Non Siete Stato Voi

Cari amici bradipolettori, di come sono andate le elezioni europee ormai sappiamo tutto. Sappiamo chi ha vinto, chi ha perso e chi si è mantenuto a galla, ma quello che invece sembriamo non sapere è che queste elezioni sono state appunto “europee”, che si è recato alle urne poco più della metà degli aventi diritto e che, fino a prova contraria, abbiamo ancora un parlamento regolarmente eletto lo scorso anno quando alle urne si era recato circa il 75% degli aventi diritto.

Ora dove voglio arrivare?

Voglio arrivare a dirvi che, anche se non mi rappresenta e personalmente non mi è particolarmente simpatico, il partito di maggioranza relativa ha più del doppio di rappresentanti rispetto all’alleato di governo.

E questo dovrebbe far riflettere perché, se anche alle europee e alle amministrative c’è stata una moria di voti, il pallino lo potrebbero ancora tenere loro con la forza dei numeri.

In questo momento è ancora possibile una nuova maggioranza che, a conti fatti, avrebbe dei numeri molto più consistenti.

Stiamo assistendo invece ad un assurdo teatrino dove la voce grossa la fa chi, in parlamento, nel parlamento di oggi, è ancora una forza minoritaria.

Una forza che in quest’anno è riuscita comunque a parlare alla pancia della gente più che alla testa, grazie alle indubbie capacità del suo capo che, grazie all’ignoranza politica del suo dirimpettaio, è stato in grado di pilotare la politica del governo a suo piacimento, diventando di fatto il vero primo ministro.

È riuscito a fare breccia anche al sud se pensiamo che, per esempio in Puglia, ha raccolto il 25%.

Personalmente sono convinto che il voto al Sud non lo manterrà perché per un elettore della Lega in Veneto, o un comasco o un cuneese, il leghista di Lecce o di Trapani, o di Avellino, sarà sempre un terrone che ha votato Lega e, prima o poi, ma credo prima, sene accorgerà.

Basterà una partita del nuovo campionato di calcio ad esempio fra Napoli e Verona o fra Lecce e Atalanta.

L’opposizione intanto dov’è?

Faticosamente ha recuperato un pochino e subito pensa di andare a nuove elezioni, (dove verrebbe nuovamente sconfitta n.d.r.), invece di mettere da parte vecchi, e giusti, rancori, per cercare nuovamente il dialogo puntando sui temi cari alla sinistra che, a volte, possono collimare con quelli portati avanti, almeno a parole, dai pentastellati.

Andare di nuovo a elezioni porterebbe, ora come ora, ad una vittoria sicura anche nei numeri, della destra, di questa destra che, oltre alla Lega, ha portato alla vittoria anche un partito che storicamente e idealmente si rifà ad un triste passato, tanto che, per attirare più voti, nelle sue file ha incamerato un lontano discendente del duce.

È triste che nel 2019 ci si aggrappi ancora a quel nome.

E noi vorremmo affidare, grazie a nuove elezioni, a questa gente la possibilità di eleggere un nuovo presidente della Repubblica?

Per favore no, fermiamoci finchè siamo ancora in tempo, mettiamo da parte la nostra prosopopea e cerchiamo una soluzione, perché una soluzione, volendo, la si può ancora trovare.

Con i numeri di questo parlamento.

Vi lascio con la canzone che dà il titolo all’articolo, il brano originale è di Michele Salvemini (Caparezza), ma quella che vi propongo è la versione di Fabio Caucino, artista che avevamo intervistato – io e Giuseppe Rissone – in una vecchia puntata della trasmissione radiofonica La strana coppia.

GIANFRANCO GONELLA

Foto: dreamstime.com – Guido Bigotti

Il Mito Ostinato ritorna venerdì 4 luglio 

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