Noia

di Laura Martini

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Soltanto gli esseri intelligenti provano noia. Giacomo Leopardi

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Parlare della “noia” senza correre il rischio di annoiare penso sia difficile, quindi perfettamente conscia del rischio che corro, cercherò di farlo partendo da considerazioni legate ad esperienze personali e conversazioni con studenti, colleghi e amici, che mi hanno aiutato a mettere ordine tra le molte e confuse idee su questo argomento.

In verità la spinta decisiva per la scelta della tematica, mi è venuta dalla vittoria a Sanremo di Angelina Mango con la canzone intitolata appunto “La noia”, un classico tormentone, che ha cominciato a rimbalzarmi nel cervello ovunque mi trovassi, fino a diventare ripetitivo e monotono da risultare perfettamente adeguato al titolo della canzone.

Così ho ripreso appunti, ricordi e suggerimenti vari e mi sono resa conto, non solo di quanto l’argomento sia divisivo, ma soprattutto quanto siano più noiose le persone che ne parlano, rispetto al concetto di noia, nel suo significato esistenziale e filosofico come riportato dal dizionario.

Tra le varie posizioni raccolte sembra non esistere via di mezzo tra favorevoli o contrari, tra considerazioni che ne esaltano gli aspetti positivi e quelli negativi, in quanto parlare della noia in termini troppo positivi, conduce a un’idealizzazione del concetto sicuramente esagerata, ritenerla però totalmente negativa, rivela un pregiudizio letterale più che di contenuto, molto estremo e non obiettivo.

Ho notato però che, chi si schiera nel considerarla una risorsa e non un limite, ha però più frecce a disposizione a favore della sua tesi e quindi dialoga più a lungo sulla sua valenza psicologica, i detrattori invece liquidano velocemente la conversazione con un sintetico commento, cioè la noia è noiosa e quindi inutile sperimentarla e parlarne.

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Personalmente considero la noia, come un mezzo di comunicazione dell’anima, e ciò mi porta a considerare legittimi i motivi per cui spesso faccia paura affrontarla, in quanto ci costringe a confrontarci con noi stessi, a riflettere, a interrogarci, in modo così profondo, da poterne essere spaventati, soprattutto in prospettiva delle inevitabili ripercussioni sul quotidiano. 

Io vorrei avere più tempo per annoiarmi, perché sento che quella tranquillità apparente o reale che la noia produce, mi concede l’opportunità di trovare risposte, stimoli, energia positiva da utilizzare in molti aspetti della mia vita.

Si dice che di solito si annoia di più chi è sempre in movimento, in realtà se si riconduce questa affermazione soprattutto nell’ambito sportivo, essa non trova completa corrispondenza, in quanto spesso anche lo sport, nella sua ciclica ripetizione di un gesto tecnico può essere molto più monotono, rispetto a una situazione statica, in cui invece la mente ha la libertà d’immaginare e di scegliere anche senza fare nulla.

La noia è in fondo una necessità, un regalo che facciamo a noi stessi, per ricaricarci, per mettere ordine nella nostra testa e poter affrontare la vera routine quotidiana, che a quel punto ci sembrerà meno noiosa, perché vissuta da un’angolazione diversa dal solito.

Il Covid ci ha in parte allenati ad avere un rapporto più confidenziale con la noia e in qualche modo ne abbiamo saputo apprezzare il valore e lo abbiamo condiviso con gli altri, cosicché la distanza fisica obbligatoria, ha favorito un avvicinamento di quella emotiva, questo è forse uno degli aspetti positivi che quella vicenda incredibile ci ha lasciato.

Tenendo conto soprattutto delle risposte dei ragazzi, ho compreso quanto sia importante il messaggio veicolato dagli adulti sul concetto di noia, troppo spesso infatti come reazione ansiogena, riempiono le giornate dei bambini di mille attività o di dispositivi super stimolanti, solo per paura che si possano annoiare, non comprendono invece quanto quello stato emotivo serva per avere esperienze significative e gratificanti e li protegga da sentimenti di frustrazione e di insoddisfazione.

Purtroppo sono sempre più frequenti episodi di cronaca nera adolescenziale, che testimoniano come la noia sia stata la molla, la protagonista principale di gravi episodi che hanno segnato per sempre la vita di molti ragazzi.

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La noia ritengo debba avere quindi un ruolo importante nella educazione emotiva dei bambini, perché li spinge a cercare nuovi modi di trascorrere il tempo, perché è la condizione ideale per esplorare la propria creatività perché li guida a ricercare e prendere consapevolezza dei propri limiti, delle loro potenzialità e dei loro talenti, perché determina la capacità di essere autonomi e risolvere problemi.

Queste attitudini non sono innate, quindi la noia può diventare in questo senso una risorsa da poter sfruttare per svilupparle al meglio, inoltre la sua forza motivazionale può trasformarsi in una sfida verso sé stessi e il mondo, un supporto importante per rendere efficace il loro sviluppo personale e cognitivo.

Infatti è ormai risaputo che la noia scolastica non nasce dall’assenza di interesse, ma dalla ricerca spesso ossessiva della perfezione, mentre in realtà è l’imperfezione a creare le condizioni migliori per l’apprendimento.

Accogliere quindi la noia è sicuramente un primo passo importante per comunicare con il nostro essere più profondo, accettando con serenità che le cose che in principio ci hanno affascinato poi possano annoiarci, e di conseguenza prendere atto che, come cantava Franco Califano in Tutto il resto è noia:

L’entusiasmo che ti resta è brutta copia di quello che era…

Sì, d’accordo ma poi, tutto il resto è noia     

No, non ho detto gioia, ma noia, noia, noia

Maledetta noia

Foto: pexels.com

Sportivamente Prof ritorna mercoledì 22 maggio

6 Comments

    1. laura martini Reply

      Grazie Rino la tua approvazione mi conforta, sono molto contenta di averti conosciuto, ora che riesco ad associare ciò che scrivi a te, seppur la conoscenza sia stata a distanza, la stima è ancora più grande e completa.
      Auguri di Buona Pasqua
      Laura

  1. Silvia Falcione Reply

    Non confonderei però tra noia e tempo per sè. La noia a mio parere è tale se il tempo non so come utilizzarlo quindi diventa vuoto e privo di senso e perciò noioso. Se invece questo tempo diviene tempo di meditazione o di relazione allora non sarà un tempo di noia ma di vita.

  2. laura martini Reply

    Ciao Silvia, sono d’accordo, questa possibilità di traduzione l’avevo messa in conto e sapevo che poteva essere interpretata come hai scritto, ti ringrazio della lettura e dell’osservazione pertinente e veritiera.
    Auguri Buona Pasqua
    Laura

  3. Silvio Marengo Reply

    Io penso anche che la noia intesa come troppo tempo libero senza impegni induce i ragazzi a vedere videogiochi con molta violenza perche sono alla ricerca di emozioni forti…. Ecc c….. E con tutto quello che ne consegue….

    1. laura martini Reply

      Ciao Silvio, sono d’accordo, purtroppo questo è il rischio maggiore della fase adolescenziale, soprattutto se quel tempo libero non viene occupato da una attività sportiva.
      Grazie della riflessione
      Buona Pasqua
      Laura

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