Reach Falls

di Rino Sciaraffa

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I luoghi che sono oltre i luoghi

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Nei precedenti racconti, ho fatto accenno allo schiavismo che ha coinvolto l’area caraibica in epoca coloniale ed oggi raggiungeremo un luogo incantevole, scoperto da schiavi in fuga. Queste cascate sono immerse nella giungla ed è certo che erano già conosciute prima di questa triste ed avventurosa evasione per la libertà. Non so come la storia di questi uomini andò a finire, se vissero uno sprazzo di libertà oppure riuscirono nel loro intento di riconquistarsi, quel pezzo di dignità che la loro condizione di schiavi proibiva. Ho cercato di immaginare, mentre scrivo, che cosa fosse significato, per loro, imbattersi in un posto di così rara bellezza: un anelito di libertà o uno sguardo fugace sulla bellezza? Io le ho vissute con l’occhio del turista mentre ora le “rivivo” con la memoria di un racconto, quello di questi schiavi, che avrebbe potuto avere molti risvolti e di cui non so la fine. Forse, proprio non saperne la fine, apre a innumerevoli scenari, da quelli più tragici a quelli più avventurosi. Il mistero non è mai un limite; è il superamento del limite!

Mi imbatto, pertanto, nel perimetro di qualcosa che è così lontano nel tempo e che mi appare, oggi, incredibile, affascinante o più semplicemente una delle tante storie del passato, che per me sono “storia” mentre per altri sono vissuto, con tutto quello che esso comporta. Mi immagino un desiderio di libertà come spesso i luoghi più incantevoli della Terra sanno offrire, che sia una vetta montana, il mare, un fiume, un lago ed una cascata come in questo caso. Le Reach Falls appaiono dal nulla in un’area tra le meno batture dal turismo lungo la costa orientale, seppur non distante da resort molto esclusivi. Una cascata che spunta improvvisamente dalla foresta e che si getta in un lago di color turchese. Poco più avanti delle splendide grotte rocciose dove l’acqua scorre meno violentemente e nelle quali ti viene naturale immergerti sfiorando le rocce a pelo d’acqua.

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Sulla riva del lago, proprio davanti la cascata, sentivo il fragore e percepivo nel viso e sugli abiti le microscopiche particelle di acqua che ti cadevano addosso. Il rumore costante della cascata, dolce ed ipnotico, tumulto roboante di acqua che si annulla nella staticità del lago sottostante.

Quante volte si parla del fiume che si getta nel mare come metafora della vita ed iconicamente il fiume, nel suo scorrere, è paragonato al passare del tempo, fino ad un limite, indefinito ed indefinibile come la morte che talvolta, in una visione trascendente della vita, può apparire come luogo placido e limpido come il lago.

Ripenso al sogno di libertà di questi schiavi, di una vita che scorreva ma che in assenza di libertà era morta.  Quanto vale lo scorrere del tempo, fino al suo limite stremo, per ciascuno di noi? Qual è la cifra ultima del senso di libertà che tutti noi agogniamo ma che difficilmente percepiamo, sentendoci prigionieri in situazioni che non vogliamo o che viviamo come opprimenti? Che valore ha il “fiume della nostra vita”, nel suo scorrere? Queste domande hanno un proprio valore al presente, ed in prospettiva, nel suo limite estremo, nel loro ultimo percorso. E se fosse tutto uno scorrere, un cadere impetuoso e poi, la pace del nulla, il nulla che ci angoscia e ci fa smarrire interiormente? Ognuno di noi ha una sua immagine di essa, una personale prospettiva che lo accompagna, che mentalmente esorcizza ma sa che, prima o poi, oggettivamente dovrà incontrare.

Ritornando al primo punto degli schiavi in fuga che scoprono queste cascate, mi piace pensare che loro, per un attimo, come nei barlumi di felicità che viviamo, si siano persi nella bellezza ed abbiano sentito, nel loro cuore, quel senso stupore che deve saperci cogliere anche nei momenti più angosciosi. Il non sapere mi apre all’infinito.

Foto: Rino Sciaraffa

Il Mondo In Parole Povere ritorna martedì 9 gennaio

 

17 Comments

    1. Rino Reply

      Grazie Rossana per il tuo commento. Grazie per la costanza con cui leggi e commenti gli articoli di Bradipodiario. Lo apprezzo tanto

  1. Franca Reply

    A me questo racconto, caro Rino, mi fa pensare che alla vista di questo spettacolo abbiano ripensato alla loro terra da cui sono stati strappati… Mi piace pensare che questi schiavi abbiano non solo assaporato la libertà ma che abbiano potuto viverla in un posto così bello… Ogni tanto un lieto fine ci sta

    1. Rino Reply

      Si, sarebbe stato un bello scenario..una libertà riconquistata. Anche io vorrei sognare questo epilogo positivo..
      Chissà cosa sia davvero successo….
      Grazie Franca per il tuo commento

  2. Alessandro Reply

    Grazie Rino
    Mi fai volare con questa riflessione
    Il senso della vita la libertà la gioia di vedere cose inaspettate e la consapevolezza del non sapere che ci apre all’infinito e direi anche al Creatore.

  3. CLAUDIO CAVALIERI Reply

    Grazie caro Rino. Le tue parole e riflessioni sono sempre profonde e mai scontate, sempre pronte a proporre orizzonti nuovi e pieni di significato.

  4. Daniele Arconti Reply

    Caro Rino, vivere è un privilegio e raccontare è un’arte e tu su questo sei artista 😀.
    Ma saper raccontare le proprie emozioni intrecciandole con la storia è un dono che viene dall’alto e che in pochi anno.
    Leggendo i tuoi scritti sembra di rivivere quelle scene ed essere lì, insieme a te ed a quegli schiavi… Emozioni!

    1. Rino Reply

      Grazie caro Daniele,
      Mi hai fatto un commento splendido e molto incoraggiante. Grazie per come segui Bradipodiario e i miei piccoli racconti.
      Spero di rivedervi presto
      Rino

  5. Marco Porta Reply

    Ciao Rino, leggendo il tuo racconto l’immaginario si arricchisce di realtà lontane e misteriose e con queste di compassione e gratitudine.

  6. Marta Borsellino Reply

    Grazie Rino per questo nuovo viaggio in luoghi lontani e affascinanti, nei quali la storia di uomini si è riflessa con chissà quali emozioni e pensieri e conseguenze. È vero, spesso la storia per noi lontana, è stata vissuto per uomini e donne come noi che hanno lottato per un ideale, del quale ancora oggi noi figli o pronipoti di quella storia beneficiamo. Lo dovremmo ricordare più spesso!

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