificazioni snocciolate su vari argomenti, in primis quelli economici (con dati falsati su un presunto generale benessere) e quelli istituzionali (la riforma del “premierato” non tarperebbe le prerogative del Capo di Stato… sigh!!). Tanto…non era concessa la replica agli inutilmente troppi ed ingessatissimi periodisti                 
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Due Italie quindi a raffronto, nel nostro “dittico” politico ed anche etico. La prima sulla via del tramonto ed a rischio di definitiva estinzione, che trae le sue radici dai giorni “chiari” della neonata Repubblica.  La seconda, di matrice “fascista”, in una versione rinnovata e rafforzata: triviale, ipocrita e “pistolettara” dei tempi de’ noartri; ma anche, in stile Armani, visceralmente conformista, arrivista e tecno-turbocapitalista, in nome e per conto del profitto dei soliti pochi e dei fedelissimi nuovi.

Ed il prossimo “non voto”, distinti e-lettori, sarà comunque una scelta: sapete bene a vantaggio di chi.

Foto: pixabay.com
 Tempio Aperto ritorna venerdì 26 gennaio

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