Vado In Vacanza
In Liguria

Si fa presto a dire… Vado in vacanza in Liguria. Ci sono vacanze relax… culturali… intelligenti… di gruppo, esotiche, sportive, avventurose… e poi ci sono loro: le vacanze in Liguria.

Si fa presto a dire… Vado in vacanza in Liguria. Ci sono vacanze relax, vacanze culturali, vacanze intelligenti. E ancora vacanze in gruppo, esotiche, sportive, avventurose… e poi ci sono loro: le vacanze in Liguria.
Un tempo, i meno giovani tra noi se lo ricorderanno, c’era il Camel Trophy, un viaggio avventuroso, in giungle o altri scenari estremi, nel quale persone apparentemente normali, alla guida di veicoli fuoristrada. si sfidavano su percorsi improvvisati ai limiti della sopravvivenza, tra liane e sabbie mobili, tra guadi, ponticelli sospesi su abissi e strade letteralmente appese ai dirupi delle montagne. Roba che le varie Isole dei Famosi e altri “reality” odierni sono passeggiate di salute.
Ben oltre qualsiasi Camel Trophy, oggi, ci sono le vacanze in Liguria.
Meriterebbero un gioco da tavolo (o ancora meglio un videogame) a loro dedicato. Immaginiamolo assieme. Si può partire da dove si vuole: Milano, Torino, l’Emilia Romagna, l’alta Toscana, con percorsi di avvicinamento che, nonostante gli itinerari siano diversi, riservano gli stessi ostacoli che solo un guidatore esperto può superare. Gli imprevisti del gioco, ma a dire il vero purtroppo sempre più previsti, sono scambi di carreggiata, restringimenti di corsia, cantieri segnalati all’ultimo momento (a volte da un disperato operaio dell’Anas munito di bandierina arancione), ponti pericolanti, gallerie fatiscenti, aree servizio chiuse o inaccessibili, il tutto senza contare i famigerati TIR. In colonna o a scacchiera, i mezzi pesanti sono le trappole mobili che ogni giocatore deve scansare confidando su freni, acceleratore, ruote e sterzo al massimo dell’efficienza. Occhio anche a non superare il limite di tempo per raggiungere la destinazione o a non addormentarsi mentre si è in coda.
Se si completa la fase di avvicinamento, il livello 2 è rappresentato dai pedaggi, i più cari d’Europa, soprattutto se si raggiunge il Ponente, roba che un volo per Marte è quasi più conveniente. Il giocatore deve avere la carta di credito ancora ben piena; se ha esaurito il plafond per far fronte ai guai incontrati durante l’avvicinamento, la sua vacanza è “game over”.
Il livello 3 è rappresentato dalla ricerca di un parcheggio. Assolutamente vietato farsi “tenere un posto al fresco” dalla zia scesa una settimana prima in treno. Non per altro, ma perché il treno suddetto, probabilmente, non è mai giunto a destinazione, quanto meno, non in tempo utile.
Se si trova un posto, occhio alle strisce blu e alle zone disco, che potrebbero prosciugare il plafond e gettare fuori dal gioco. Poi tocca all’hotel o all’appartamento che, con la pandemia, sono disponibili in quantitativi minori e a prezzi maggiori: un livello 4 che provvederà a scremare chi non avrà denaro a sufficienza ma anche chi dovrà dormire sotto un ponte (pericolante e pertanto utilizzabile come bonus solo per una notte).
Il livello 5, quello del cibo (acquistabile in negozio) è tutto sommato semplice, sempre con la dovuta parsimonia, ma se si sceglie un ristorante o un bar per un’apericena, scatta la trappola “Stammi a un metro”, che nessuno (o quasi) rispetta. Il contagio da coronavirus fa scattare l’immediata espulsione dal gioco anche per i successivi 40 giorni.
I livelli successivi sono tutti in crescendo.
6: la spiaggia, altra macchina mangiasoldi e altra trappola dei due metri di distanziamento. Da evitare anche le pallonate dei bambini, una serie di cicche accese nascoste sotto la sabbia, con ustioni da pronto soccorso, e le docce ghiacciate pagate come bollenti.
7: la passeggiate serale, con code chilometriche alle gelaterie, dove i più bravi devono riuscire a gustarsi il cono da passeggio senza togliere la mascherina e senza farlo scivolare dai guanti monouso.
8: lo spettacolo che non c’è e che, se c’è, alle 23 deve finire; il rischio è la morte per noia, con il suicidio dell’avatar del giocatore.
9: i vicini; di casa, di stanza o di ombrellone non importa. Il livello si supera solo sopravvivendo senza ucciderli.
10: ovviamente il ritorno a casa, con il percorso inverso e la notevole differenza data dalla stanchezza e dallo stress accumulati, che rendono il viaggio un’autentica avventura.
Per chi supera tutti i 10 livelli la qualifica di “Uomo vero” e la possibilità certificata di citare sul curriculum la dicitura “ho fatto una vacanza in Liguria e sono sopravvissuto”.

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GRAZIANO CONSIGLIERI

Foto: Giuseppe Rissone – pixabay.com

Si Fa Presto A Dire… ritorna martedì 5 agosto

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