Carie

 di Laura Morelli

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sempre in bici fra bellezza e antropocene. La Lombardia è un bosco intimo intenso e sensuale

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la passerella di fara gera d’adda1 mi dice rispettami. scendo dalla bici. cammino piano con una mano sul manubrio e penso sempre che mi da un’aria da ciclista esperta. il lui davanti a me la tiene con due mani. paesaggio che mi disperde. sempre magico. la natura visitata nel tempo è metamorfica. silenzio acqua cielo bosco verde. mentre cammino sui legni sospesi guardo in basso. cerco i pesci nell’acqua. un suono ritmico arriva nel campo acustico. cerco il suono. sopra due vogatori sonori spingono il collo affusolato retto bianco avanti. i becchi arancioni sono puntati a fendere la galleria del vento. direzione sud. ali bianche aperte. le spinte sono ritmo del suono che esce dal corpo dal collo dal becco. lieve. assoluto. sui legni sospesi stanno una donna e un uomo a testa in su. rapiti nel viaggio. ci guardiamo. passo tante volte da qui. anch’io. ma nn avevo mai visto nulla del genere. siamo soli siamo sole siamo oche che volano a sud. ancora un momento sospeso please per non lasciare questo sogno a metà. ci vuole il tempo del grazie natura grazie sempre. quando facevo le gare di ciclismo non avevo paura. adesso ho paura. mia moglie dice che è la vecchiaia ma penso siano le auto che ti sfiorano sulle strade asfaltate. non mi fido più. faccio giri lontani dalle auto. vengo da cassano2 attraverso la passerella e vado a nord poi attraverso il ponte e torno indietro. e lei signora? sn partita da pairana3 mi son fermata a milano4 e adesso vado a ghisalba5. complimenti dai giro di qui le faccio compagnia. è la giornata degli animali fantastici. tengo gli occhi chiusi ancora un po’ e ti accarezzo il corpo di colline morbide e calde. ho da raccontarti un sogno. sn una drago. una drago grande alta due piani con la pancia come le drago. ho le squame non ho orecchie. sono bipede. mi sento bella. mi muovo stando ferma. sn una drago nata nell’anno del drago. apro gli occhi anche se la strada la conosco bene. di giorno. di notte. penso a te fratello che sradichi il tiglio per far posto al camper. achtung! se tagli l’albero della nostra infanzia la tua casa perde forza. achtung! se tagli l’albero della vita familiare sarai più debole. verbotten! ti va bene che in italia non è riconosciuto lo status di diritto alle piante. ti denuncierei per salvarlo. ridi. l’estrazione lascia il vuoto angosciante della perdita. dici. ho masticato cinquant’anni di tiglio con i denti che sono fatti per nutrirmi di creature e adesso tocca a te. mi dispiace ma il prugnolo ha una carie troppo profonda bisogna abbatterlo. seduta sui gradini guardo l’estrazione. corde motosega rami tronco morto a terra. polaroid. due ragazzine di dieci anni con i calzettoni bianchi due borsette di camoscio viola con le frange. il vestitino sopra il ginocchio. proprio qui dove sono seduta. sul bordo bianco della polaroid c’è il 1970. la dentatura di colombo6 ha un vuoto cosmico. fuori dal ricordo è notte. aldilà del giardino c’è la campagna con una strada nuova che taglia l’orizzonte. è tempo di tagli. due luci verdi si muovono nel nero. Il gatto mi guarda vicino al ciglio della strada. accelero. luci bianche auto si muovono veloci a circondarmi di inutili bagliori. da quando gli antropocenici hanno tagliato la visione ci sono più antropocens che passeggiano in campagna. si sentono sicurə nella gabbia che si constuiscono con dedizione. perché fuori c’è il mare oscuro bellissimo inconscio. la natura. e vado. vado verso il capezzolo illuminato della tetta minerale più grande che conosco7. neoclassico sensuale nella notte dei tempi.  

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Foto: Laura Morelli

 La More ritorna mercoledì 7 febbraio

3 Comments

  1. Barbara Reply

    ….leggo,mi piace leggere,leggo questo tuo modo di scrivere,leggo tra le righe …affiorano ricordi.
    L’anno del drago,…mi sembra di vedere questa Drago ,leggi e l’immaginazione crea il movimento…
    Vorrei leggere più cose tue che scrivi
    …. è comunque sempre bello leggerti.

  2. Giuseppe Reply

    Il titolo di questo articolo credo si riferisca a due tipi di carie: quella dentale e quella vegetale, per entrambi è una corrosione profonda dei tessuti che porta dolore, perdita di funzionalità. Nei casi piú gravi si passa all’estrazione e quindi alla morte. Così è nel paesaggio che è “cariato” dalla strada. Rimane solo il sogno e l’ordinaria meraviglia della natura. Penso che questa fosse l’intenzione dell’autrice.

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