Il Pozzo Fecondo Della Dimenticanza

Molti lettori con l’incedere degli anni manifestano segni di scoramento (ma mai abbastanza) lamentando la perduta memoria di tante cose lette. Taluni possono essere assaliti dalla sensazione di aver perso tempo sui libri (senza però mai preoccuparsi del tempo che hanno fatto perdere ai libri). Lungi da me l’idea di rincuorare gli smemorati lettori, vorrei rincuorare almeno i libri che si sono offerti a letture poi dimenticate, ma non invano: se è vera un’elegante affermazione dello scrittore Pietro Citati, le letture dimenticate non sono andate perdute, sono solo cadute nel “pozzo fecondo della dimenticanza”, cioè un antro inesplorato della nostra mente dal quale esercitano ancora in modi misteriosi la loro influenza positiva sul nostro modo di essere.

Certo, sempre troppo poco a guardarsi intorno, ma così è. Attenzione.. il “pozzo fecondo della dimenticanza” esercita i suoi effetti benefici per le letture, ma non certo come contenitore di tutti i buoni propositi che l’umanità sembra aver dimenticato. Sul fondo purtroppo giacciono senza la forza di gridare alle nostre orecchie il torto che gli abbiamo inflitto. L’umanità sembra aver abbandonato e dimenticato proprio la sua umanità. Dove la memoria si defila, la torbida marea dell’ostilità prende il suo posto. Quindi erige muri di confine in ogni terra, chiude i porti verso il mare. Speriamo almeno che dal pozzo profondo della nostra memoria perduta qualche buona lettura possa riportare in superficie prima o poi un vago ricordo di quell’umanità smarrita e che possa sedurci con la forza vivificatrice di una nuova fiamma.

UMBERTO SCOPA

Foto: connessioniletterare.it – Giuseppe Rissone

L’Ago Nel Pagliaio torna mercoledì 7 maggio

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