Dieta Mediterannea

di Giovanni Bresciani

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La dieta mediterranea una scienza e non una moda

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Benvenuti al consueto appuntamento dedicato alla salute e agli stili di vita. L’argomento che pongo alla vostra attenzione è la dieta mediterranea, con l’intervento dell dottor Giorgio Calabrese. Tutto questo grazie come sempre alla relazione di Ernesto Bonini – giornalista, che da oltre sei lustri svolge attività nei settori medico-scientifico, socio-sanitario e socio-assistenziale – e tratta dalle Conferenze organizzate dall’Associazione Più Vita In SaluteBuona salute a tutti.

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Il cattedratico siciliano di nascita ma astigiano di adozione, è intervenuto su “La dieta mediterranea una scienza e non una moda”, un tema assai diffuso e oggetto di molteplici pubblicazioni editoriali, ma anche di divergenze di opinioni da parte di vegani e altri… oppositori culturali. Ma a parte le divergenze e le diverse scuole di pensiero, resta il fatto che a maggioranza il concetto di dieta mediterranea (identificabile anche con l’acronimo DM) ha assunto in questi ultimi anni una connotazione un po’ più radicata al recupero di validità di tale modello alimentare, supportata da studi epidemiologici e nutrizionali, in gran parte condotti dal fisiologo, biologo e nutrizionista americano Ancel Keys (1904-2004). Un contributo, il suo, che ha messo in luce il legame tra il modo di alimentarsi e l’incidenza di certe malattie, tipiche delle società “evolute” dell’Occidente. Per quanto riguarda l’Italia, è stato ricordato, agli inizi degli anni ’80 un gruppo di esperti ha formulato le linee guida per una sana alimentazione, tra cui indirizzi emergono radici nel modello alimentare mediterraneo.

Il dottor Calabrese ha poi passato in rassegna i vari componenti della DM mettendo al primo posto i cereali (soprattutto se integrali), seguiti dai legumi quali integratori dell’apporto proteico; meglio ancora l’abbinamento tra i due. «Tali alimenti – ha precisato il relatore – ci forniscono la giusta quantità di fibra, costituente importante della nostra alimentazione, evitando il ricorso a supplementazioni cui sono costrette, invece, alcune popolazioni nordiche». Altro alimento da considerare favorevolmente è il pesce, sia per l’apporto di proteine, che di preziosi minerali; come pure le carni, che vanno consumate con moderazione e privilegiando quelle “alternative” (pollo, tacchino, maiale magro, coniglio, etc.) in quanto meno ricche di grassi saturi. Dicasi altrettanto il consumo regolare di latte e di alcuni suoi derivati meno grassi; ed un uso altrettanto moderato di un “buon” vino nel corso dei pasti, in quanto ha proprietà salutistiche. Il cattedratico ha illustrato inoltre la cosiddetta piramide alimentare (ideata dal dott. Keys) per rappresentare schematicamente l’ottimale distribuzione dei cibi nella quantità e nella frequenza con cui vanno utilizzati: alla base sono evidenziati i cibi che possono essere assunti tutti i giorni, mentre al vertice i cibi che vanno assunti più o meno saltuariamente. «Negli ultimi decenni – ha osservato il clinico – le nostre sane abitudini alimentari sono profondamente cambiate. Lo sviluppo dell’economia, i contatti con altre culture e la diffusione della pubblicità hanno spostato l’interesse del consumatore dalla necessità al desiderio, proponendo modelli di vita e prodotti basati su scelte qualitative e quantitative sbagliate e poco adatte a mantenere un discreto stato di salute».

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Ma quali sono i benefici essenziali degli alimenti? Secondo il dottor Calabrese, l’olio extra vergine d’oliva, capofila della dieta mediterranea, un antiossidante che, essendo ricco di vitamina E, aiuta a contrastare i radicali liberi responsabili dell’invecchiamento; ma è anche un regolatore intestinale favorevolmente indicato per contrastare la stipsi; riduce inoltre il rischio di infarto e di altre malattie aterosclerotiche mantenendo ai minimi livelli il colesterolo LDL, mentre non diminuisce quelli del colesterolo HDL, il cosiddetto spazzino delle arterie. È pure un gastroprotettore in quanto riduce la secrezione di acido cloridrico e quindi l’incidenza dell’ulcera peptica, tanto che pare proteggere dal rischio di alcune patologie tumorali. Il cattedratico ha rammentato il ruolo dei prodotti vegetali che aiutano a ridurre gli eccessi di calorie, in quanto contengono complessi che potenziano il sistema immunitario e complessi antiossidanti che bloccano un’ampia serie di reazioni chimiche potenzialmente dannose. Nel passare in rassegna i prodotti ittici (pesce) Calabrese ha sottolineato essere fonte di proteine, che contengono meno grassi e calorie rispetto alle carni comuni, oltre al noto omega 3, quale effetto benefico sull’apparato cardiocircolatorio. Ha infine concluso citando i legumi che contengono proteine che apportano alcuni aminoacidi essenziali, un elevato contenuto di fibre, e una modica quantità di grassi, ferro, calcio e fosforo e fitoestrogeni. «I fitoestrogeni – ha concluso Calabrese – sono sostanze naturali, non steroidee, con struttura e azione simile a quella degli ormoni femminili, e con una potenza molto inferiore ma in grado di attenuare i disturbi del climaterio, proteggere dall’insorgenza di tumori ormono-dipendenti, e ciò è dimostrato dagli effetti epidemiologici».

Immagine: Pixabay.com

Piú Vita In Salute ritorna giovedì 21 marzo

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