Intervista
A Fabio Caucino

di Maria Rosa Caire, Caterina Odennino, Clotilde Ravizza

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Un pomeriggio dove un’intervista diventa incontro e condivisione

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Lo scorso 27 maggio nell’ambito del laboratorio Raccontare/Raccontarsi svoltosi presso la Portineria di Comunità di Borgo San Paolo a Torino, le partecipanti hanno avuto modo d’incontrare e intervistare il cantautore Fabio Caucino, non solo sulla sua produzione musicale, ma in quanto artista a tutto tondo, e prendendo come spunto il suo libro Educato Vs Educato – Voglino Editore.

L’intervista si è svolta in un clima semplice – mentre fuori si scatenavano forti temporali – è l’estrema disponibilità di Fabio Caucino – su questo non nutrivamo nessun dubbio – ha prodotto un file audio di oltre un’ora, che tradotto in testo perderebbe certe sfumature che sono state il sale dell’incontro, di conseguenza il tutto sarà sistemato e pubblicato a breve nello spazio di bradiPodcast.

In attesa di ascoltare e potervi farvi ascoltare l’intervista completa, le partecipanti hanno voluto a distanza di tre mesi scrivere un breve testo a commento del piacevole incontro. Il prossimo appuntamento di Ragnatele di Parole Scritte è previsto per mercoledì 18 settembre per raccontarvi di una visita al Tempio Valdese di Torino.

Fabio Caucino nell’incontro del 27 maggio scorso si è manifestato persona poliedrica, entusiasta, disponibile e comunicativa, con interessi che spaziano in molti campi del sapere, a partire dall’espressione musicale, in un crescendo di arti e tecniche diverse: un pomeriggio piacevolissimo ci ha permesso di vivere insieme momenti di amichevolezza, risollevando il nostro quotidiano tran tran verso più alte espressioni. Ci ha raccontato del suo “costruire storie” con le note, con i testi, con i ragazzi nella scuola, con il pubblico, e di quella da lui chiamata “manualità del pensiero” che gode nel far fare le cose, nel far riflettere chi con lui dialoga e incontra la sua musica nell’ascolto e nella vibrazione riflessa. E’ un piacere che ci ha donato mentre si stava insieme: lasciandosi trasportare dal gioco di domanda/risposta, ha fatto emergere un “sapere di vita” che, a partire dall’arte, ancora ci interroga. Grazie Fabio. (Maria Rosa Caire)

Fabio Caucino tra storia e avventura. Storie che si incontrano e desiderio di avventura ricompongono consapevolezze oggettive e soggettive in cui si arrotolano i personaggi dei suoi libri.
Ascoltandolo, nel suo interminabile girovagare tra le parole, entriamo in un complesso sistema filosofico che varia tra la ricerca del piano B per uscire dall’omologazione e la ricerca dei colori dell’anima per colorare un mondo ormai spento, riaccendendo la speranza.

Il mondo di Fabio è un mondo senza compromessi e senza limiti, dove la musica prorompe prepotente attraverso testi densi e profondi e disincantati a fronte di una società contraddittoria e smarrita che chiama ”l’ingorgo cosmico”.

“Sono continuamente combattuto tra l’ottimismo cristiano e la tragicità razionale ellenica che contraddistinguono entrambe la mia natura, quindi anche quella artistica. Non riesco a scrivere in modo completamente cinico, completamente privo di speranza, perché sono fatto dell’uno e dell’altra”.

Il vero artista non è mai un profeta, ma solo uno che sa guardare e, soprattutto, leggere la sua epoca con una ironia che comprende tutte le sfaccettature dello spirito di osservazione.

“Nessuno vive per essere invisibile”.

Leggendolo e ascoltandolo in un pomeriggio di maggio mi sono ritrovata a riflettere sulla variegata condizione umana; vivere le persone in quanto tali, in quanto persone, “mettersi nei panni dell’altro per scoprire l’alterità” è un aspetto poco curato nella nostra società, dedita all’individualismo e al proliferare della tecnologia che riempie gli spazi lasciando poco margine alla comunicazione.

L’incomunicabilità è un altro tema trattato da Caucino in quel pomeriggio di maggio, tra una canzone e l’altra. …ma quale musica leggera / da cantare / quale canzone d’autore / da consacrare / quando mi sento lento / fuori gioco, fuori tempo / fuori da ogni misero intervento.

Ci perdiamo in “sistemi che da prassi fanno regola”.

Scoprire i buoni libri è un’abitudine obsoleta, guardarsi attorno e appagarsi davanti a un albero si è perso nella notte dei tempi: cercare un percorso consapevole è troppo impegnativo.

La criticità del vivere quotidiano è un tema ricorrente dell’opera di Caucino e si evolve tra delusione e speranza, in attesa della possibilità di attuare “il cambiamento”.

Il suo pensiero va ai giovani, a cui insegna da 35 anni; negli occhi dei giovani spera di trovare “quella fiamma” che aprirà le porte a innovazioni generazionali. Fabio continua a seminare. (Caterina Odennino)

Noi, della “Ragnatela di Parole Scritte”, abbiamo proprio teso una trappola al nostro Caucino per acchiapparlo nella nostra rete di parole… e tre donne insieme.. ne sfornano proprio tante! 

Quella intervista a Fabio è stata come l’esame finale, la prova più difficile, del laboratorio fatto nell’anno con Giuseppe, martire di Pazienza, che ci promuoveva come “giornaliste del web, de’ casa nostra…” 
È stato bello anche parlare al posto di scrivere come abitualmente facciamo. Ognuna di noi aveva preparato delle domande che spaziavano sulla vita, l’esperienza, l’arte, di questo poliedrico personaggio col quale avremmo potuto star lì a dialogare fino a notte fonda, tanti erano gli argomenti che, parla tu che parlo anch’io, venivano fuori. 
Abbiamo preso spunto dal suo libro “Educato Vs Educante”, libro sull’educazione che a chiunque farebbe bene dargli uno sguardo, e poi musica, musicisti, esperienze di vita. È stato bello proprio, come suddetto, fare questa mini esperienza in collettivo, ringrazio sinceramente le mie due colleghe, Caterina e Maria Rosa, il nostro coach Giuseppe e quel “matto” di Fabio Caucino, abbiamo passato un pomeriggio d’autore e ci siamo anche fatti quattro sane risate! (Clotilde Ravizza)

Foto di copertina: fabiocaucino.com

 Ragnatela Di Parole Scritte ritorna mercoledì 18 settembre

  

 

 

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