Cari amici bradipolettori, il mese che è appena trascorso mi ha visto particolarmente impegnato non a leggere i vari giornali on line nella ricerca di spunti per questa rubrica, ma per un avvenimento di felicità personale, di festa, come il titolo dell’articolo. Si è sposato mio figlio e, tra una cosa e l’altra, tempo libero non ne ho avuto molto. Una festa, come scritto, una bella festa grazie alla bella organizzazione che i ragazzi avevano allestito e grazie soprattutto alla numerosa presenza di amici che hanno animato la giornata.
Già, proprio gli amici sono stati i protagonisti e qui ho provato un po’ di invidia. Anche io posso dire di avere diversi amici, ma ho il rimpianto di averli avuti tardi, nel senso che per chissà quale disegno del destino, non li ho goduti da ragazzo. Ultimamente, come molti di voi sapranno, per episodi più volte narrati, mi incontro con i miei compagni di avventura del gruppo scout di cui ho fatto parte più di cinquant’anni fa, e con loro è sempre festa.
Ho alcuni amici che altro non sono che genitori di ragazzi che ho seguito nei miei trascorsi di capo scout con i quali passo lieti momenti. Ho amici acquisiti grazie al mio impegno nel sociale, nella politica, nel mio vivere quotidiano. Ma mi mancano i momenti di amicizia di quando avevo venti, trent’anni, quei momenti che invidio ai miei ragazzi come sopra descritto. Ho dei bellissimi ricordi di quello che è stato, purtroppo non supportato da immagini, fotografie, perché non avevo una macchina per immortalarli (me l’avevano rubata un anno in colonia e non l’avevo più riacquistata).
Ecco, se ci fosse una app che potesse trasformare i ricordi in immagini l’acquisterei a occhi chiusi. Comunque, tornando all’introduzione, non ho avuto molto tempo a disposizione per documentarmi per il nostro appuntamento mensile. Così non vi parlerò delle celebrazioni per lo sbarco sulla Luna di cui sono stato testimone in diretta, oppure della ennesima strage di migranti nel Mediterraneo e del solito ministro che chiude i porti anche alla nostra guardia costiera.
Per non dire di come un debito con lo Stato di 49 milioni, grazie ad una restituzione rateale in 70 anni, sia diventato a bilancio di questo partito solo di 18,5, praticamente un nuovo miracolo: dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, la divisione degli euro, dall’acqua in vino passando per i rubli.
Oppure non vi parlerò dell’omicidio del giovane carabiniere da parte di due balordi americani, anche se all’inizio le agenzie avevano battuto la notizia dicendo che si ricercavano due nordafricani. E qui il solito ministro e la sua degna compare, segretaria del partito dichiaratamente neofascista, si sono lanciati nei soliti sproloqui da bar. Poi si arrestano i due balordi, reo confessi, in fondo anche gli americani sono extracomunitari.
Prima di proseguire, v’invito a vedere/ascoltare il brano della Premiata Forneria Marconi che da il titolo all’articolo. Riprendiamo… E non vi parlerò nemmeno di come un neo assessore regionale piemontese, che a suo tempo aveva firmato una legge regionale, approvata all’unanimità da tutto il consiglio sulle limitazioni alle sale da gioco e alle slot machine, adesso che è cambiata la presidenza, la vuole già cambiare, in nome di un mancato introito per i gestori, infischiandone dei benefici che invece la stessa legge ha prodotto in campo medico, con meno ludopatici.
E che dire ancora che l’Agicom boccia il divieto di spot al gioco d’azzardo (e questa notizia era in prima pagina su L’Avvenire, quotidiano della CEI) perchè non distingue il gioco legale da quello illegale (sembra che quello legale non causi dipendenza….o no?).
Infine dei titoli cubitali su un altro giornale a firma del bergamasco tanto ben imitato da Crozza che gioiscono per la scomparsa del maestro Camilleri. No, non ho avuto proprio il tempo per tutto questo e altro ancora. Mi sono goduto la festa. Buone vacanze a tutti e, come scrive sempre un mio amico a chiusura di tutte le sue lettere, buona vita.
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Foto: Gianfranco Gonella – Giuseppe Rissone – magazzininesitenti.it
Il Mito Ostinato ritorna a settemebre
Caro discepolo di Shakespeare (mi hai ricordato l’arringa di Antonio su Giulio Cesare) come al solito puntuale e preciso. Il mio piacere è leggerti, il mio dispiacere è che gli ego ipertrofici di certi personaggi e di chi li segue non li leggeranno. Se qualcuno dovesse farlo non credo neanche capirebbe, l’ironia ha bisogno di un cervello inserito e connesso.Fantasia, fantascienza…