Gita A Chiaravalle

Due parchi: nel primo percorsi rurali e scorci da film; il secondo aspetto da signora di campagna e vasche d’acqua.

di Guido BigottiDiario Della Bicicletta

Il primo parco, Porto di Mare, ha un lungo tratto sterrato che potrebbe minare le ruote delle bici, ma non è ghiaia pericolosa, è compatta e si fila veloci (o lenti) senza problemi anche con una modesta due ruote da città.

Il secondo, parco della Vettabbia, ha un unico neo, non c’è ombra, poche piante e lontane fra loro, non è il caso quindi di avventurarsi sotto il sole cocente, meglio verso l’ora del tramonto, ad esempio, dove i colori si accendono e le foto risultano più spettacolari.

L’itinerario li lega insieme e aggiunge il fascino del paesaggio in un borgo, Chiaravalle, che fa parte di Milano anche se sembra un pianeta distante, e di un luogo tratto fra campi di papaveri e spighe prima del rientro in città. Si parte da piazzale Corvetto, c’è la ciclabile di via Osimo, via Fabio Massimo e la città è già alle nostre spalle.

I primi prati che si attraversano sono quelli verdissimi e ordinati del parco Cassinis, pochi metri e il cielo scompare, ci si ritrova sotto i rami e le fronde degli alberi, in un bosco urbano. Silenzio rotto dal cinguettio degli uccelli, qualche airone, chi ha fortuna può anche avvistare sul tragitto le splendide cicogne, poi di colpo il paesaggio si apre e si pedala con davanti ai nostri occhi solo il verde dell’erba, punteggiato di viola, blu, giallo, dei fiori spontanei. La salita arriva all’improvviso, coraggio (al limite si scende di sella e si spinge, il dislivello è poco), il premio è dietro l’angolo, ricompare il panorama rurale su cui si staglia il campanile dell’abbazia di Chiaravalle.

L’uscita dal Parco Porto di Mare e l’ingresso in quello della Vetabbia non è dei più sicuri, attenti alle auto che arrivano da entrambe le direzioni. Siamo a un bivio, occorre scegliere: si può entrare subito nel secondo polmone verde, oppure rimandare l’ingresso e compiere prima un giro a Chiaravalle. Il paesino si stringe intorno a un gomitolo di case e ha conservato intatto il suo stile, farete un tuffo nel passato. Il parco della Vettabbia ha la vegetazione della pianura padana, con distese di campi e la fitta rete di rogge e canali, oltre alla serie di vasche di pietra, opera recente.

L’abbazia di Chiaravalle (consiglio scontato: entrate per una breve visita), può essere il punto conclusivo del vostro itinerario (poco più di dieci chilometri se si torna in Corvetto), oppure si può continuare e sconfinare dentro via Vajano Valle, stradina che corre parallela ai campi del parco Agricolo Sud e riporta.

⇒ Foto: beniculturalionline.it ≈ Prossimo Appuntamento: Diario Della Bicicletta ritorna a settembre

7 Comments

  1. lauramorelli Reply

    Nel girare molle dell’agosto milanese aggiungo una variante che trovo sempre sugosa. Da Milano attraversato il centro di Chiaravalle, ci si trova sulla sx un muro antico e alto. Appena finito il muro e prima della curva c’è una stradina di campagna (si vede poco!). seguendola e tenendo sempre la dx, fa un sottopasso della ferrovia e sbuchi a Borgo Bagnolo. La ciclabile attraversa il borgo e prosegue per via Grandi. A meta’ della via sulla dx un’altra bella stradina bianca si ricollega al ponte di via Bagnolo, superato il ponte sempre dritto fino all’incrocio con via Sant’Arialdo da prendere a dx. Arrivi al cimitero di Chiaravalle e dopo 50 m a sx prendi via Vaiano Valle… ti ritroverai in Corvetto…

  2. Susanna Reply

    Grazie!| Costretta ad un agosto milanese, seguirò con grande piacere e gratitudine i percorsi consigliati. Il traffico in questo periodo e il caldo non è ancora insopportabile (e speriamo che non lo diventi). Buone vacanze!

    1. Andrea Bertini Reply

      È Vero anche se non conosco i luoghi dalla descrizione che fai mi sembra che valga la pena almeno una volta di farlo.Bravissimo Guido.Un abbraccio Andrea

  3. Emilia Reply

    Guido mi piacciono sempre ile tue “descrizioni “…Sono scorrevoli, come un bel giro in bicicletta, fatto per gustare ciò che vedi e condividere.

  4. Paolo Santangelo Reply

    È quasi inimmaginabile che percorsi nel verde come questo siano addirittura a Milano. Grazie Guido

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