Visita Al Tempio Valdese

di Maria Rosa Caire, Caterina Odennino, Clotilde Ravizza

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Una visita al Tempio Valdese tra storia e fede di un popolo chiesa

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Lo scorso 7 giugno nell’ambito del laboratorio Raccontare/Raccontarsi svoltosi presso la Portineria di Comunità di Borgo San Paolo a Torino, le partecipanti hanno avuto modo di visitare il Tempio Valdese di Torino, chiacchierando e ponendo domande a Giuseppe Rissone, membro della Chiesa Valdese. Quello che segue è il resoconto che le tre partecipanti hanno voluto condividere con voi lettori.

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Gradevole e interessante l’incontro di ieri pomeriggio (7 giugno 2024) con la visita al tempio valdese: la storia del popolo che, nel corso del tempo, scelse di unirsi a Valdo, il mercante lionese vissuto a fine 1100 che fece scelta di povertà, predicando la penitenza ai “poveri di Cristo”.

La nostra guida, Giuseppe Rissone, ha saputo suscitare e rispondere alle numerose domande da noi poste, sull’elaborazione della fede, sull’organizzazione della Chiesa, sugli aspetti che differenziano i cristiani valdesi dai cattolici e all’interno del protestantesimo, sulla differenza tra Chiesa e Tempio…

Una nota particolare è stata dedicata alle valli del Pinerolese, i luoghi dove i valdesi poterono uscire dopo la pubblicazione delle “Lettere Patenti” di Carlo Alberto nel 1848 e all’aiuto che i protestanti inglesi seppero offrire a questa comunità non cattolica, la più antica, quasi la culla della propria fede evangelica. (Maria Rosa Caire)

Una ragnatela di parole scritte per descrivere una gita, per me insolita, al Tempio Valdese. Una bella passeggiata per corso Vittorio Emanuele fino al Tempio approfittando della bella giornata di sole. Giuseppe Rissone mi ha proposto questo viaggio attraverso la storia del Tempio che ho trovato molto interessante e ricca di dettagli poco conosciuti. Persone insoddisfatte dell’uso della religione decidono di unirsi in povertà per pregare e per dare un servizio ai bisognosi. Si riuniscono in una confessione del XII secolo e vivono in solitaria resistenza fino al 1532 dove diventano chiesa aderendo al calvinismo.
Il fondatore, tale Pietro Valdo, (mercante di Lione) venne scomunicato insieme ai suoi proseliti. I valdesi in tutto sono 35.000 di cui 20.000 in Italia.

Sono cristiani che appartengono alla famiglia delle chiese nate dalla Riforma del XVI secolo e chiamate comunemente protestanti o evangeliche.
In accordo con la Riforma protestante, Valdesi e Metodisti hanno un’unica autorità in materia di fede: la Bibbia, che non viene assunta in modo letterale, ma interpretata attraverso ricerche esegetiche e alla luce dello Spirito Santo. Non viene riconosciuto alcun magistero ecclesiastico come fonte di interpretazione della volontà divina.

Cosa mi ha lasciato questo incontro? Intanto la bellezza di aver incontrato degli amici e aver condiviso con loro questa esperienza e lo stupore della fede che ha condotto per secoli la verità di questo popolo. Conoscendo poco di questa confessione, mi sono confrontata con una nuova realtà, fatta di quotidiana semplicità. (Caterina Odennino)

Nel bel  mezzo di corso Vittorio Emanuele II, al n. 23, troneggia, alto ed imponente, il Tempio Valdese di Torino: è il più grande di tutta l’Italia.
Da piccola credevo fosse la “Chiesa degli Ebrei” e mi faceva certa impressione sapendo le traversie di questo popolo. Quando ho capito che apparteneva “ai Valdesi” per un po’ ho confuso il fondatore Valdo di Lione con Marcovaldo di Italo Calvino, ora, che sono qui seduta al primo banco con davanti una guida di eccezione, il nostro tutor, mentore, coch, insegnante e “maestro” Giuseppe di bradipodiario nonché coordinatore del nostro Laboratorio in Portineria di Borgo San Paolo, mi sono istruita su vita, morte e miracoli di Valdo e di tutte le incredibili vicissitudini anche di questa gente.
Genericamente parlando i Valdesi sono da noi in Piemonte apprezzati e stimati, per serietà e concretezza. Tutti conosciamo l’Ospedale Valdese garanzia di serietà (fino al 2004…) o abbiamo fatto gite e passeggiate nelle Valli Valdesi (Chisone, Germanasca, Pellice) mantenute abbastanza naturali.
Ma venendo alla nostra visita, all’interno il Tempio si presenta ampio e grandioso con una luce diffusa dalle alte finestre a mosaico. Il resto è volutamente disadorno e l’arredo essenziale, come a mostrare il contrasto con l’opulenta ricchezza delle chiese cattoliche di cui a Torino ne abbiamo ampio esempio. La coerenza al Vangelo, alla semplicità ed essenzialità predicata e vissuta dal Nazareno è, per quel che ho capito, un valore per i Valdesi. Pochi arredi ornano  ornano lo spazio: due organi imponenti, uno tutto in legno purtroppo in attesa di restauro ed uno più moderno, ma ugualmente particolare, soprattutto funzionante. Infine un alto pulpito anch’esso in legno al centro dell’area della cupola con davanti il lungo tavola della cena del Signore dove i credenti spezzano il pane e bevono il vino e semplicemente lo condividono senza   consacrazioni e riti presieduti da preti ordinati.
Il buon Giuseppe pazientemente ha risposto alle nostre domande, eravamo sinceramente interessate perché potevamo parlare anche dell’oggi con chi vive direttamente questa realtà. Infine… in quel bel pomeriggio solatio, ci siamo trasbordati nella via vicina ed entrati in un gradevole locale gestito da una cooperativa sociale, per un confortevole abbeveraggio.
Un piacevole, rilassante ed istruttivo pomeriggio da Università della 3a età… (Clotilde Ravizza)

Foto di copertina: Giuseppe Rissone

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