Amicus

Amicizie al tempo delle restrizioni, rattristano, ma ci fanno comprendere l’importanza del cammino percorso.

di Giuseppe RissonePiccole Storie Quotidiane

Che manifesta aiuto, attaccamento e sensibilità, o di ogni numero di una coppia di numeri interi, di cui ciascuno sia la somma dei divisori dell’altro. Di che cosa sto parlando? Dell’amico, questa piccola parola di cinque lettere – che contiene uno dei sentimenti più importanti per ciascun essere umano e che ha spazio anche in matematica – deriva dal latino amicus collegato con amare inteso come “provare affetto”. Questa introduzione credo non lascia dubbi, voglio parlare di amicizia. Sento dei mormorii… no un pistolotto sull’amicizia, no per favore… un bell’elenco di quanto è importante l’amicizia, no per piacere… respingo al mittente i vostri – comprensibili – dubbi e vi dico che non parlerò di amicizia bensì di Amicizia, quella con la A maiuscola, che non sbiadisce, nonostante la lontananza, il tempo, le avversità, le restrizioni, ecco sono arrivato al dunque, al perché voglio parlarvi di amicizia, le restrizioni…

Obtorto collo, siamo limitati nei nostri movimenti, e incontrare gli amici non è sempre semplice, in particolare se essi abitano lontano dalla nostra residenza, e anche quelli che sono distanti pochi chilometri. Ci sono voluti esattamente dieci mesi prima che potessi rivedere uno di essi, e senza nasconderlo ammetto che ho provato una gradevole sensazione quando ho visto apparire la sua figura, una sensazione difficile da descrivere; il primo istinto è stato quello di un abbraccio, di una pacca sulla spalla, di una forte stretta di mano, nulla di tutto questo, non si può… è stato comunque bello e intenso prendere un caffè nella sua casa e parlare di politica, di scuola e del nostro comune progetto.

Mentre preparavo quest’articolo, mi sono venute in mente le prime parole – o qualcosa di molto simile – che mi ha rivolto… Buongiorno, se hai bisogno di qualcosa, sono a disposizione… pronunciate all’interno di una manifestazione libraria, quel giorno è nato un rapporto intenso e ricco di cammini comuni, che dura da oltre 15 anni. E’ potrei raccontarvi altre storie di amicizia, e volendo evitare di dimenticare qualcuno, evito anche qualsiasi tipo di elenco, l’esempio sopra raccontato può valere, anzi vale, per tutti, perché tutte le volte che avrò l’opportunità di rivedere un amico, l’emozione sarà intensa e diversa, ogni rapporto è diverso, e proprio per questo che non credo nell’amico del cuore, ma nelle tante opportunità e esperienze che si possono vivere in amicizia.

Vedrai, andremo in giro insieme e troveremo il bosco pieno di animali

e poi andremo con la barca dove il mare è alto in mezzo ai pescecani

e poi stanchi morti andremo fuori a cena dalla zia Morina

che ci farà il coniglio e ci darà quel vino che c’ha solo lei.

Quello che avete appena letto è un estratto del testo della canzone L’amico di Giorgio Gaber – brano sulla melodia di una canzone di Jacques Brel intitolato Jef – tratto dall’album I borghesi del 1971. Il protagonista è un uomo che parla a un suo amico gravemente malato, il tentativo è quello di rassicurarlo dicendogli che tutto tornerà come prima. Mentire, dire e non dire, può rientrare all’interno di un’amicizia, perché un vero amico deve saperti sbattere in faccia la realtà senza ferirti, e allo stesso tempo accompagnarti in una situazione di dolore con un sorriso e qualche bugia.

Questo tempo sospeso ci impedisce d’incontrarci, o quantomeno ci limita molto, è una costrizione necessaria, e allo stesso tempo dolorosa. E’ con il desiderio che le amicizie di ognuno di voi proseguano il loro cammino, nonostante l’isolamento che dobbiamo rispettare, lascio parlare Oscar Wilde che sosteneva che… Un amico è qualcuno che ti conosce molto bene e, nonostante questo, continua a frequentarti.

⇒ Foto: Laura Rissone ≈ Prossimo Appuntamento: Lunedì 9 novembre

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