L’Eclettico Chick

di Andrea Sbaffi

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Chick Corea Akoustic Band, Arena del Sole, Bologna (Gennaio 1992)

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Tre anni fa, esattamente il 9 febbraio 2021, ci lasciava uno dei più grandi pianisti, tastieristi e compositori della storia del Jazz “moderno”, ovvero dagli anni ‘60 in avanti. Dunque, questo contributo cade a fagiolo per recuperare uno dei concerti “persi” nell’ordine cronologico… Armando Anthony Corea, per tutti “Chick”, ha saputo attraversare quasi cinquant’anni di musica, sempre sperimentando e proponendo nuove suggestioni.

Nato a Chelsea, non a Londra ma nel Massachusetts, nel 1941 inizia a collaborare fin dai primi anni ‘60 con diversi musicisti, fino ad apparire in due importanti album di Miles Davis (In a Silent Way e Bitches Brew). Dai primi anni ‘70 inizia a promuovere formazioni all’avanguardia nel panorama Jazz-Rock, come Circle e Retourn to Forever, fino all’avvio dell’attività dicotomica acustica-elettrica, avviata a fine anni ‘80 con le formazioni C.C. Koustic Band e C.C. Electric Band, coadiuvato da fantastici musicisti come John Patitucci, Dave Weckl, Frank Gambale ed Eric Marienthal.

Sono formazioni decisamente diverse: l’Akoustic Band si caratterizza per la rivisitazione in trio di tanti standard jazz, con una freschezza e una modernità non comuni, nel panorama del periodo…

Ne siano esempi, per quanto attiene l’Akoustic Band, queste versioni live di On Green Dolphin Street brano spigoloso e difficile da eseguire senza un certo manierismo…, e ‘Round Midnight, ugualmente stravisitata e non sempre in chiave originale, come invece riescono a proporre con questo fantastico trio, nel quale Patitucci e Weckl riescono a sostenere con completa maturità la proposta di Corea.

Non aver mai visto dal vivo l’Akoustic Band è uno dei miei più grandi crucci….

Per fortuna, la bellezza di 32 anni fa, sono riuscito almeno ad intercettare a Bologna un concerto della Electric Band, quintetto più sperimentale e tendente ad un certo jazz-rock, tipico di quegli anni.

Di quel concerto, ricordo soprattutto lo sconcerto nell’assistere ad un’esibizione in cui tutti i musicisti riuscivano a far sembrare semplice ogni cosa che proponevano sul palco, a prescindere da quanto fosse effettivamente complessa….

Le dinamiche, gli obbligati, la pulizia dell’esecuzione e del suono, sono tutti stimoli che hanno condizionato, da lì in avanti, il mio personale modo di suonare…

Dopo quel concerto, resistendo alla comprensibile tentazione di appendere le bacchette al chiodo (il mondo dei musicisti si divide in due categorie: quelli che rinunciano, ritenendo di non poter – ragionevolmente – mai arrivare a certi livelli…, e quelli che ostinatamente si mettono a studiare, per provare – almeno – ad avvicinarli…), ricordo di essermi ostinatamente messo a lavorare sull’indipendenza degli arti e sul controllo delle bacchette, fondamentale per poter avvicinare certi livelli….

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Ho già raccontato del rapporto che mi lega imprescindibilmente, in particolare, al batterista Dave Weckl, che ritengo a tutt’oggi il miglior batterista jazz (ma non solo…) mai espresso dal panorama musicale!

Nella mia, certo non memorabile…, carriera musicale, mi è capitato spesso di suonare brani di Chick Corea: su tutte, posso ricordare quando lavoravo a Milano (a metà degli anni 2000) e ho avuto occasione di fare un po’ di serate con un quintetto nella zona di Varese: uno dei brani in scaletta era Spain, uno dei più iconici e conosciuti di Corea.

Non è per niente semplice… Se vedete questo video proprio in una versione dell’Electric Band, vi renderete conto della complessità ritmica con cui ho dovuto confrontarmi: obbligati, stacchi, alternanza di ritmi latini e swing… Insomma, un vero casino! Ma devo ringraziare di aver avuto l’opportunità di studiarlo, perché ha certamente contribuito, più di tanto rock…, a definire la mia formazione musicale.

Del concerto del 1992, per farvi un’idea, posso suggerire questo link ad un concerto dello stesso tour, un paio di mesi dopo a Londra.

Per il resto, il buon vecchio Chick, con tutte le sue eclettiche formazioni, resta uno dei punti di riferimenti del mio modo di suonare, ancora oggi!

Rimangono, purtroppo, molti rimpianti, come quello di non aver avuto l’opportunità di vedere il concerto di due pianoforti in solo del 2009 ad Umbria Jazz col nostro Stefano Bollani (c’è una ‘Round Midnight strepitosa…).

Chick Corea resta una delle figure più rappresentative del percorso del Jazz dagli anni ‘60 agli anni ‘2000: pochi artisti sono stati in grado, come lui, di accompagnare l’evoluzione di questo “genere” per oltre quarant’anni: sempre coerente, sempre propositivo, sempre innovativo…

La musica piange la scomparsa di un grande protagonista e l’invito, come sempre, è di recuperare tutto quanto sia recuperabile in rete, che ormai riesce a restituire chicche incredibili, che ai nostri tempi avremmo fatto carte false per poter ascoltare… Buona musica a tutte e a tutti!

Foto: scansione originale del biglietto

Io C’Ero ritorna martedì 19 marzo

 

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